Emigrazione italiana in Olanda - COMITES-Olanda
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esidenti all’estero dim<strong>in</strong>uì tra l’<strong>in</strong>izio degli anni settanta e il 1981, ma non tanto quanto si<br />
aspettavano i paesi d’accoglienza.<br />
Tabella 1.8 Rimpatri verso l’Italia, 1945-1976<br />
Anno Numero di emigrati Anno Numero di emigrati<br />
1945 0 1961 210.196<br />
1946 4.558 1962 229.088<br />
1947 65.529 1963 221.150<br />
1948 119.261 1964 190.168<br />
1949 118.626 1965 196.376<br />
1950 72.034 1966 206.486<br />
1951 91.904 1967 169.328<br />
1952 96.900 1968 150.027<br />
1953 103.038 1969 153.298<br />
1954 107.200 1970 142.503<br />
1955 118.583 1971 128.572<br />
1956 155.293 1972 138.246<br />
1957 163.277 1973 125.168<br />
1958 139.038 1974 116.708<br />
1959 156.121 1975 122.774<br />
1960 192.235 1976 115.997<br />
Fonte: Gianfausto Rosoli, Un secolo di emigrazione <strong>italiana</strong> 1876-1976,Centro Studi<br />
<strong>Emigrazione</strong>, Roma 1978<br />
Negli anni Settanta molti “ospiti temporanei” si stabilirono ormai nei paesi d’accoglienza,<br />
avendo una moglie, un posto di lavoro stabile e figli nati ed educati nella nuova patria. Molti<br />
lavoratori ospiti divennero cittad<strong>in</strong>i di seconda classe, stranieri residenti nei paesi dove<br />
lavoravano che conservavano la loro cittad<strong>in</strong>anza d’orig<strong>in</strong>e pur vivendo stabilmente all’estero 53 .<br />
Come spiega Donna Gabaccia, gli emigrati italiani sovente venivano disprezzati non solo negli<br />
altri paesi europei ma anche nel loro stesso paese; i meridionali trasferitisi nelle città dell’Italia<br />
settentrionale diventarono “immigrati” per la gente del luogo. Valerio Castronovo analizza le<br />
cause della recessione, precisando però che il movimento degli espatri non co<strong>in</strong>cise esattamente<br />
col ciclo economico; <strong>in</strong>fatti la riduzione dell’emigrazione <strong>in</strong>iziò nel 1967, mentre l’<strong>in</strong>versione<br />
del ciclo si ebbe nel 1970. Secondo la sua tesi, la divergenza tra numero di espatri e ribasso<br />
economico va attribuita ad una serie di squilibri dello sviluppo economico che causarono un<br />
rallentamento della crescita ma non una depressione 54 . Anche se non si era ancora <strong>in</strong> una fase di<br />
53<br />
D. Gabaccia, Emigranti. Le diaspore degli italiani dal Medioevo a oggi, E<strong>in</strong>audi,Tor<strong>in</strong>o 2003, p. 250.<br />
54<br />
Con la f<strong>in</strong>e della seconda guerra mondiale l’economia dei paesi occidentali entrò <strong>in</strong> una fase di sviluppo<br />
economico accelerato. Tuttavia, l’economia dell’epoca, fu accompagnata da elementi negativi, primo fra tutti<br />
l’<strong>in</strong>flazione, dovuta all’offerta sempre <strong>in</strong>feriore alle domanda, la quale lievitava per l’aumento della popolazione e<br />
per il soddisfacimento di nuovi bisogni, che causò degli squilibri nel mercato del lavoro. Tali squilibri furono<br />
registrati già nel periodo di espansione economica, nel 1971 presero il sopravvento e il ciclo entrò nella fase di<br />
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