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il paesaggio “archeologico” - Ministero per i Beni e le Attività Culturali

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quello stesso calcare che aveva agevolato lo scavo del<strong>le</strong> sepolture,<br />

divenne risorsa: numerosi fronti di cava furono a<strong>per</strong>ti <strong>per</strong> ricavare<br />

pietra da taglio e da calce, aprendo lacerazioni profonde su tutti i<br />

versanti del col<strong>le</strong>. A val<strong>le</strong>, affiancate o addossate al<strong>le</strong> tombe romane,<br />

con disposizione irregolare, molte case basse e poche più importanti<br />

v<strong>il</strong><strong>le</strong> posero <strong>le</strong> basi <strong>per</strong> una <strong>per</strong>iferia staccata che tendeva a congiungersi<br />

con la città, mentre <strong>le</strong> stesse tombe a camera, come è attestato<br />

fin dal Cinquecento, costituivano abitazioni di fortuna o magazzini<br />

annessi ad attività commerciali. In questo quadro, ricavab<strong>il</strong>e dal<br />

catasto ottocentesco, dal<strong>le</strong> fotografie di Desse<strong>le</strong>rt o dal<strong>le</strong> descrizioni<br />

dei primi del Novecento del Taramelli che vi vede povere case “di<br />

pescatori e panattare”, si muove la ricerca archeologica, attenta alla<br />

sco<strong>per</strong>ta del<strong>le</strong> prime tombe che apparivano allora, <strong>per</strong> la particolare<br />

struttura a pozzo e <strong>per</strong> i mon<strong>il</strong>i così sim<strong>il</strong>i a quelli egiziani, di incerta<br />

attribuzione, meno curata nell’analisi dei contesti romani, dei quali si<br />

apprezzavano <strong>le</strong> architetture e <strong>le</strong> iscrizioni ma non si descrivevano né<br />

<strong>le</strong> urne – ancora in posto, – né i corredi. La grandiosità della necropoli<br />

è <strong>per</strong>ò <strong>per</strong>cepita dagli studiosi ed è soprattutto nel<strong>le</strong> paro<strong>le</strong> di<br />

Francesco E<strong>le</strong>na, nel 1861, che ne emergono tutte <strong>le</strong> potenzialità: non<br />

solo l’avvocato-archeologo ne coglie l’unicità nell’estensione e nella<br />

quantità di sepolture, ma ne auspica lo scavo integra<strong>le</strong> che, mettendone<br />

in luce i tagli, avrebbe formato un “monumento”privo di confronti.<br />

Per quanto altri, sempre più ampi, fronti di cava siano stati<br />

a<strong>per</strong>ti nel tempo, distruggendo o sezionando i pozzi del<strong>le</strong> tombe<br />

puniche, ed anche se l’espansione ed<strong>il</strong>izia ha ormai raggiunto e pressoché<br />

inglobato i margini della collina, oggi l’auspicio di Francesco<br />

E<strong>le</strong>na sta diventando realtà. Ai cantieri non contigui, e talvolta ripetuti,<br />

che avevano consentito indagini d’urgenza o di breve <strong>per</strong>iodo, è<br />

finalmente subentrato un cantiere che, con la durata, ha garantito lo<br />

scavo in estensione. Stanno emergendo così, disposte in un tessuto<br />

fitto e <strong>per</strong> lo più regolare, i pozzi verticali, più o meno profondi, che<br />

immettono al<strong>le</strong> cel<strong>le</strong>, a<strong>per</strong>te sul lato corto, nel qua<strong>le</strong> era deposto <strong>il</strong><br />

defunto. In molti casi pozzo e cella sono risultati già scavati in un<br />

passato più o meno recente e riempiti con terra o con rifiuti di vario<br />

genere. Con una certa frequenza, <strong>per</strong>ò, la lastra in pietra posta a chiusura<br />

della porta di accesso alla cella è risultata ancora in posto e nella<br />

cella sono stati ritrovati i corredi ed i resti sche<strong>le</strong>trici. La conoscenza<br />

del<strong>le</strong> tecniche e dei rituali dell’età punica è stata notevolmente<br />

ampliata: da un lato la possib<strong>il</strong>ità di cogliere la distribuzione del<strong>le</strong><br />

tombe, <strong>il</strong> loro andamento interno e l’attenzione posta ad evitare danneggiamenti<br />

fra tomba e tomba, – talvolta sol<strong>le</strong>vando <strong>le</strong> quote, talvolta<br />

realizzando dei dislivelli nella cella o nel pozzo, – ha consentito<br />

di comprendere i criteri di espansione della necropoli; dall’altra<br />

l’analisi dei corredi, costituiti da ceramiche d’uso comune ma anche<br />

da non pochi oggetti di particolare pregio, ha favorito la <strong>le</strong>ttura del<strong>le</strong><br />

consuetudini della morte, l’attenzione <strong>per</strong> <strong>il</strong> particolare, <strong>il</strong> rapporto<br />

fra i vivi ed i loro defunti in un arco di tempo che va dal VI al IV secolo<br />

a.C. A ciò si aggiunge che in alcune porzioni è possib<strong>il</strong>e apprezzare<br />

come <strong>per</strong> qualche tempo, già in età romana, la collina fu interes-<br />

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