The Perfect Life 2009/2010 - TopSport
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FRANCAMENTE<br />
di Giancarlo Raviolo<br />
La Cina<br />
nel pallone<br />
Cambia il calcio e mutano i suoi strumenti. Tra miti da sfatare e tradizioni immutate,<br />
la sfera a scacchi resta, al contrario, sostanzialmente la stessa<br />
18<br />
Che il calcio sia lo sport più<br />
popolare al mondo non è<br />
certo in discussione, così<br />
come quello più praticato a livello<br />
globale. Eppure non si parla mai della<br />
“vera” storia del pallone. Lo strumento<br />
per eccellenza di questa disciplina<br />
sportiva vive, infatti, di miti, leggende<br />
e colossali credenze che sarebbe<br />
invece bene sfatare.<br />
Tra tecnologia e tattica, sono in<br />
pochi a dare la giusta attenzione<br />
all’evoluzione di questo “oggetto del<br />
desiderio” per chi sognava guardando<br />
una partita. Sorprendentemente,<br />
nonostante sia passato oltre mezzo<br />
secolo, la tecnica produttiva e le<br />
caratteristiche principali non sono<br />
mutate quasi per niente. Ancora<br />
oggi, a differenza delle altre sfere,<br />
vulcanizzate e realizzate con<br />
macchinari specifici, il pallone da<br />
calcio viene realizzato a mano.<br />
Una realtà artigianale che un<br />
tempo, quello, per intenderci, dei<br />
mitici incontri Italia-Inghilterra,<br />
era appannaggio di aziende rese<br />
celebri dai nomi dei calciatori che<br />
ne sposavano i vari modelli, come il<br />
pallone Mazzola o quello Parola.<br />
Oggi i marchi noti sono Nike, Adidas<br />
e Puma, che insieme detengono<br />
la maggior parte del mercato,<br />
unitamente ad altri cinque o sei<br />
marchi di volumi nettamente inferiori.<br />
Le marche di un tempo non<br />
esistono più, ma anche quelle<br />
principali hanno le produzioni in<br />
Cina e in Pakistan. Diciamo allora<br />
che dall’Oriente viene la maggior<br />
parte dei palloni da calcio che si<br />
vedono in giro, ma non è poi così un<br />
male.<br />
In un momento in cui i vari comparti<br />
dell’economia lamentano una<br />
concorrenza a volte sleale, non tutti<br />
sanno che la produzione di palloni in<br />
Cina esiste già dagli anni Settanta e<br />
che, con nomi abbastanza generici,<br />
già alla fiera di Canton si trovavano<br />
esemplari di ottima fattura. Del resto,<br />
il pallone da calcio non è molto<br />
cambiato, a partire dal peso, rimasto<br />
all’incirca sui 420 grammi, alla forma,<br />
oggi forse più sferica e quindi più<br />
aerodinamica. Da qui la spiegazione<br />
di una velocità maggiore, oltre al fatto<br />
che essendo ricoperti di poliuretano<br />
sono impermeabili all’acqua. Tolti<br />
questi elementi, vengono ancora<br />
realizzati manualmente e un operaio<br />
in un giorno ha una produzione<br />
media di 2,5 palloni. Un costo<br />
uomo che se equiparato ai salari<br />
occidentali renderebbe esorbitante<br />
il costo di ogni esemplare, a cui<br />
si devono aggiungere le ricariche<br />
di commercializzazione e spese<br />
pubblicitarie che infatti rendono<br />
ancora oggi questo oggetto piuttosto<br />
costoso.<br />
È normale, dunque, che le aziende<br />
si siano rivolte al mercato cinese<br />
che, però, da allievo, e non tanto<br />
scarso, ha oggi praticamente<br />
superato i maestri occidentali, fin<br />
quasi a prendere l’esclusiva della<br />
produzione mondiale.<br />
Proprio sulla complessità della<br />
produzione sono poi nati altri<br />
miti, come quello dei bambini del<br />
Pakistan ridotti a lavorare come<br />
schiavi nella realizzazione dei palloni.<br />
Ciò è inesatto, sia per un motivo<br />
geografico che per uno tecnico. La<br />
produzione pakistana, meno pregiata<br />
di quella cinese, si concentra quasi<br />
esclusivamente nella zone di Sialkot,<br />
nel nord del Paese, dove in un<br />
distretto di circa 500.000 persone è<br />
avvenuta la specializzazione in questo<br />
tipo di manifattura. Non è quindi un<br />
fenomeno nazionale come la stampa<br />
spesso ha scritto. Sullo sfruttamento<br />
minorile cade poi l’altro mito. Lo<br />
spessore del cuoio adatto a realizzare<br />
i palloni, infatti, è così resistente che,<br />
avvenendo ancora le cuciture a mano<br />
con ago, un bambino non avrebbe la<br />
forza per poter realizzare il manufatto.<br />
Piccole grandi curiosità, dunque,<br />
per uno strumento che vede enormi<br />
volumi concentrati in poche marche e<br />
una produzione quasi esclusivamente<br />
cinese.<br />
Mentre la maggioranza ricorda questo<br />
sport e i suoi strumenti, si rischia<br />
invece di perdere quella conoscenza<br />
storica di un elemento eppur così<br />
diffuso e sotto gli occhi di tutti.<br />
giancarlo.raviolo@topsport.it<br />
Dall’Oriente viene la maggior parte dei palloni da calcio<br />
che si vedono in giro, ma non è poi così un male