Bollettino di Numismatica n. 48-49 - Portale Numismatico dello Stato

BdN 48 - 49 (2007)
Notiziario
– come oggetti di bottino, citiamo gli splendidi
cristalli di rocca islamici 24) giunti a Venezia
probabilmente dopo il sacco di Costantinopoli
del 1204, nonché il famoso grifone di Pisa
(Fig. 7) 25) preso dai Pisani in occasione della
conquista di Almeria del 1089 o di quella delle
Baleari del 1114;
– come dono, si ricordano la coppa in pasta
vitrea turchese (Fig. 8) 26) offerta alla Signoria
di Venezia dal capo dei turcomanni Aq-Qoyunlu
Uzun Hasan . (1453-1478), o il tappeto in seta
broccato in argento (Fig. 9) 27) giunto a Venezia
nel 1603 quale regalo dello Scià ‘Abbās alla
Serenissima, nella persona del doge Marino
Grimani.
Al terzo caso c) possono appartenere opere,
anche di acquisizione recente sul mercato antiquario Fig. 8 – Coppa in pasta vitrea intagliata, forse dall’Iraq, VIII-IX
sec. (da erdMA
MAnn 1971, tav. XC)
internazionale, che rivestano un’importanza significativa
o come oggetti in sé, o in quanto rappresentanti
di un determinato genere artistico, tecnico, iconografico che abbia potuto esercitare in ambito italiano un’influenza
rilevante: 28)
– ceramiche che possano documentare le tappe dello sviluppo verso la maiolica italiana; 29)
– Tappeti, i cui motivi siano stati ripresi frequentemente da pittori italiani come Carlo Crivelli, Domenico Morone,
Vittore Carpaccio, Lorenzo Lotto (Fig. 10); 30)
– oggetti metallici eseguiti secondo tecniche in seguito adottate anche dagli artigiani italiani, come p.e.
i metalli arabescati, oggetti generalmente in ottone e caratterizzati da una decorazione ageminata in
argento (secc. XIV-XVI). 31)
Nell’ultimo gruppo d) invece, cioè in quello delle opere che non presentano immediati punti di contatto
con la storia o la cultura artistica italiana, possiamo annoverare opere importate in Italia in periodi recenti, come
24)
Cfr. K. erdMAnn, Opere islamiche, in H.R. HAHnloser (a cura di), Il Tesoro di San Marco, 2, Il Tesoro e il Museo, Firenze 1971, nn. 121-129,
pp. 108-119, tavv. XCV-CIV; vedi anche le schede di E. J. Grube, in G. curATolA, op. cit., nn. 51-55, 60s, pp. 142-146, 151-154.
25)
Cfr. M. JenKins, New Evidence for the Possibile Provenance and Fate of the So-Called Pisa Griffin, in Islamic Archeological Studies, 1, 1978,
pp. 79-85; A.S. MeliKiAn-cHirVAni, Le griffon iranien de Pise: materiaux pour un corpus de l’argenterie et du bronze iraniens, III, Kunst des Orients,
5, 1968, pp. 68-86, e l’ampia scheda di A. Contadini, in G. curATolA, op. cit., n. 43, pp. 126-131.
26)
Cfr. K. erdMAnn, op. cit., n. 117, p. 103 s., tavv. LXXXIX, XC; vedi anche la scheda di G. Curatola, in G. curATolA (a cura di), 1993, op.
cit, n. 26, p. 98 s.
27)
Cfr. K. erdMAnn, op. cit., n. 133, p. 123 s.
28)
Cfr. nota 4; inoltre L. liGHTBoWen, Oriental art and the Orient in Late Renaissance and Baroque Italy, in Journal of the Warburg and
Courtauld Institutes, XXXII,1969, pp. 228-279. Un utilissimo contributo bibliografico sull’arte neo-islamica in Italia ed oltre, presenta M.V. FonTAnA,
L’arte neo-islamica in Campania, in A. cilArdo, op. cit., pp. 285-295.
29)
Cfr. M.V. FonTAnA, G. VenTrone VAssAllo (a cura di), op. cit.; vedi anche la voce di D. WHiTeHouse, Maiolica, in Enciclopedia dell’arte
medievale, VIII, 1997, pp. 140-143.
30)
Cfr. J.F. Mills, Lotto’Carpets in Western Paintings, in Hali 3, pp. 278-289; id., Carpets in Pictures, London 1975; cfr. anche K. erdMAnn (ed.
da H. Erdmann), Seven Hundred Years of Oriental Carpets, London 1970, i capitoli ‘The So-called Holbein carpets’ (pp. 52-56) e ‘The Lotto carpets’
(pp. 57-60) e passim.
31)
Cfr. nota 22.
212
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