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Bollettino di Numismatica n. 48-49 - Portale Numismatico dello Stato

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BdN <strong>48</strong> - <strong>49</strong> (2007)<br />

Maria Luisa Stoppioni<br />

Circa il quinario, l’esame autoptico dei tondelli non ne ha rivelato la presenza: i cinque pezzi tra cui doveva<br />

trovarsi il quinario, peraltro riconosciuti e corrispondenti anche quantitativamente a quelli in<strong>di</strong>cati nel catalogo<br />

Santarelli, sono tutti riconducibili a fabretti 2875 = RRC 452/2 e sono quin<strong>di</strong> denari; del resto anche altre<br />

monete non trovano esatto raffronto con la descrizione del Santarelli, che appare talora un po’ imprecisa e qualche<br />

volta troppo impegnata nello sforzo <strong>di</strong> trovare sempre sicura corrispondenza con il catalogo del Fabretti. 13)<br />

I denari attribuiti al ripostiglio <strong>di</strong> Pieve Quinta attualmente conservati nel Museo <strong>di</strong> Forlì, <strong>di</strong> cui viene<br />

<strong>di</strong> seguito fornita la schedatura, sono oggi complessivamente 836: <strong>di</strong> questi, una cinquantina <strong>di</strong> pezzi si sono<br />

aggiunti recentemente, grazie al rior<strong>di</strong>no sistematico 14) <strong>di</strong> cui sono oggetto le collezioni forlivesi. Le vicende<br />

<strong>dello</strong> scorso secolo hanno certamente un poco compromesso l’integrità del gruzzolo, senza tuttavia scalfirla<br />

troppo: il Santarelli stesso 15) si era preoccupato <strong>di</strong> fornire ai pezzi una collocazione che consentisse <strong>di</strong> salvaguardarli<br />

nella loro interezza rispetto a precedenti o ad eventuali, successive acquisizioni. E tuttavia, oltre alle<br />

<strong>di</strong>fferenze quantitative tra il numero totale dei denari rinvenuti e quello dei denari oggi ascrivibili al ripostiglio<br />

<strong>di</strong> Pieve Quinta, si riscontrano alcune <strong>di</strong>vergenze nei tipi, solo in parte riconducibili ad errori <strong>di</strong> lettura o ad<br />

una affrettata interpretazione da parte del Santarelli.<br />

L’analisi dettagliata dei denari rivela <strong>di</strong> primo acchitto le seguenti <strong>di</strong>fferenze: rispetto alle descrizioni del<br />

Santarelli e ai dati quantitativi forniti per ciascun tipo, si registrano 40 assenze, mentre si osservano parallelamente<br />

34 pezzi le cui caratteristiche non trovano corrispondenza, talora in modo macroscopico, con nessuno<br />

dei denari dell’elenco originario.<br />

In realtà, ad un esame più attento, il gap si riduce fortemente: sono evidenti infatti errori talvolta marginali<br />

nella lettura, che hanno provocato però spostamenti nell’attribuzione; in altri casi, pare invece che il Santarelli<br />

abbia proceduto per identificazioni ‘iconografiche’, senza attenzione agli altri elementi. Sembra questo<br />

il caso, per esempio, del denario RRC 422/1, 16) che nelle varianti a e b trovava corrispondenza in fabretti<br />

712-715 e fabretti 4126: per le due serie sono stati registrati complessivamente 23 denari, a fronte dei quali<br />

ne sono stati identificati 17; ma nel monetiere, nel gruppo attribuito a Pieve Quinta, sono collocate sei monete<br />

ascrivibili alla serie RRC 431/1 17) recante al R/ il tipo del re davanti ad un cammello: la fretta della pubblicazione<br />

e il gran numero <strong>di</strong> monete da esaminare potrebbero avere causato un errore da parte del Santarelli, che<br />

avrebbe in questo caso associato questi denari al tipo precedente: a confortare questa ipotesi soccorre anche la<br />

corrispondenza tra il numero totale dei denari assenti con quello dei denari in esubero.<br />

Pertanto, tenendo conto <strong>di</strong> possibili errori, rispetto agli 843 denari numerati e descritti dal Santarelli, si<br />

registra un ammanco <strong>di</strong> 23 pezzi, compresi i 7 assenti già dal mero conteggio dei totali; ci sono poi 4 monete<br />

considerate illeggibili che, avendo qualche elemento <strong>di</strong> riconoscimento, il Santarelli potrebbe avere invece<br />

attribuito all’una o all’altra famiglia: si tratta del resto <strong>di</strong> monete molto deteriorate, la cui conservazione è<br />

probabilmente e ulteriormente peggiorata in questi anni. 18)<br />

13)<br />

A. fabretti, Raccolta numismatica del R. Museo <strong>di</strong> antichità <strong>di</strong> Torino: Monete consolari, Roma 1876.<br />

14)<br />

Le collezioni forlivesi sono state riorganizzate dalla prof.ssa Emanuela Ercolani Cocchi, la cui analisi dettagliata ha consentito <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere i singoli<br />

nuclei; attualmente è affiancata in questo lavoro dal dott. Carlo Poggi, che ha provveduto all’inventariazione definitiva del ripostiglio <strong>di</strong> Pieve Quinta.<br />

15)<br />

santarelli 1879, p. 8: “... ho dato posto al tesoretto nel nostro medagliere, tenendolo separato.”<br />

16)<br />

Cat. nn. 512-528.<br />

17)<br />

Cat. nn. 557-562.<br />

18)<br />

Mancano pertanto rispetto al catalogo Santarelli i seguenti pezzi: fabretti 255-258 (RRC 140/1, 1D/); fabretti 1779 (RRC 154/1, 1 D/);<br />

fabretti 4339 (RRC 231/1, 1 D/); fabretti 4616 (RRC 239/1, 1 D/); fabretti 2242-44 (RRC 285/2, 1 D/); fabretti 1786, 1806,1829, 1869 (RRC<br />

318/1a-b, 1 D/); fabretti 2954, 2964,3026, 3028 (RRC 337/3, 4 D/); fabretti <strong>49</strong>22 (RRC 342/5b, 1 D/); fabretti 3261-84 (RRC 346/2b, 1 D/);<br />

fabretti 2220, 3339 (RRC 360/1b, 1 D/); fabretti 3265 (RRC 382/1a, 3 D/); fabretti 4209 (RRC 410/2, 2 D/); fabretti 727 (RRC 417/1a, 2 D/);<br />

fabretti 3086, 4644 (RRC 433/2, 1 D/); fabretti 2662 (RRC 4<strong>48</strong>/1a, 1 D/); fabretti 1880 (RRC 465/5, 1 D/).<br />

10<br />

http://www.numismatica<strong>dello</strong>stato.it

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