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Emigrazione italiana in Olanda - COMITES-Olanda

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Grafico 1.6 Emigrazioni dall’Italia, 1945-1976<br />

Dim<strong>in</strong>uì l’espatrio nei paesi transoceanici poiché rispetto al primo ventennio del secolo, vi era<br />

maggiore convenienza ad emigrare <strong>in</strong> Europa. Infatti, <strong>in</strong> alcuni paesi europei erano migliorate le<br />

assicurazioni sociali per gli operai, e le quotazioni di alcune monete erano elevate rispetto alla<br />

lira <strong>italiana</strong>. Negli anni immediatamente successivi alla guerra, sul territorio italiano, una parte<br />

significativa della popolazione non aveva una casa e soffriva per la mancanza dei generi di prima<br />

necessità. I tassi di disoccupazione e di mortalità <strong>in</strong>fantile erano ancora elevati e il 42,2 per cento<br />

della popolazione attiva (il 56,9 per cento al sud) si guadagnava ancora da vivere con<br />

l’agricoltura 42 . Sostenuta dagli aiuti americani del piano Marshall l’<strong>in</strong>dustria nel nord Italia si<br />

riprese dalle devastazioni della guerra. Non si riprese, <strong>in</strong>vece, l’agricoltura meridionale 43 . La<br />

riforma agraria, avviata negli anni ’50, avanzò lentamente e soltanto <strong>in</strong> alcune aree. La<br />

distribuzione di terre non fu sufficiente per superare i limiti di un’agricoltura praticata su scala<br />

ridotta e su terreni marg<strong>in</strong>ali 44 . Per queste ragioni, l’alternativa alla fame e alla miseria per le<br />

42<br />

Cfr. Paul G<strong>in</strong>sborg, Storia d’Italia dal dopoguerra a oggi. Società e politica 1943-1988, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 1989, p.<br />

283.<br />

43<br />

Gli stanziamenti di cui beneficiò l’Italia nel dopoguerra ammontarono all’11% del totale Erp (European Recovery<br />

Program), ma non tutti gli aiuti dest<strong>in</strong>ati a rimettere <strong>in</strong> sesto l’<strong>in</strong>dustria e a f<strong>in</strong>anziare <strong>in</strong>vestimenti agricoli e opere<br />

pubbliche vennero impiegati a questo scopo. La cattiva gestione degli aiuti americani da parte del governo italiano<br />

contribuì allo squilibrio della ripresa economica <strong>italiana</strong> degli anni c<strong>in</strong>quanta. In tale situazione, la politica di<br />

emigrazione venne considerata, ancora una volta, una leva importante per una graduale evoluzione economica,<br />

cfr.V. Castronovo, La storia economica, <strong>in</strong> “Storia d’Italia. Dall’Unità a oggi”, volume IV, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 1975,<br />

pp. 383-385.<br />

44<br />

Per Valerio Castronovo il problema fondamentale nasceva dal fatto che alla base della riforma agraria non vi fu<br />

un’impostazione politico-economica di lungo periodo, ma un obiettivo immediato volto ad abbassare il tasso di<br />

disoccupazione appellandosi ad un’economia agricola di sussistenza, cfr. V. Castronovo, La storia economica, <strong>in</strong><br />

“Storia d’Italia. Dall’Unità a oggi”, volume IV, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 1975, p. 394.<br />

22

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