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Emigrazione italiana in Olanda - COMITES-Olanda

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netta tra l’esperienza operaia e il passato contad<strong>in</strong>o 158 . Si è <strong>in</strong>vece coagulato un sistema di valori<br />

comuni costruito <strong>in</strong>torno a fattori presenti sia nella condizione rurale orig<strong>in</strong>aria, che <strong>in</strong> quella<br />

operaia, come ad esempio nell’etica del lavoro, di cui si accennava nel precedente paragrafo. Le<br />

dure prescrizioni dettate dal lavoro contad<strong>in</strong>o come da quello <strong>in</strong>dustriale, non consentivano<br />

svaghi, perdite di tempo, sprechi, distrazioni, ma esigevano impegno, sacrificio e ubbidienza.<br />

L’etica del lavoro rappresentava qu<strong>in</strong>di un generico senso di appartenenza al luogo o all’azienda<br />

presso cui si lavorava, anche se non si consolidava <strong>in</strong> un’identità di fabbrica fortemente coesa <strong>in</strong><br />

cui i diversi lavoratori si riconoscevano. La condivisione di certi valori legati al mondo del<br />

lavoro non ha portato alla formazione di un’identità operaia, ma ha azzerato potenziali elementi<br />

di conflitto e sicuramente favorito il processo di <strong>in</strong>tegrazione successiva degli italiani nella<br />

società olandese (si veda il paragrafo 2.2.1). Il fatto che non si sia formata una identità collettiva<br />

all’<strong>in</strong>terno della fabbrica è dipeso però anche da altri fattori legati alla storia<br />

dell’<strong>in</strong>dustrializzazione olandese e alla politica del consenso. In <strong>Olanda</strong> il processo di<br />

<strong>in</strong>dustrializzazione e la nascita di una classe operaia <strong>in</strong>dustriale si sono verificati ad un ritmo<br />

piuttosto veloce ma <strong>in</strong> ritardo rispetto ad altri Paesi europei. Un grande proletariato <strong>in</strong>dustriale<br />

non si sviluppò f<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e del diciannovesimo secolo, molto tempo dopo l’istituzione dei<br />

movimenti socialisti <strong>in</strong> tutta l’Europa 159 . I s<strong>in</strong>dacati comparvero tardi <strong>in</strong> <strong>Olanda</strong>, e le unioni dei<br />

lavoratori f<strong>in</strong>o al 1870 erano illegali. Scioperi su piccola scala e blocchi erano comuni, ma il<br />

numero degli scontri fra i grandi s<strong>in</strong>dacati e lo stato era molto limitato, tant’è che la parola<br />

<strong>in</strong>glese “strike”(sciopero) non venne tradotta nel l<strong>in</strong>guaggio olandese col term<strong>in</strong>e “stak<strong>in</strong>g” f<strong>in</strong>o<br />

al 1870. Nonostante f<strong>in</strong>o al 1872 vigesse una legge che vietava gli scioperi, il governo olandese<br />

non mise mai <strong>in</strong> discussione la libertà di associazione e d’assemblea stabilita dalla costituzione<br />

del 1848. D’altra parte i pr<strong>in</strong>cipali s<strong>in</strong>dacati sono sempre stati tendenzialmente moderati nelle<br />

loro richieste e nelle loro azioni nei confronti della controparte rappresentata dal governo<br />

olandese 160 . L’atteggiamento dei lavoratori olandesi è stato sempre ossequioso nei rapporti con i<br />

datori di lavoro, e gli elementi della lotta di classe sono sempre stati scarsamente presenti nelle<br />

loro mobilitazioni. Data questa situazione, fu ancora più difficile per gli immigrati italiani<br />

acquisire una cultura s<strong>in</strong>dacale e di “classe” nelle fabbriche olandesi, non avendo essi avuto<br />

alcuna esperienza <strong>in</strong>dustriale e s<strong>in</strong>dacale precedente a cui potersi appellare. Coloro che si<br />

rivolgevano al s<strong>in</strong>dacato, generalmente quello cattolico o socialista, lo facevano solo per<br />

riceverne supporto per le questioni burocratiche (come ad esempio per compilare il modello della<br />

158 Un esempio di sovrapposizione tra identità contad<strong>in</strong>a e <strong>in</strong>dustriale è dato da Francesco Piva, Contad<strong>in</strong>i <strong>in</strong><br />

fabbrica. Il caso Marghera: 1920-1945, Lavoro, Roma 1991.<br />

159 A. Lijphart, The politics of accomodation. Pluralism and Democracy <strong>in</strong> the Netherlands, Berkeley 1968, p. 97.<br />

160 Ibid., p. 108.<br />

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