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il paesaggio “archeologico” - Ministero per i Beni e le Attività Culturali

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Direzione Regiona<strong>le</strong> <strong>per</strong> i <strong>Beni</strong> <strong>Culturali</strong> e Paesaggistici dell’Em<strong>il</strong>ia-Romagna<br />

EMILIA-ROMAGNA<br />

Il <strong>paesaggio</strong> centuriato in Em<strong>il</strong>ia Romagna<br />

Renata Curina<br />

Il patrimonio archeologico territoria<strong>le</strong> costituisce in Italia un e<strong>le</strong>mento<br />

ed una presenza che caratterizzano in modo determinante <strong>il</strong><br />

<strong>paesaggio</strong>; <strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong> che può essere considerato come ambiente<br />

natura<strong>le</strong> ma modificato dall’attività produttiva e costruttiva dell’uomo,<br />

risultanza fisica e geografica quindi di questo cambiamento e un<br />

“bene” in continua trasformazione. In Italia la densità degli avvenimenti<br />

storici umani che hanno lasciato traccia sul terreno è molto r<strong>il</strong>evante<br />

proprio <strong>per</strong> la quantità di vicende che si sono succedute, ma<br />

la loro incidenza sul territorio è ancor più consistente rispetto ad altri<br />

paesi proprio <strong>per</strong> la sua struttura fisica; da ciò deriva una maggiore<br />

correlazione fra fatti storici umani e fatti naturalistici e geografici.<br />

Se si valuta <strong>per</strong>tanto questo aspetto del <strong>paesaggio</strong> la disciplina<br />

archeologica, in uno degli aspetti che essa riveste, può essere considerata<br />

come un ottimo strumento di interpretazione dell’ambiente,<br />

volto a documentare i fenomeni di continuità o di trasformazione,<br />

tracce lasciate dal<strong>le</strong> comunità umane nel corso del<strong>le</strong> varie epoche<br />

storiche, fino a determinare la forma attua<strong>le</strong>. L’archeologia possiede<br />

infatti alcuni strumenti diagnostici che <strong>per</strong>mettono di verificare e<br />

riconoscere l’uso che l’uomo ha fatto del <strong>paesaggio</strong> attraverso <strong>le</strong> attività<br />

estrattive, agrico<strong>le</strong> intensive che possono aver creato fenomeni<br />

di dissesto idrogeologico, attività di disboscamento, di bonifica<br />

del<strong>le</strong> zone paludose, tutte pratiche che hanno lasciato un segno sul<br />

territorio.<br />

La stretta interdipendenza tra uomo e ambiente è particolarmente<br />

importante ed evidente soprattutto <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>per</strong>iodo romano in cui pur<br />

essendoci una considerevo<strong>le</strong> capacità di trasformare <strong>il</strong> territorio, ta<strong>le</strong><br />

capacità mantiene una situazione di parità tra la componente umana<br />

e quella fisiomorfologica; <strong>le</strong> modifiche e <strong>le</strong> profonde trasformazioni<br />

attuate nel <strong>paesaggio</strong> in questo <strong>per</strong>iodo storico hanno sempre infatti<br />

tenuto conto della geografia fisica del territorio in cui si veniva ad<br />

intervenire, <strong>le</strong>gando strettamente l’intervento umano al<strong>le</strong> caratteristiche<br />

morfologiche del terreno.<br />

L’esempio più evidente del<strong>le</strong> trasformazioni che in età romana hanno<br />

interessato <strong>il</strong> territorio è senza dubbio fornito dal sistema della centuriazione;<br />

la sua realizzazione ha infatti trasformato in maniera radica<strong>le</strong><br />

<strong>il</strong> <strong>paesaggio</strong> con l’abbattimento del bosco, <strong>il</strong> prosciugamento e<br />

la bonifica di ampie zone paludose attraverso un sistema cap<strong>il</strong>lare di<br />

scolo del<strong>le</strong> acque adattato alla morfologia del terreno, la regimazione<br />

dei corsi d’acqua; <strong>il</strong> regolare disegno della centuriazione, scandito<br />

dalla presenza di un reticolo di strade poderali o di lunga <strong>per</strong>correnza<br />

che definiscono gli spazi agricoli, è arricchito dalla presenza di<br />

impianti produttivi, edifici rurali isolati di varia volumetria e piccoli<br />

Direzione Genera<strong>le</strong> <strong>per</strong> i <strong>Beni</strong> Archeologici<br />

Soprintendenza <strong>per</strong> i <strong>Beni</strong> Archeologici dell’Em<strong>il</strong>ia-Romagna<br />

Direttore Genera<strong>le</strong><br />

Stefano De Caro<br />

Via di San Miche<strong>le</strong>, 22<br />

00153 Roma<br />

Tel. 06 58434600<br />

Fax 06 58434750<br />

infoarcheo@archeologia.beniculturali.it<br />

Direzione Regiona<strong>le</strong> <strong>per</strong> i <strong>Beni</strong><br />

<strong>Culturali</strong> e Paesaggistici<br />

dell’Em<strong>il</strong>ia-Romagna<br />

Direttore Regiona<strong>le</strong><br />

Madda<strong>le</strong>na Ragni<br />

Coordinamento <strong>per</strong> la comunicazione<br />

Paola Monari<br />

Via S. Isaia, 20<br />

40123 Bologna<br />

Tel. 051 3397024<br />

Fax 051 339 7077<br />

dirregem<strong>il</strong>ia@beniculturali.it<br />

Soprintendenza <strong>per</strong> i <strong>Beni</strong><br />

Archeologici dell’Em<strong>il</strong>ia-Romagna<br />

Soprintendente<br />

Luigi Malnati<br />

Via Bel<strong>le</strong> Arti, 52<br />

40126 Bologna<br />

Tel. 051 223773<br />

Fax 051 227170<br />

sba-ero@beniculturali.it<br />

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