Versione .pdf - Consiglio regionale del Piemonte
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N UMERO 3<br />
2012<br />
SICUREZZA SUL LAVORO I Ancora troppe le “morti bianche”<br />
Il rogo alla<br />
Thyssenkrupp<br />
di Torino<br />
Nella notte fra il 5 e il 6 dicembre 2007 otto<br />
operai <strong>del</strong>lo stabilimento Thyssenkrupp di<br />
Torino furono investiti da un getto di olio<br />
bollente in pressione che prese fuoco. Sette<br />
morirono nel giro di un mese, mentre un altro<br />
operaio subì ferite non gravi. L’azienda fu<br />
da subito oggetto di critiche sia perché alcuni<br />
degli operai coinvolti nell’incidente stavano lavorando<br />
da 12 ore, avendo quindi accumulato<br />
4 ore di straordinario, sia perché secondo le<br />
testimonianze di alcuni operai i sistemi di sicurezza<br />
non funzionarono (estintori scarichi,<br />
idranti inefficienti, mancanza di personale<br />
specializzato). L’azienda ha sempre smentito<br />
che all’origine <strong>del</strong>l’incendio vi fosse una<br />
violazione <strong>del</strong>le norme di sicurezza. A carico<br />
<strong>del</strong>l’amministratore <strong>del</strong>egato i pubblici ministeri<br />
formularono l’ipotesi di reato di omicidio<br />
volontario con dolo eventuale e incendio<br />
doloso, mentre altri cinque dirigenti furono<br />
accusati di omicidio colposo e incendio doloso.<br />
Fu contestata l’omissione dolosa dei sistemi<br />
antinfortunistici e fu rinviata a giudizio anche<br />
l’azienda come persona giuridica.<br />
Il 1° luglio 2008 i familiari <strong>del</strong>le sette vittime<br />
accettarono l’accordo con la Thyssen e un risarcimento<br />
economico.<br />
Il 15 aprile 2011 la seconda corte d’assise di<br />
Torino ha condannato Harald Espenhahn,<br />
amministratore <strong>del</strong>egato <strong>del</strong> gruppo tedesco,<br />
a 16 anni e 6 mesi di reclusione. Altri<br />
cinque manager <strong>del</strong>l’azienda sono stati condannati<br />
a pene che vanno da 13 anni e 6<br />
mesi a 10 anni e 10 mesi.<br />
categoria per intervenire presso le aziende a maggior rischio”.<br />
Anche le scuole rappresentano un terreno fertile per sensibilizzare<br />
i cittadini, in particolare le giovani generazioni, sul dramma<br />
<strong>del</strong>le morti sul posto di lavoro.<br />
“Abbiamo attivato una collaborazione con l’Ufficio scolastico<br />
<strong>regionale</strong> per finanziare una rete di formazione per insegnanti<br />
e studenti e attivare così la creatività dei ragazzi. Al momento<br />
sono coinvolti 180 istituti che formano 40 ‘reti’ di lavoro. Nel<br />
2011 abbiamo messo a disposizione 6.000 euro per ogni rete,<br />
quest’anno siamo passati a 10.000. Tra i progetti più interessanti,<br />
un sistema di corretta lettura <strong>del</strong>le etichette dei prodotti<br />
alla cui presentazione ha partecipato il ministro Francesco<br />
Profumo”. Insomma, una risposta indiretta a quanto sollevato<br />
da Tofani. “Il fenomeno infortunistico è in diminuzione per<br />
una serie di fattori, tra cui la crisi occupazionale - conclude<br />
Tenore - e noi cerchiamo di andare incontro alle aziende che<br />
investono in prevenzione con uno sconto sui premi che arriva<br />
fino al 35%. Il nostro obiettivo è continuare a concentrarci sulla<br />
ricerca”. Il settore edilizio non ci sta a passare per la pecora<br />
nera in materia di sicurezza: “Abbiamo fatto molti passi avanti<br />
- assicura Giuseppe Provvisiero, presidente <strong>del</strong>l’Associazione<br />
costruttori <strong>Piemonte</strong> (Ance) e vicepresidente di Confindustria<br />
con <strong>del</strong>ega al comparto - e spesso siamo vittime di pregiudizi e<br />
luoghi comuni. Negli ultimi dieci anni sia Ance sia le imprese<br />
hanno fatto molto, probabilmente come nessun altro, e i dati<br />
dimostrano chiaramente questi miglioramenti. Siamo gli unici<br />
ad avere un comitato paritetico bilaterale insieme ai sindacati,<br />
L’ingresso <strong>del</strong>lo stabilimento ThyssenKrupp di Torino<br />
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