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il paesaggio “archeologico” - Ministero per i Beni e le Attività Culturali

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giungere da Arezzo a Roma e durante la Seconda Guerra Punica); fu<br />

solcata da grandi vie romane consolari (<strong>per</strong> tutte la via Ariminiensis<br />

che col<strong>le</strong>gava Arezzo a Rimini); fu, infine, divisa tra Bizantini e<br />

Longobardi.<br />

All’interno del progetto-quadro si pone un primo progetto riguardante<br />

l’area nord-orienta<strong>le</strong> della Alta Valtiberina ricadente interamente<br />

nel territorio del Comune di Anghiari; esso è ancora in corso di<br />

definizione tra la Soprintendenza, gli Enti locali, <strong>le</strong> strutture private e<br />

coo<strong>per</strong>ative o<strong>per</strong>anti sul territorio e alcuni Istituti Universitari, ma già<br />

si configura come progetto p<strong>il</strong>ota interattivo e multidisciplinare <strong>il</strong> cui<br />

scopo sarà quello di ricostruire la stratificazione del <strong>paesaggio</strong> attraverso<br />

i dati storici, archeologici, pa<strong>le</strong>oambientali, cartografici, e suo<br />

compito porre in relazione tra loro tutti coloro che variamente investono<br />

sul progetto al fine della tutela, valorizzazione, fruizione e<br />

gestione del territorio, anche con un approccio innovativo che tenga<br />

conto dei nuovi mezzi di comunicazione, i quali saranno ut<strong>il</strong>izzati<br />

<strong>per</strong> presentare non solo alla comunità loca<strong>le</strong>, ma anche al più vasto<br />

pubblico disponib<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> progetto e <strong>le</strong> fasi di realizzazione in corso<br />

d’o<strong>per</strong>a.<br />

I due obbiettivi avranno una prima verifica con una mostra degli<br />

oggetti recu<strong>per</strong>ati sul territorio e con la gestione a<strong>per</strong>ta a contributi<br />

esterni, nell’ottica della creazione di una serie di aree archeologiche<br />

all’a<strong>per</strong>to da dare in gestione all’esterno.<br />

La <strong>le</strong>ttura del <strong>paesaggio</strong> antico, oltre che un valido supporto alla<br />

comprensione dei mutamenti idro-geologici e agrari-storici, si pone<br />

nell’ottica della migliore comprensione della realtà ambienta<strong>le</strong> odierna<br />

e, ai fini della tutela archeologica, <strong>per</strong> predisporre del<strong>le</strong> linee<br />

guida di uso del territorio nei Piani strutturali comunali e sovracomunali.<br />

L’indicazione di una gerarchia di rischio archeologico <strong>per</strong> chi<br />

deve concedere i <strong>per</strong>messi urbanistici, se inserita in un quadro paesaggistico<br />

storico, sarà, forse, meglio accettata e condivisa. La ricostruzione<br />

del <strong>paesaggio</strong> archeologico, senza niente togliere alla<br />

necessità di sv<strong>il</strong>uppo urbano e industria<strong>le</strong>, aiuta, inoltre, a disporre<br />

del territorio in un momento che, a seguito del declinare della crescita<br />

industria<strong>le</strong>, dovrà trovare una nuova vocazione.<br />

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