Emigrazione italiana in Olanda - COMITES-Olanda
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CAPITOLO 3. TRA L’INTEGRAZIONE E LA NON-ASSIMILAZIONE<br />
3.1 Gli albori dell’esperienza migratoria<br />
3.1.1 Assimilazionismo e multiculturalismo<br />
Come si è visto nel capitolo precedente, per gli immigrati italiani l’assenza di una tradizione<br />
s<strong>in</strong>dacale e di lotte e conflitti di classe sicuramente facilitò il loro <strong>in</strong>gresso nelle fabbriche<br />
olandesi e più <strong>in</strong> generale nella società ospitante. Il carattere “docile” e <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>e al duro lavoro che<br />
li caratterizzava neutralizzò l’idea di pericolosità che poteva affiancare l’immag<strong>in</strong>e degli<br />
emigrati italiani, trasformandoli <strong>in</strong> un gruppo di immigrati facilmente assimilabili. Oggi<br />
l’immag<strong>in</strong>e più diffusa degli immigrati italiani <strong>in</strong> <strong>Olanda</strong> è quella di persone completamente<br />
assorbite dalla società olandese. Come spiegano Vermeulen e Penn<strong>in</strong>x occorre però fare una<br />
dist<strong>in</strong>zione tra assimilazione e <strong>in</strong>tegrazione. In <strong>Olanda</strong>, come <strong>in</strong> altri paesi di immigrazione, le<br />
politiche migratorie per un lungo periodo cercarono di raggiungere un alto grado di unità<br />
culturale e annullare le diseguaglianze tra le m<strong>in</strong>oranze etniche e la maggioranza della<br />
popolazione soprattutto attraverso l’imposizione della l<strong>in</strong>gua nazionale. Alla f<strong>in</strong>e degli anni<br />
Sessanta queste politiche def<strong>in</strong>ite “assimilazioniste” vennero messe <strong>in</strong> discussione da una<br />
concezione più pluralista dello stato. Soprattutto dopo la crisi petrolifera del 1973, con la<br />
transizione dalle società <strong>in</strong>dustriali a quelle post-<strong>in</strong>dustriali e la f<strong>in</strong>e dell’epoca dei nazionalismi,<br />
fece la sua comparsa il term<strong>in</strong>e “multiculturalismo” come per designare la politica degli stati nei<br />
confronti degli immigrati e delle m<strong>in</strong>oranze etniche. Le nuove politiche migratorie<br />
multiculturaliste, <strong>in</strong>trodotte <strong>in</strong> <strong>Olanda</strong> agli <strong>in</strong>izi degli anni Settanta, <strong>in</strong>tendevano promuovere la<br />
tolleranza e il rispetto per le differenze culturali. In questo periodo venne <strong>in</strong>trodotto anche il<br />
concetto di “<strong>in</strong>tegrazione”. L’<strong>in</strong>tegrazione a differenza dell’assimilazione non <strong>in</strong>dica un<br />
appiattimento culturale, al contrario descrive una condizione nella quale i diversi gruppi etnici<br />
mantengono i propri caratteri culturali e l’unicità di gruppo, per cui nelle politiche migratorie<br />
multiculturaliste si preferisce il primo term<strong>in</strong>e al secondo 180 . Quando oggi si parla degli italiani<br />
<strong>in</strong> <strong>Olanda</strong> si usa spesso il term<strong>in</strong>e “assimilazione” come per <strong>in</strong>dicare un processo di<br />
normalizzazione che gradualmente ha reso <strong>in</strong>visibili gli italiani come gruppo di stranieri<br />
all’<strong>in</strong>terno della società olandese. Partendo dalla dist<strong>in</strong>zione tra “assimilati” e “<strong>in</strong>tegrati” messa a<br />
fuoco da Vermeulen e Penn<strong>in</strong>x, sarebbe però più opportuno parlare di “<strong>in</strong>tegrazione” poiché,<br />
sebbene gli italiani emigrati <strong>in</strong> <strong>Olanda</strong> come lavoratori ospiti abbiano successivamente raggiunto<br />
posizioni sociali pari a quelle della classe media olandese, certi valori tradizionali e le differenze<br />
culturali che li caratterizzavano non sono scomparsi, anzi, spesso essi sono stati accentuati.<br />
180 Cfr. H. Vermeulen, R. Penn<strong>in</strong>x, Immigrant <strong>in</strong>tegration: the Dutch case, Het Sp<strong>in</strong>huis, Amsterdam 2000.<br />
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