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ilità di determinate attività ed insieme il compito di arricchire<br />
l’ambiente con presenze signi ficative e amichevoli.<br />
Tutto l’Oratorio diventa così ambiente educativo, veicolo di<br />
valori, clima di crescita. Un ambiente che ‘parla’ ai giovani attraverso<br />
una molteplicità di linguaggi: non solo, quindi, quello<br />
verbale, della catechesi e dell’esortazione omiletica, ma quello<br />
della comunicazione affettiva che sa mettersi in sintonia con i vari<br />
codici linguistici preferiti dai giovani.<br />
Lo stile di famiglia diventa anche struttura, definita organizzazione<br />
di rapporti e di ruoli. I Regolamenti stilati da Don<br />
Bosco ci dimostrano che ‘la pedagogia dell’amorevolezza non è debole,<br />
tenera, approssimativa, ma forte, ordinata, disciplinata, formatrice<br />
di uomini seri e di cristiani di carattere’.<br />
* Pedagogia del coinvolgimento e della responsabilizzazione.<br />
Nella comunità oratoriana i giovani non sono trattati da semplici<br />
fruitori di iniziative proposte dagli educatori. Essi costitui scono<br />
una componente principale, sono stimolati alla partecipa zione<br />
attiva sia nella costruzione della propria personalità, sia nella costruzione<br />
dell’ambiente. Don Bosco sa che i giovani sono i migliori<br />
educatori dei loro coetanei. In ogni attività ed àmbi to, dalla<br />
chiesa al cortile, dalla formazione all’espressione, sono tutti coinvolti<br />
attivamente e responsabilizzati progressiva mente: giochi per<br />
tutte le età e abilità fisiche, ruoli diversi ficati nella preghiera e<br />
nella liturgia (cantori, chierichetti, incaricati dei libri, sacrestani),<br />
uffici facili e impegnativi distribuiti e coordinati. Ognuno, dal più<br />
piccolo al più grande, si sente valorizzato. Altre responsabilità,<br />
condivise con i più maturi, sono di carattere più confidenziale:<br />
accostare i più ti midi, inserire quelli che si emarginano, correggere<br />
o recuperare i ‘discoli’ con l’amicizia, arrivare là dove il sacerdote<br />
non può o non è accolto. Il cammino di coinvolgimento non<br />
vuole escludere alcuno, e si adatta alle capacità dei singoli, ma<br />
porta i più do tati ad una crescente tensione missionaria e spirituale.<br />
Don Bo sco non teme di proporre anche mete ambiziose: l’impegno<br />
sociale-apostolico e la santità.<br />
* Pedagogia della festa e della gioia. È uno degli elementi più<br />
vistosi dell’Oratorio, a cui si è già accennato più volte. Dal punto<br />
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