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Cortina Inverno

Eccoci arrivati al decimo numero di CORTINA.TOPic. Una bella strada, quella che abbiamo percorso assieme. Con un obiettivo interessante, quello di dar vita — cinque stagioni or sono — a una rivista dalla doppia vocazione: di approfondimento e promozione, capace di immortalare la Cortina che ci piace e di dar voce a chi la ama, guardando sempre al futuro, forti di un illustre passato.

Eccoci arrivati al decimo numero di CORTINA.TOPic.
Una bella strada, quella che abbiamo percorso assieme. Con
un obiettivo interessante, quello di dar vita — cinque stagioni
or sono — a una rivista dalla doppia vocazione: di approfondimento
e promozione, capace di immortalare la Cortina che
ci piace e di dar voce a chi la ama, guardando sempre al futuro, forti di un
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la mostra sull’antica Ferrovia<br />

delle dolomiti, ideata<br />

da Evaldo Gaspari con la<br />

supervisione del curatore<br />

Roberto Casanova, sarà<br />

in esposizione nelle sale<br />

dell’Alexander Girardi Hall fino<br />

a Pasqua. Chiuso il lunedì.<br />

Info: + 39 0436 869086<br />

«E<br />

allora io quasi quasi prendo<br />

il treno e vengo, vengo da<br />

te, ma il treno dei desideri nei<br />

miei pensieri all’incontrario<br />

va...»: cantava Celentano in<br />

Azzurro. All’incontrario, proprio<br />

come la mostra sulla Ferrovia<br />

delle Dolomiti, in esposizione quest’inverno<br />

all’Alexander Hall di <strong>Cortina</strong>, che ci fa percorrere<br />

sulle ali del passato l’epopea della strada ferrata<br />

tra i nostri monti. Quando avere una ferrovia<br />

quassù era un orgoglio nazionale. Soprattutto<br />

con l’arrivo dell’elettrificazione nel 1929, che fece<br />

fare un salto di qualità alla prima ferrovia del 1921<br />

nata a sua volta dalla povera Feldbahn di guerra,<br />

e divenuta, come racconta Evaldo Gaspari, grande<br />

esperto di treni e curatore dell’esposizione: «La<br />

migliore ferrovia italiana a scartamento ridotto<br />

di quei tempi». Era un trenino bianco (come la<br />

neve) e azzurro (come il cielo), che presto venne<br />

assunto tra i simboli di <strong>Cortina</strong>, tanto fu determinante<br />

per il suo sviluppo turistico. La mostra ci<br />

fa rivivere i tempi della raffinatissima ed elegante<br />

“vettura reale” dove trovarono posto il principe<br />

Umberto, i duchi d’Aosta, di Bergamo, di Spoleto<br />

e tutti gli esponenti di Casa Savoia che negli<br />

anni Trenta trascorrevano le vacanze nella conca<br />

ampezzana. Assieme ad Italo Balbo,<br />

Edda Ciano, Achille Starace e ad al-<br />

tri esponenti del regime fascista, cui<br />

era riservato, quando viaggiavano,<br />

l’intero scompartimento di prima<br />

classe della motrice. Ci furono altri<br />

momenti di questo mito su binari,<br />

come le grandi nevicate del 1951 e i<br />

convogli che attraversavano trincee<br />

di neve alta. O ancora i Giochi Olimpici<br />

Invernali del 1956, dove la Ferrovia<br />

delle Dolomiti ebbe una funzione<br />

fondamentale nel trasportare atleti,<br />

accompagnatori, giornalisti e pubblico<br />

accorso per assistere alla gare.<br />

Per giungere, il 17 maggio 1964, con l’ultimo viaggio<br />

per Calalzo, alla parola fine, quando dopo tanti<br />

anni di servizio il trenino bianco e azzurro se ne<br />

38<br />

Nel 1845 i rappresentanti<br />

del Tirolo si rivolsero<br />

all’imperatore Ferdinando I<br />

per sollecitare la costruzione<br />

di una ferrovia a trazione<br />

animale tra Bressanone<br />

e Maribor, in Slovenia,<br />

passando per Lienz e Dobbiaco.<br />

In apertura, la versione elettrificata e<br />

più recente della Ferrovia delle dolomiti<br />

mentre, curva dopo curva, attraversa i<br />

prati sotto l’Hotel Cristallo. Accanto, è<br />

il 3 novembre del 1918 quando <strong>Cortina</strong><br />

vede il passaggio di tre treni della<br />

Feldbahn Austroungarica diretti a toblach<br />

(dobbiaco) dopo l’armistizio con il Regno<br />

d’Italia.<br />

At the opening, the electric and most<br />

recent dolomites railway while, curve after<br />

curve crosses the fields under the Hotel<br />

Cristallo. Just after, it is November the<br />

3rd, 1918 when <strong>Cortina</strong> sees three trains<br />

of the Austro-Hungarian Feldbahn direct<br />

to toblach (dobbiaco) after the armistice<br />

with the Kingdom of Italy. Hemingway at<br />

the Hotel Concordia, using his portable<br />

typewriter.

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