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Emigrazione italiana in Olanda - COMITES-Olanda

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necessario guardare anche alle strutture delle società ospitante e a cosa questa società offriva agli<br />

immigrati. La società olandese negli anni del boom economico del secondo dopoguerra era<br />

strutturata secondo un sistema di verzuil<strong>in</strong>g 11 , ovvero di suddivisione verticale, che<br />

probabilmente facilitò l’<strong>in</strong>tegrazione degli italiani nella comunità olandese offrendo a questi<br />

immigrati la possibilità di <strong>in</strong>serirsi <strong>in</strong> uno o più gruppi di appartenenza già costituiti. Il sistema<br />

delle zuilen consisteva <strong>in</strong> una suddivisione della società olandese <strong>in</strong> base all’appartenenza<br />

religiosa e alla classe sociale. Questi gruppi sociali verticali (o anche sottoculture) erano quattro<br />

e co<strong>in</strong>cidevano rispettivamente con il blocco cattolico, il blocco calv<strong>in</strong>ista, e il blocco così detto<br />

“secolare” (ovvero laico, non ecclesiastico), diviso a sua volta <strong>in</strong> due sottogruppi: liberale e<br />

socialista. Il sistema delle zuilen (colonne) garantiva un’appartenenza identitaria all’<strong>in</strong>terno di<br />

spazi circoscritti. Ogni gruppo aveva i suoi organismi per supportare i suoi membri <strong>in</strong> ogni<br />

aspetto della vita quotidiana dalla culla alla tomba: chiese, partiti politici, s<strong>in</strong>dacati, associazioni<br />

dei datori di lavoro, casse di risparmio, ospedali, scuole, università, giornali, radio e televisioni,<br />

associazioni culturali, musicali e sportive 12 . Per comprendere questo tipo di divisione sociale<br />

bisogna pensare che la differenza su cui si basava non era solo di tipo orizzontale, come la<br />

descrive Alberto Cirese, dom<strong>in</strong>ante sopra e dom<strong>in</strong>ato sotto 13 , ma era anche verticale (tra persone<br />

della stessa posizione socio-economica ma appartenenti a religioni diverse). Le scelte<br />

matrimoniali degli immigrati italiani ad Utrecht sembravano esaurirsi all’<strong>in</strong>terno di una “classe”<br />

leggermente superiore alla propria, ma all’<strong>in</strong>terno del gruppo religioso al quale essi si sentivano<br />

più vic<strong>in</strong>i, cioè quello cattolico. In realtà gli italiani arrivarono quando questo sistema strutturale<br />

era già al tramonto. Con il processo di secolarizzazione il sistema delle zuilen si sfaldò<br />

gradualmente, determ<strong>in</strong>ando un cambiamento del panorama sociale e culturale olandese. Gli<br />

immigrati italiani si <strong>in</strong>serirono con le rispettive mogli olandesi <strong>in</strong> questo nuovo scenario sociale<br />

all’<strong>in</strong>segna di un processo di emancipazione generale. In questa tesi sono presenti delle<br />

riflessioni sui mutamenti dell’identità degli immigrati italiani nella città di Utrecht, e sul ruolo<br />

determ<strong>in</strong>ante che hanno avuto le relazioni matrimoniali nel loro processo di <strong>in</strong>tegrazione 14 .<br />

L’<strong>in</strong>tegrazione è dimostrata dalla riuscita economica di questi italiani dopo i primi anni <strong>in</strong><br />

fabbrica e dalla padronanza della l<strong>in</strong>gua olandese, contro la scarsa conoscenza della l<strong>in</strong>gua<br />

11<br />

Non esiste un term<strong>in</strong>e italiano corrispondente al term<strong>in</strong>e olandese verzuil<strong>in</strong>g. Letteralmente la traduzione sarebbe<br />

“compartimentazione”, tuttavia non è propriamente corretta se si vuole <strong>in</strong>dicare un sistema di suddivisione sociale<br />

basato su raggruppamenti verticali. Nella letteratura <strong>in</strong>glese il term<strong>in</strong>e è stato tradotto con quello di “pilarization”<br />

che <strong>in</strong>dica una divisione <strong>in</strong> “pilastri” o “colonne”.<br />

12<br />

Paul Arblaster, A history of the Low Countries, Palgrave Macmillan , Bas<strong>in</strong>gstoke 2006.<br />

13<br />

Cfr. Alberto Mario Cirese, Cultura egemonica e culture subalterne: rassegna di studi sul mondo popolare<br />

tradizionale, Palumbo, Palermo 1998.<br />

14<br />

Per <strong>in</strong>tegrazione si <strong>in</strong>tende un processo attraverso il quale si realizza un adattamento reciproco di sistemi culturali<br />

differenti che entrano <strong>in</strong> contatto fra loro. Per una def<strong>in</strong>izione tecnica del term<strong>in</strong>e si rimanda a Ugo Fabietti,<br />

Francesco Remotti, Dizionario di antropologia, Zanichelli editore S.p.A., Bologna 1997.<br />

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