Emigrazione italiana in Olanda - COMITES-Olanda
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paragrafi successivi si vedrà che la capacità di adattamento alle nuove circostanze sul lavoro<br />
ha permesso l’ascesa sociale degli immigrati italiani <strong>in</strong> <strong>Olanda</strong>. In alcuni casi si è trattato di<br />
piccole capacità imprenditoriali <strong>in</strong> cui l’etica del lavoro e il sacrificio hanno giocato un ruolo<br />
fondamentale.<br />
2.2.2 De Demka staalfabrieken<br />
A partire dagli <strong>in</strong>izi del ventesimo secolo la città di Utrecht occupò una posizione centrale<br />
nell’<strong>in</strong>dustria olandese per l’ubicazione di importanti aziende come la Werkspoor, famosa per la<br />
produzione di macch<strong>in</strong>ari e materiale ferroviario, i laboratori di costruzione Jaffa e Drakenburgh,<br />
e la Douwe Egberts nota per la torrefazione del caffè. Nel 1915 entrò <strong>in</strong> funzione la fonderia di<br />
acciaio Demka che nel secondo dopoguerra assorbì numerosi lavoratori stranieri ospitati nella<br />
città di Utrecht 143 . In questo paragrafo viene data particolare attenzione allo stabilimento Demka<br />
che durante il periodo del reclutamento dei lavoratori ospiti impiegò circa c<strong>in</strong>quecento italiani.<br />
La fabbrica prese il nome dal suo proprietario Mu<strong>in</strong>ck Keizer (De M-u<strong>in</strong>ck K-eizer). Nel 1917<br />
contava 230 dipendenti, formati da olandesi provenienti pr<strong>in</strong>cipalmente dall’area di Gron<strong>in</strong>gen e<br />
belgi fuggiti <strong>in</strong> <strong>Olanda</strong> durante la prima guerra mondiale. Dopo la seconda mondiale fu più<br />
difficile trovare lavoratori locali disposti a svolgere quel lavoro sporco e pesante. Negli anni<br />
c<strong>in</strong>quanta la Demka, come altre fabbriche olandesi, <strong>in</strong>iziò a reclutare lavoratori stranieri 144 . La<br />
federazione dei datori di lavoro nell’<strong>in</strong>dustria di metallo (Federatie van<br />
Werkgeversvakverenig<strong>in</strong>gen <strong>in</strong> de Metaal<strong>in</strong>dustrie) (FME) decise di reclutare lavoratori <strong>in</strong> Italia<br />
nel 1955. Nel marzo del 1961 all’acciaieria Demka lavoravano circa 70 italiani. Le ditte<br />
olandesi dovettero però affrontare la concorrenza soprattutto delle ditte tedesche e svedesi che<br />
offrivano un salario più alto ai lavoratori italiani. Infatti nel periodo post-bellico il governo<br />
olandese pensò di poter scongiurare la disoccupazione con un programma di rapida<br />
<strong>in</strong>dustrializzazione. Trovare nuovi sbocchi per le esportazioni e mantenere un bilancio di<br />
pagamenti positivo fu particolarmente difficile per la perdita delle Indie Orientali olandesi e la<br />
fondazione della Repubblica dell’Indonesia nel 1949. Fu necessario ridurre i salari e produrre a<br />
costi più bassi dei paesi vic<strong>in</strong>i, tant’è che nella Comunità Economica Europea i politici olandesi<br />
vennero accusati di “dump<strong>in</strong>g sociale” 145 . Agli <strong>in</strong>izi degli anni Sessanta i salari olandesi erano<br />
143<br />
Fonte: www.iisg.nl/archives/en/files/d/10771136.php<br />
144<br />
Fonte: www.hetutrechtsarchief.nl/werkstukken/onderwerpen/fabrieken<br />
145<br />
Per “dump<strong>in</strong>g sociale” si <strong>in</strong>tende la massimizzazione dei profitti perseguita violando alcuni diritti dei lavoratori<br />
(ad esempio utilizzando il lavoro m<strong>in</strong>orile, dando bassi salari, fornendo condizioni di lavoro precarie <strong>in</strong> materia di<br />
salute e sicurezza ecc.), cfr. Dario Salerni, Il sistema di relazioni <strong>in</strong>dustriali <strong>in</strong> Italia. Fenomeni e leggi di un caso<br />
atipico, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna 1981.<br />
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