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Cortina Inverno

Eccoci arrivati al decimo numero di CORTINA.TOPic. Una bella strada, quella che abbiamo percorso assieme. Con un obiettivo interessante, quello di dar vita — cinque stagioni or sono — a una rivista dalla doppia vocazione: di approfondimento e promozione, capace di immortalare la Cortina che ci piace e di dar voce a chi la ama, guardando sempre al futuro, forti di un illustre passato.

Eccoci arrivati al decimo numero di CORTINA.TOPic.
Una bella strada, quella che abbiamo percorso assieme. Con
un obiettivo interessante, quello di dar vita — cinque stagioni
or sono — a una rivista dalla doppia vocazione: di approfondimento
e promozione, capace di immortalare la Cortina che
ci piace e di dar voce a chi la ama, guardando sempre al futuro, forti di un
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Neanche il terribile inverno<br />

del 1951, nel corso del quale<br />

caddero oltre 12 metri di<br />

neve, riuscì a fermare le corse<br />

tra <strong>Cortina</strong> e Calalzo. Una<br />

gigantesca valanga, però, si<br />

rovesciò sui binari poco oltre<br />

Fiames: ci vollero giorni e<br />

giorni di lavoro per riaprire la<br />

tratta (pag. 42).<br />

andava nell’indifferenza totale<br />

(tranne i ferrovieri in lacrime),<br />

schiacciato dal boom<br />

dell’automobile. Treni amati,<br />

allora, forse più di oggi (noi<br />

in Italia lo sappiamo bene<br />

con la questione della Tav). Treni desiderati.<br />

Come quando nel 1845 i rappresentanti del Tirolo<br />

si rivolsero all’imperatore Ferdinando I per sollecitare<br />

la costruzione di una ferrovia a trazione animale<br />

— c’erano altre ferrovie a cavalli con binari<br />

di legno in Europa — tra Bressanone e Maribor, in<br />

Slovenia, passando per Lienz e Dobbiaco. O quando,<br />

nel 1871, a Dobbiaco, la strada ferrata giunse<br />

per davvero. E poco importa se al passaggio della<br />

prima vaporiera per la Pusteria i contadini, tra lo<br />

stupore e la contrarietà, accorsero impugnando i<br />

forconi sui prati solcati dai binari: ben presto tutti<br />

si accorsero degli aspetti positivi del nuovo mezzo<br />

di trasporto con le ripercussioni fruttuose sul<br />

commercio e sul turismo. Altre grandi feste per<br />

l’arrivo del primo treno da Venezia a Calalzo, il 18<br />

maggio 1914, con le locomotive sbuffanti (due in<br />

testa e una in coda) imbandierate e adornate di<br />

fiori, tra l’immensa folla accorsa per l’occasione.<br />

Oggi le Alpi contano in totale oltre 8.300 chilometri<br />

di linee ferroviarie, di cui 2.600 ad alta velocità.<br />

La parte del leone la fanno Svizzera e Austria<br />

con la massima densità di linee pro capite, mentre<br />

Italia, Francia e Slovenia hanno valori inferiori<br />

alla media alpina. Trasferire le merci e i passeggeri<br />

dalla gomma al ferro è la scelta ambientale di<br />

tutte le politiche europee. Infatti una tonnellata di<br />

merce trasportata con un treno moderno per 300<br />

chilometri produce meno di un quinto della CO2<br />

prodotta dal trasporto su strada e costa la metà. Il<br />

transito di passeggeri nel territorio alpino svolge<br />

inoltre un ruolo importante per l’economia europea,<br />

per i paesi e per il turismo delle Alpi.<br />

Tutto ok quindi e via con il treno? Non è proprio<br />

così. Abbiamo detto del caso italiano della<br />

Tav, ma altri segnali sono discordanti. Persino<br />

in Svizzera il Consiglio federale ha proposto ai<br />

Cantoni di valutare quali linee ferroviarie, con una<br />

copertura dei costi inferiore al 50%, potrebbero<br />

40<br />

Even the terrible winter of<br />

1951, when fell more than 12<br />

feet of snow, was able to stop<br />

the race between <strong>Cortina</strong> and<br />

Calalzo. A giant avalanche,<br />

however, overturned on the<br />

tracks just beyond Fiames: it<br />

took days and days of work<br />

to reopen the route (pag. 42).<br />

the streets of <strong>Cortina</strong>.<br />

essere sostituite da autobus.<br />

Ne andrebbero di mezzo 175<br />

delle 300 linee regionali.<br />

D’altro canto però, sempre in<br />

Svizzera, il traffico ferroviario<br />

nel 2011 ha registrato un<br />

aumento del 6,5 per cento del volume di merci trasportate<br />

raggiungendo i 25,6 milioni di tonnellate:<br />

un risultato senza precedenti. Anche il transito di<br />

passeggeri nel territorio alpino svolge un ruolo<br />

fondamentale. Il dato di fatto resta che nonostante<br />

i grandi investimenti in Svizzera nelle infrastrutture<br />

ferroviarie — è in corso la realizzazione dei<br />

nuovi tunnel del Loetchberg e del Gottardo — e i<br />

miglioramenti nel settore del trasporto pubblico,<br />

non è stato possibile invertire la tendenza, che è<br />

a favore dell’automobile, pur essendo aumentato<br />

il trasporto di passeggeri nei pressi delle città con<br />

il traffico dei pendolari e sulle linee ferroviarie a<br />

lunga percorrenza. Anche noi in Italia abbiamo<br />

assistito a importanti novità: i treni DB-ÖBB EuroCity<br />

collegano alcune delle principali città del<br />

nord con l’Austria e la Germania, offrendo un servizio<br />

di qualità, affidabilità e puntualità a prezzi<br />

convenienti. Italo, altra new entry, ha portato aria<br />

nuova: nasce dalle diverse anime che compongono<br />

un nuovo e moderno servizio di trasporto ad<br />

alta velocità rivolto a un grande pubblico (ora anche<br />

da Padova e Venezia).<br />

E della nostra vecchia Ferrovia delle Dolomiti,<br />

cosa resta? Resta una meravigliosa e frequentatissima<br />

pista ciclabile ricavata sul suo sedime, che<br />

fa scoprire le meraviglie paesaggistiche nel cuore<br />

delle Dolomiti. Meraviglie che come d’incanto si<br />

trasformano con la neve, quando d’inverno quel<br />

vecchio tracciato un tempo solcato dei binari del<br />

treno viene inciso dagli stretti binari della pista da<br />

fondo di oggi. Un itinerario senza strappi, come<br />

si addiceva alle lievi pendenze ferroviarie, fluido e<br />

scorrevole, tra gallerie e ponti sospesi, con scorci<br />

mozzafiato sulla Croda Rossa, sul Cristallo e sulle<br />

Tre Cime di Lavaredo, dove transitando davanti a<br />

qualche vecchio casello puoi anche tirare il fiato e,<br />

guardando in alto, scrutare il cielo azzurro, salendo<br />

sul treno dei desideri.

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