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il paesaggio “archeologico” - Ministero per i Beni e le Attività Culturali

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Dallo studio dell’ambiente natura<strong>le</strong> (o <strong>per</strong>lomeno come oggi si <strong>per</strong>cepisce),<br />

caratterizzato in Valtiberina da più unità territoriali (ad<br />

esmpio, <strong>le</strong> valli fluviali più o meno ampie a carattere torrentizio, i<br />

sistemi montuosi e collinari con caratteristiche proprie, tra <strong>le</strong> quali la<br />

presenza di valichi agevoli o la ricchezza di minerali ut<strong>il</strong>i all’industria<br />

umana sui Monti Rognosi, o <strong>le</strong> prime pendici della dorsa<strong>le</strong> appenninica<br />

centra<strong>le</strong>), è possib<strong>il</strong>e formulare uno studio dell’ambiente<br />

umano, attraverso la raccolta di testimonianze <strong>le</strong>tterarie, storiche,<br />

archeologiche necessarie alla ricostruzione del <strong>paesaggio</strong> storicoarcheologico,<br />

così come si è venuto configurando a seguito della<br />

presenza dell’uomo, testimoniata sui Monti Rognosi e sui residui foss<strong>il</strong>i<br />

della val<strong>le</strong> p<strong>le</strong>istocenica – riconoscib<strong>il</strong>i nella dorsa<strong>le</strong> compresa tra<br />

<strong>le</strong> valli del Tevere e del Sovara, fin dal Pa<strong>le</strong>olitico Inferiore. Sebbene<br />

l’agricoltura e l’al<strong>le</strong>vamento dovettero essere praticati in Valtiberina e<br />

lungo <strong>il</strong> corso su<strong>per</strong>iore del Tevere fin dal<strong>le</strong> fasi tarde del Neolitico, la<br />

prima sistemazione agraria della piana avvenne in epoca tardo-repubblicana<br />

e, poi, im<strong>per</strong>ia<strong>le</strong> romana. Le coltivazioni di vite e olivo dovettero<br />

incidere sulla produzione loca<strong>le</strong>, come ci attestano foss<strong>il</strong>i-guida,<br />

quali <strong>le</strong> anfore ritrovate presso la c.d. V<strong>il</strong>la di Plinio a San Giustino.<br />

Forse la compresenza in quest’area di Bizantini e Longobardi non<br />

comportò alcun intervento sul <strong>paesaggio</strong> (passava, infatti, da questa<br />

val<strong>le</strong> <strong>il</strong> confine tra <strong>le</strong> due posizioni contrapposte), mentre, sicuramente,<br />

<strong>le</strong> bonifiche e <strong>le</strong> sistemazioni agrarie condotte in occasione<br />

del<strong>le</strong> prime occupazioni monastiche (Vallombrosani ad Anghiari)<br />

dovettero influire sul <strong>paesaggio</strong>. Nel Medioevo, tra XII e XIII secolo,<br />

si assistè anche alla deviazione del corso del Tevere tra i Comuni di<br />

Anghiari e Sansepolcro; ta<strong>le</strong> variazione è, oggi, assai influente sulla<br />

<strong>le</strong>ttura del<strong>le</strong> tracce archeologiche e sul <strong>paesaggio</strong> storico che, naturalmente,<br />

doveva presentarsi ben diverso fino a ta<strong>le</strong> epoca. Si pensi<br />

soltanto al sistema dei mulini che, oggi, è rimasto come memoria<br />

concreta dell’antico corso del fiume posto sul Fosso di Rimaggio,<br />

forse residuo dell’antico Tevere.<br />

Già fermandosi a quest’epoca, senza vo<strong>le</strong>r procedere fino al<strong>le</strong> sistemazioni<br />

granducali, appare evidente come lo studio del<strong>le</strong> tracce<br />

archeologiche, associate al<strong>le</strong> fonti storiche e al<strong>le</strong> prospezioni geologiche,<br />

possono contribuire alla <strong>le</strong>ttura del <strong>paesaggio</strong> di fondoval<strong>le</strong>.<br />

Tuttavia, la Valtiberina non esaurisce <strong>le</strong> sue peculiarità nella fert<strong>il</strong>e e<br />

amena pianura. Essa, probab<strong>il</strong>mente, ebbe vocazione di area di transiti<br />

e scambi fin dalla preistoria, proprio in considerazione della sua<br />

posizione al centro della Penisola, dall’essere <strong>per</strong>corsa dall’importante<br />

via d’acqua del Tevere in direzione nord-sud, dal trovarsi sulla<br />

direttrice che, attraversando gli Appennini ai passi di Viamaggio,<br />

Bocca Serriola e Bocca Trabaria, poneva in col<strong>le</strong>gamento i versanti tirrenico<br />

e adriatico, e possedendo nel suo territorio ricchezze minerarie<br />

(ferro, rame, in piccolissima <strong>per</strong>centua<strong>le</strong> oro) provenienti dai<br />

Monti Rognosi. Le prime testimonianze in tal senso risalgono all’<br />

Eneolitico; fu attraversata, poi, in epoca preromana da <strong>per</strong>corsi<br />

appenninici ut<strong>il</strong>izzati come col<strong>le</strong>gamenti commerciali e culturali; fu<br />

via di penetrazione <strong>per</strong> gli eserciti (forse, già i Galli nel IV secolo <strong>per</strong>

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