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Versione .pdf - Consiglio regionale del Piemonte

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diretto, presso la tesoreria <strong>regionale</strong>,<br />

dei proventi derivanti dal controllo<br />

fiscale su Irap e Irpef. Grazie a<br />

questi due emendamenti la Regione<br />

assumerà un ruolo di primo piano<br />

per quanto riguarda la riscossione<br />

dei tributi locali, diventando il punto<br />

di riferimento degli enti locali in<br />

tema di fisco.<br />

Altrettanto importante sarà la possibilità<br />

di mantenere sul territorio<br />

i frutti <strong>del</strong>l’impegno nella lotta<br />

all’evasione.<br />

Infine, con l’obiettivo di favorire il<br />

concreto rilancio <strong>del</strong>l’edilizia, un<br />

settore che da sempre rappresenta<br />

il volano per la ripresa economica,<br />

stiamo discutendo la riforma urbanistica<br />

(Disegno di legge n. 153).<br />

Il testo, pur senza riscrivere integralmente<br />

la legge n.56, tuttora<br />

in vigore e utilizzata da migliaia di<br />

operatori pubblici e privati dal lontano<br />

1977, la integra semplificando<br />

le procedure al punto da garantire<br />

tempistiche più brevi, costi ridotti<br />

e maggiori opportunità di sviluppo<br />

<strong>del</strong> territorio. Molto, dunque, in<br />

questa prima parte <strong>del</strong>la nona legislatura,<br />

è stato fatto. Ma moltissimo<br />

rimane da fare per riuscire a superare<br />

una fase di recessione che ha<br />

investito il mondo intero e messo a<br />

durissima prova il nostro paese e la<br />

nostra regione.<br />

“Sviluppo” sarà quindi la parola<br />

d’ordine <strong>del</strong>la seconda parte di questa<br />

nona legislatura, che avrà il suo<br />

epilogo con l’Expo 2015, la rassegna<br />

internazionale sull’alimentazione<br />

e l’ambiente che si terrà a Rho.<br />

Si calcola che questa rassegna sarà<br />

in grado di attrarre oltre 9 milioni<br />

di persone. La Regione deve quindi<br />

attivarsi per assumere un ruolo<br />

centrale in questa iniziativa, le cui<br />

ricadute economiche potranno essere<br />

addirittura superiori a quelle<br />

derivate dalle Olimpiadi <strong>del</strong> 2006.<br />

Proprio per questo ci stiamo attivando<br />

per la creazione di un comitato,<br />

fatto di esperti e consiglieri, che<br />

possa mettere a punto linee strategiche<br />

e di indirizzo per sfruttare<br />

al meglio questa grande occasione.<br />

La nostra regione ha potenzialità<br />

grandissime e ha tutte le carte in<br />

regola per superare questa difficile<br />

congiuntura. Quello che dobbiamo<br />

fare è prenderla per<br />

mano e accompagnarla<br />

a vedere le opportunità<br />

da non perdere.<br />

➜<br />

Partito Democratico<br />

Aldo Reschigna<br />

Riordino dei poteri locali:<br />

imboccata la strada giusta<br />

Il <strong>Consiglio</strong> <strong>regionale</strong> <strong>del</strong> <strong>Piemonte</strong><br />

sta discutendo il disegno di legge<br />

<strong>del</strong>la Giunta <strong>regionale</strong> sul riordino<br />

dei poteri locali.<br />

Si tratta di un provvedimento molto<br />

importante, chiamato a ridisegnare<br />

la mappa non solo <strong>del</strong>le istituzioni<br />

più a diretto contatto con<br />

il cittadino ma anche le modalità<br />

dei tanti servizi che esse erogano.<br />

Alcuni mesi fa, quando in Prima<br />

Commissione fu avviata la discussione<br />

sul disegno di legge, le posizioni<br />

<strong>del</strong>la Giunta <strong>regionale</strong> e <strong>del</strong><br />

Partito Democratico erano tra loro<br />

assolutamente distanti.<br />

Consideravamo inaccettabile quel<br />

provvedimento perché avrebbe<br />

cancellato l’esperienza <strong>del</strong>le Comunità<br />

montane e dei Consorzi<br />

socioassistenziali senza sostituirli<br />

con qualcosa di almeno altrettanto<br />

efficace. Immaginare poi, come<br />

proponeva la Giunta Cota, di porre<br />

come limite i 15.000 abitanti<br />

in montagna e collina e i 20.000<br />

abitanti in pianura per la gestione<br />

<strong>del</strong>le politiche sociali non avrebbe<br />

significato valorizzare i Comuni,<br />

ma distruggere la possibilità che<br />

venisse garantita adeguata protezione<br />

e tutela sociale a tutta la<br />

popolazione piemontese.<br />

La nostra proposta di legge tendeva<br />

invece a una organizzazione dei<br />

poteri locali che salvasse il valore<br />

dei municipi e <strong>del</strong>le piccole comunità<br />

locali ma che nello stesso tempo<br />

spingesse verso una gestione<br />

associata dei servizi.<br />

Per fortuna in questi mesi, dopo un<br />

lungo e positivo confronto, le distanze<br />

si sono ampiamente accorciate.<br />

Il gruppo Pd su questo tema<br />

ha ricercato punti di convergenza i<br />

più ampi possibili, nella convinzione<br />

che quando si parla di riorganizzazione<br />

degli assetti istituzionali<br />

occorre promuovere riforme condivise,<br />

perché sono le uniche destinate<br />

a durare nel tempo.<br />

Questo paese e il sistema degli enti<br />

locali non possono più permettersi<br />

che a ogni cambio di maggioranza<br />

politica si disfi il lavoro fatto in<br />

precedenza.<br />

I punti sostanziali su cui il ddl è stato<br />

profondamente modificato riguardano<br />

innanzitutto l’innalzamento a<br />

40mila abitanti <strong>del</strong>la soglia minima<br />

nell’associazione dei Comuni per la<br />

gestione <strong>del</strong>le politiche sociali.<br />

Il passaggio <strong>del</strong>la Comunità montane<br />

all’Unione dei Comuni montani,<br />

poi, non viene più concepito<br />

come rottura con il passato, con<br />

l’assegnazione all’Unione dei Comuni<br />

montani <strong>del</strong>le politiche per<br />

la montagna previste dall’articolo<br />

44 <strong>del</strong>la Costituzione e dalla legge<br />

<strong>regionale</strong> sulle Comunità montane.<br />

Si è anche giunti alla definizione<br />

dei criteri per l’individuazione di<br />

ambiti territoriali ottimali all’interno<br />

dei quali i Comuni svolgano in<br />

modo associato le funzioni fondamentali<br />

o attraverso l’Unione dei<br />

Comuni per alcune, o attraverso la<br />

convenzione per altre; strumenti<br />

non più concepiti quindi come alternativi<br />

tra loro, ma che possono<br />

coesistere su funzioni diverse.<br />

Il ddl andrà in Aula a settembre,<br />

ma ci sono ancora alcuni punti<br />

che intendiamo migliorare, quali<br />

la salvaguardia dei Consorzi che<br />

gestiscono i servizi sociali, come<br />

peraltro ha recentemente fatto la<br />

Regione Veneto.<br />

Ci auguriamo che i Comuni piemontesi<br />

costruiscano, nel rispetto<br />

<strong>del</strong>la legge, soluzioni che consentano<br />

la difesa <strong>del</strong> valore dei municipi<br />

con gestioni associate forti, che<br />

restituiscano una organizzazione<br />

dei poteri più moderna, soprattutto<br />

in una regione come il <strong>Piemonte</strong><br />

che conta 1.206 Comuni.<br />

La gestione associata non deve essere<br />

concepita solamente come un<br />

obbligo di legge, ma come la condizione<br />

per mantenere un sistema dei<br />

servizi alle comunità locali.<br />

Abbiamo altresì ottenuto che entro<br />

un anno vengano riviste tutte<br />

le leggi regionali che affidano funzioni<br />

amministrative a Comuni e<br />

Province, ispirandosi a due criteri<br />

fondamentali: il primo è che la Regione<br />

non può più gestire funzioni<br />

amministrative.<br />

Il secondo è che ogni funzione amministrativa<br />

deve essere affidata a<br />

un unico soggetto, che sia Comune<br />

o Provincia, evitando quanto è ancora<br />

recentemente avvenuto nella<br />

legge di riforma degli Ato, dove<br />

tutti fanno tutto con uno spreco di<br />

risorse e una complicazione per il<br />

cittadino.<br />

Stefano Lepri<br />

Europa, eppur si muove<br />

Il <strong>Consiglio</strong> <strong>regionale</strong> il 2 luglio<br />

scorso si è confrontato sul tema:<br />

“Il <strong>Piemonte</strong> per la Federazione<br />

europea, per un’Europa solidale,<br />

democratica e federale”.<br />

Potremmo dire “eppur si muove”,<br />

dopo i risultati insperati <strong>del</strong><br />

<strong>Consiglio</strong> europeo di fine giugno.<br />

C’era molto timore che quel summit<br />

potesse portare al disastro e<br />

al fallimento <strong>del</strong>l’Europa.<br />

C’è stata effettivamente una<br />

scossa importante, non solo e non<br />

tanto per il valore <strong>del</strong>le decisioni<br />

prese, quanto per il senso politico<br />

che hanno assunto. Perché finalmente,<br />

dopo un lungo periodo<br />

di stasi e di mancata credibilità e<br />

fiducia nei confronti <strong>del</strong>l’Europa,<br />

forse è arrivato il momento di un<br />

cambio di orientamento politico.<br />

C’è voluta una drammatica crisi<br />

che ha colpito molti Paesi europei<br />

e la nostra Italia per avere<br />

quest’accelerazione, anche perché<br />

bisogna dire onestamente<br />

che in questi ultimi anni è venuto<br />

meno progressivamente il sentimento<br />

europeista. Dopo il grande<br />

segnale <strong>del</strong>l’euro, sono cresciuti<br />

movimenti antieuropeisti, partiti<br />

nazionalisti e, paradossalmente,<br />

si è individuato nell’Europa il col-<br />

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