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Cortina Inverno

Eccoci arrivati al decimo numero di CORTINA.TOPic. Una bella strada, quella che abbiamo percorso assieme. Con un obiettivo interessante, quello di dar vita — cinque stagioni or sono — a una rivista dalla doppia vocazione: di approfondimento e promozione, capace di immortalare la Cortina che ci piace e di dar voce a chi la ama, guardando sempre al futuro, forti di un illustre passato.

Eccoci arrivati al decimo numero di CORTINA.TOPic.
Una bella strada, quella che abbiamo percorso assieme. Con
un obiettivo interessante, quello di dar vita — cinque stagioni
or sono — a una rivista dalla doppia vocazione: di approfondimento
e promozione, capace di immortalare la Cortina che
ci piace e di dar voce a chi la ama, guardando sempre al futuro, forti di un
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88<br />

La nostra rivista è stata media<br />

partner dell’iniziativa: per questo<br />

pubblichiamo in versione integrale<br />

il post che si è aggiudicato il premio<br />

speciale <strong>Cortina</strong>’s Story (arrivato<br />

secondo anche nella classifica<br />

popolare che si è espressa su<br />

Internet con 277 commenti).<br />

1°<br />

2°<br />

2°<br />

I PRIMI ClASSIFICAtI<br />

Il Corvo a tre zampe…<br />

di Lorenzo Filipaz, Trieste<br />

La montagna senza la morte<br />

di Federico Balzan, Belluno<br />

L’ultimo tabù delle Dolomiti<br />

di Massimo Bursi, Buttapietra, Verona<br />

CloSE UP<br />

“PoSt”<br />

SCRIPtUM<br />

Coinvolgere gli amanti delle vette e raccontare<br />

esperienze ad “alto tasso” di emozioni: questo<br />

l’obiettivo di Blogger Contest.2012 racconta<br />

la tua montagna, il concorso ideato durante<br />

l’estate dalla rivista Le Dolomiti Bellunesi<br />

a cui hanno partecipato ben 30 post<br />

277<br />

In beata solitudine, di Alberto Piovesan, Breda di Piave, Treviso<br />

Guardo furtivamente l’altimetro, segna 2.670 metri e, per quanto<br />

mi sforzi di non farlo, prendo coscienza che mancano ancora quasi<br />

600 metri di dislivello, quindi più o meno altre due o tre ore di fatica.<br />

Sto per terminare la tranquilla ed arrampicabilissima ferrata Punta<br />

Anna, nella zona di <strong>Cortina</strong> d’Ampezzo. Ecco, ci sono: arrivo su una<br />

panoramica crestina, circa 40 metri più in alto, ma le nuvole mi<br />

impediscono di vedere alcunché. Eppure avevo guardato le previsioni<br />

meteo! La bellissima Tofana di Rozes, ad ovest rispetto al mio percorso,<br />

è ammantata di nubi innocue, però distinguo chiaramente le molte<br />

persone che, desiderose di ammirare il panorama che offrono vette<br />

come questa, oggi arriveranno ai suoi 3.225 metri.<br />

Diavolo! Quante sono? Sembra un pellegrinaggio.<br />

Io ho trovato molta gente solo all’inizio della ferrata ma,<br />

fortunatamente, ora sono in beata solitudine con il mio obiettivo: la<br />

Tofana di Mezzo, a 3.244 metri.<br />

È la mia prima uscita in solitaria. Niente amici, niente ansiosi genitori al<br />

seguito. Io e la mia grande passione, la Montagna.<br />

Accelero il passo, voglio mettermi un po’ alla prova e arrivare al limite:<br />

il limite che ti fa dire «Basta, riporta respirazione e battito del cuore<br />

a livelli accettabili». Non si dovrebbe fare, bisognerebbe mantenere<br />

un passo costante ma, mentalmente, esclamo un «chissenefrega». In<br />

fin dei conti non devo preoccuparmi di compagni che arrancano o che<br />

vanno più forte di me. Sono solo.<br />

Mi fermo due minuti, bevo un po’ d’acqua, mi guardo un attimo attorno:<br />

il cielo si apre e il sole inizia a picchiare. Solo ora scorgo due persone che

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