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Cortina Inverno

Eccoci arrivati al decimo numero di CORTINA.TOPic. Una bella strada, quella che abbiamo percorso assieme. Con un obiettivo interessante, quello di dar vita — cinque stagioni or sono — a una rivista dalla doppia vocazione: di approfondimento e promozione, capace di immortalare la Cortina che ci piace e di dar voce a chi la ama, guardando sempre al futuro, forti di un illustre passato.

Eccoci arrivati al decimo numero di CORTINA.TOPic.
Una bella strada, quella che abbiamo percorso assieme. Con
un obiettivo interessante, quello di dar vita — cinque stagioni
or sono — a una rivista dalla doppia vocazione: di approfondimento
e promozione, capace di immortalare la Cortina che
ci piace e di dar voce a chi la ama, guardando sempre al futuro, forti di un
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Turismo,<br />

un Bene sostenibile<br />

La Fondazione Dolomiti, a partire dall’inserimento<br />

delle Dolomiti nel Patrimonio<br />

dell’Umanità (Siviglia, 2009), è l’interlocutore<br />

ufficiale dell’UNESCO, a fronte di una<br />

pluralità di territori, governati da cinque province e<br />

due regioni, sui quali il Bene “emblematico” delle Dolomiti<br />

si colloca. Lo scopo della Fondazione è quello<br />

di promuovere la conoscenza, la conservazione e la<br />

valorizzazione del Bene, attraverso la gestione diretta<br />

di azioni o il coordinamento delle singole province.<br />

Obiettivi: l’armonizzazione delle politiche turistiche e<br />

dei progetti di mobilità sostenibile al fine di perseguire<br />

uno sviluppo equilibrato; la formazione e la ricerca<br />

orientate alla maggiore consapevolezza delle popolazioni<br />

alle scelte riguardanti il territorio; lo studio e la<br />

divulgazione delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche<br />

del Bene; la conoscenza dell’ambiente e<br />

la sua valorizzazione, insieme a quella del Bene, attraverso<br />

la gestione delle aree protette. Il riferimento al<br />

Bene UNESCO e all’attività propria della Fondazione<br />

richiamano all’attenzione i problemi dell’abbandono<br />

della montagna, dell’obsolescenza delle attività del<br />

territorio alpino — l’agricoltura in primo luogo —, del<br />

turismo intenso e spesso aggressivo per l’ambiente,<br />

del territorio talora “consumato” con scarso senso<br />

di responsabilità e degli abitati montani in tutto o in<br />

parte abbandonati e tristi. Si può fondatamente affermare<br />

che l’inserimento nel Patrimonio mondiale<br />

conferisca al Bene Dolomiti un valore aggiunto, che<br />

può configurarsi come leva importante per un riposizionamento<br />

della montagna in un contesto di maggiore<br />

consapevolezza sociale e di attrattività territoriale.<br />

Per fare questo, però, c’è bisogno di una diffusa<br />

presa di coscienza, del superamento delle differenze<br />

e, nel contempo, della valorizzazione delle peculiarità<br />

e delle sinergie fra i territori per riuscire a suscitare<br />

l’impegno delle giovani generazioni e far conoscere le<br />

tradizioni e i valori propri di questi luoghi.<br />

È un sogno? No, una passione.<br />

Paola Matonti<br />

direttore dell’Unità di coordinamento<br />

della Fondazione dolomiti UNESCo<br />

18<br />

priMo piano<br />

Italia-Germania:<br />

una partita per l’Europa<br />

Vorrei che sia in Baviera sia in Italia, specie in quelle regioni più collegate a<br />

questo grande Land del sud della Germania, si tornasse a pensare all’Europa.<br />

L’euro è l’Europa, ma l’Europa è molto di più dell’euro. Se si perde<br />

di vista l’obiettivo finale, i sacrifici e le riforme, diventano fini a se stessi,<br />

risvegliando egoismi e antipatie nazionali, ritorcendosi contro la stessa idea di Europa.<br />

Visto dalla Baviera o dall’Italia il problema è il medesimo: fuoriuscire dal circolo<br />

vizioso dei dibattiti veri, ma circoscritti — sulla crisi finanziaria, sulle malefatte della<br />

burocrazia europea e sul tornaconto delle singole nazioni — dando invece anche alla<br />

gente comune la prospettiva del lungo termine e delle sfide che solo l’Europa nel suo<br />

complesso può raccogliere; difendere i suoi valori, la sua concezione dei diritti umani<br />

e della sostenibilità ambientale e sociale, nonché un sistema economico e politico che<br />

metta in posizione centrale l’individuo e non il profitto o il “risultato a tutti i costi”.<br />

L’interesse con cui altri Paesi europei guardano alle elezioni nazionali in Francia, in<br />

Spagna e adesso anche in Italia é una conferma della crescente interdipendenza. Molti<br />

bavaresi vorrebbero votare alle elezioni italiane perché probabilmente intuiscono<br />

che le scelte degli italiani hanno ripercussioni che non sono limitate alla sola Italia.<br />

Il sogno sarebbe pertanto non solo quello di una Europa che torni a essere vista dai<br />

cittadini come un bene comune, ma anche quello di uno spazio in cui le competenze<br />

nazionali siano esercitate in maniera responsabile e rispettosa della “casa comune<br />

europea”. Il sogno sarebbe completo se il nuovo incontro tra Europa e cittadini e l’uso<br />

responsabile delle autonomie generasse anche una fiducia diffusa sulla cui base<br />

favorire un’autentica circolazione e competizione delle idee e delle culture specie sul<br />

piano interregionale. In fondo, non scopriremmo nulla di nuovo: abbiamo già vissuto<br />

esperienze come il Rinascimento e l’Illuminismo o certe simbiosi culturali come la<br />

Mitteleuropa. La sola differenza di notevole rilievo è che oggi la trasmissione delle<br />

idee è fortemente accelerata e la loro diffusione è estremamente capillare. Si potrebbero<br />

quindi creare le premesse per un mondo più ricco, più vitale e più dinamico. Direi<br />

che il sogno si interrompe qui e non é detto che esso non possa realizzarsi.<br />

Filippo Scammacca del Murgo<br />

Console generale d’Italia a Monaco di Baviera

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