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il paesaggio “archeologico” - Ministero per i Beni e le Attività Culturali

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Ideazione e coordinamento<br />

del progetto:<br />

Gaetano De Gattis<br />

A<strong>le</strong>ssia Favre<br />

82<br />

tà svolta dalla Soprintendenza e a ingenerare spunti di rif<strong>le</strong>ssione nei<br />

confronti di una tematica, finora oggettivamente poco conosciuta ai<br />

non addetti ai lavori, come quella dei beni archeologici. Entrando<br />

nello specifico del progetto <strong>il</strong> cantiere archeologico di piazza<br />

Roncas è stato reso fruib<strong>il</strong>e attraverso un <strong>per</strong>corso di visita sicuro<br />

dove un gruppo di archeologi, gli stessi incaricati del<strong>le</strong> attività di<br />

ricerca, ha fornito ai visitatori, con l’aiuto di un apparato divulgativo<br />

predisposto in loco, costituito da pannelli didattici, gli strumenti <strong>per</strong><br />

comprendere la metodologia propria dell’indagine archeologica,<br />

con particolare riferimento allo scavo eseguito in contesto urbano e<br />

<strong>il</strong>lustrato quanto emerso dal<strong>le</strong> indagini archeologiche in corso. Nella<br />

seconda piazza invece è stata proposta una <strong>per</strong>formance teatra<strong>le</strong>,<br />

che rivisitando un’o<strong>per</strong>a della tradizione classica, <strong>il</strong> Simposio di<br />

Platone, ha visto coinvolti giovani artisti locali di differente formazione<br />

ed es<strong>per</strong>ienza nell’intento di valorizzare <strong>il</strong> patrimonio <strong>le</strong>tterario e<br />

archeologico attraverso l’interazione di teatro, immagini e musica nel<br />

contesto dello scavo archeologico. Entrambe <strong>le</strong> attività sono state<br />

condotte <strong>per</strong> un fine settimana (2 giorni) e hanno registrato la presenza<br />

di circa 2000 <strong>per</strong>sone in ogni sito. Questa iniziativa risulta particolarmente<br />

adatta a testimoniare la possib<strong>il</strong>ità di fruizione turistica del<br />

patrimonio archeologico, in modo ancora più particolare trattandosi,<br />

nel caso specifico di patrimonio archeologico in corso di studio.<br />

Azzardiamo <strong>il</strong> termine di fruizione in corso d’o<strong>per</strong>a. Questo progetto<br />

testimonia come <strong>le</strong> due attività proprie di una Soprintendenza<br />

archeologica, la tutela e la valorizzazione, possano coesistere in termini<br />

non reciprocamente limitativi, ma assolutamente comp<strong>le</strong>mentari,<br />

l’una rivolta alla tutela in ambito conservativo, l’altra finalizzata ad<br />

una fruizione pubblica più consapevo<strong>le</strong> ed allargata del patrimonio<br />

cultura<strong>le</strong>. Senza dimenticare che la mission della Soprintendenza è la<br />

tutela, si è resa la popolazione partecipe del<strong>le</strong> o<strong>per</strong>azioni scientifiche<br />

svolte, comunicando ciò che l’istituzione sta facendo. Nella consapevo<strong>le</strong>zza<br />

che uno scavo in contesto urbano è <strong>il</strong> più del<strong>le</strong> volte<br />

inteso dalla comunità come dispendioso e inut<strong>il</strong>e ai fini del pubblico<br />

godimento, si sono forniti gli strumenti culturali <strong>per</strong> comprendere<br />

non solo <strong>le</strong> logiche che portano dalla tutela alla valorizzazione, ma<br />

l’importanza del <strong>paesaggio</strong> nascosto. Il cantiere evento garantisce <strong>il</strong><br />

dialogo con la maggior parte dei cittadini con i quali altrimenti un dialogo<br />

non sarebbe possib<strong>il</strong>e. Fruire un sito archeologico <strong>per</strong>mette alla<br />

comunità di riappropriarsi di un passato nascosto, fruire un sito in<br />

corso d’o<strong>per</strong>a garantisce al pubblico di sentirsi parte in causa nei <strong>le</strong>nti<br />

processi di tutela del bene cultura<strong>le</strong>. Allora la diffidenza di trasforma<br />

in voglia di sa<strong>per</strong>e e la voglia di sa<strong>per</strong>e in consapevo<strong>le</strong>zza dell’unicità<br />

e irriproducib<strong>il</strong>ità del proprio patrimonio. La tutela diventa indiretta e<br />

dialoga con la valorizzazione. Ecco <strong>per</strong>ché attività di tipo divulgativo<br />

(supporti didattici, visite guidate, fino a giungere a <strong>per</strong>formance teatrali<br />

e al<strong>le</strong>stimenti divulgativi e ricostruzioni virtuali) sebbene comportino<br />

sforzi economici notevoli, rientrano nei compiti degli istituti<br />

culturali: la diffusione della cultura è un obbligo etico oltre che istituziona<strong>le</strong>.

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