Versione .pdf - Consiglio regionale del Piemonte
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N UMERO 3<br />
2012<br />
OCCUPAZIONE E SVILUPPO I Mondo giovanile<br />
Giovani in cerca di lavoro,<br />
missione impossibile?<br />
di Luciano Abburrà*<br />
L<br />
a crisi ha aggravato ovunque il problema<br />
<strong>del</strong>l’occupazione giovanile. Ma la caduta<br />
<strong>del</strong>l’occupazione dei giovani è stato<br />
uno dei tratti più problematici di tutto<br />
il primo decennio degli anni 2000: meno occupati<br />
nella popolazione giovanile, meno giovani nell’occupazione<br />
complessiva. Perché ciò è avvenuto?<br />
E proprio negli anni in cui i giovani nella popolazione<br />
sono diventati più scarsi e più scolarizzati, e<br />
dunque avrebbero dovuto trovare lavoro con più facilità?<br />
Le risposte a tale interrogativo sono complesse<br />
e a esse l’Ires ha dedicato un Rapporto Giovani<br />
composto da 15 diversi studi monografici. Ma un<br />
parziale contributo può venire da un’analisi più ravvicinata<br />
proprio <strong>del</strong> processo di riduzione <strong>del</strong>l’occupazione<br />
giovanile, chiedendosi quali settori hanno<br />
alimentato di più la caduta e quali, eventualmente,<br />
l’hanno attenuata? Ma, soprattutto, cosa è successo<br />
alle diverse posizioni e qualifiche professionali di<br />
cui si compone l’occupazione?<br />
Servizi e agricoltura, gli unici in positivo<br />
In <strong>Piemonte</strong>, tra 2004 e 2010, l’occupazione dei giovani<br />
nell’industria manifatturiera si riduce di quasi<br />
la metà, e passa dal 31 al 23% <strong>del</strong> totale.<br />
Nello stesso tempo alberghi e ristoranti accrescono i<br />
loro giovani addetti di quasi il 40%, passando dal 7 a<br />
quasi il 14%. Si avvicinano così al peso <strong>del</strong> commercio,<br />
che scende a meno <strong>del</strong> 17%, dal 22% <strong>del</strong> 2008. Altre<br />
variazioni positive sono registrate dall’agricoltura (che<br />
dal 3 passa al 5%), ma anche dai servizi alle persone:<br />
gli “altri servizi” crescono dal 6% al 10% mentre anche<br />
“istruzione, sanità e servizi sociali” passano dal 4,5<br />
al 6% degli occupati fra i 15 e i 24 anni. Per le ragazze<br />
l’insieme dei servizi alle persone giunge ad assorbire il<br />
30% <strong>del</strong>le occupate, dal 18% <strong>del</strong> 2004. Più accentuata<br />
si fa anche la polarizzazione per genere nella composizione<br />
<strong>del</strong>l’occupazione giovanile, con le ragazze che<br />
soffrono più dei maschi il calo dei settori in declino,<br />
mentre dei settori in crescita il peso sull’occupazione<br />
femminile aumenta ben più che su quella maschile.<br />
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