Bollettino di Numismatica n. 48-49 - Portale Numismatico dello Stato
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BdN <strong>48</strong> - <strong>49</strong> (2007)<br />
Recensioni<br />
All’interno <strong>di</strong> questo lungo periodo, vengono <strong>di</strong>stinti ulteriori perio<strong>di</strong>: 1) periodo rinascimentale, dal<br />
14<strong>49</strong> al 1640; 2) periodo barocco: dal 1640 al 1714; 3) periodo del Neoclassicismo: dal 1714 al 1836; 4)<br />
periodo del Romanticismo, dal 1837 al 1887; 5) periodo del Modernismo, dal 1888 al 1910; 6) Novecentismo<br />
e Art Déco, dal 1911 al 1939; 7) Medaglie <strong>di</strong> serie o cicliche <strong>di</strong> istituzioni o enti: dal 1776 al 1921; 8) Appen<strong>di</strong>ce:<br />
medaglie, dal 1939 al 2000. Le tappe <strong>di</strong> questa perio<strong>di</strong>zzazione sono in<strong>di</strong>viduate dall’A. sulla base <strong>di</strong> una<br />
scansione storica ed estetica. Una perio<strong>di</strong>zzazione che, come accade in questi casi, non sempre si manifesta<br />
con coerenza nelle caratteristiche delle medaglie presentate nel Catalogo.<br />
Per quel che riguarda i criteri del Catalogo, vengono escluse prove e progetti <strong>di</strong> medaglie mai pubblicate,<br />
che l’A. definisce ‘medaglie fantasma’. La descrizione è ridotta al minimo, per la presenza delle tavole. Viene<br />
fornito il peso <strong>di</strong> ciascun esemplare, un dato raramente registrato nei repertori <strong>di</strong> medaglie, ma che può essere<br />
talvolta utile ad accertare l’autenticità <strong>di</strong> un esemplare o anche la composizione del metallo specifico utilizzato<br />
nella lega. Il giu<strong>di</strong>zio sulla qualità artistica della medaglia è espresso con un coefficiente Q 0-10.<br />
Qualche osservazione sulla scheda, che avrebbe meritato una <strong>di</strong>fferenziazione grafica più consona. Nella<br />
prima riga risultano infatti in<strong>di</strong>stinti rispettivamente il soggetto della medaglia e l’artista che l’ha creata: ciò<br />
crea, specie al primo approccio, una certa confusione nella lettura dei dati. Curiosamente, vengono trascurati<br />
gli aspetti giuri<strong>di</strong>ci dell’emissione, che, se pur accennati talvolta nei rispettivi saggi introduttivi nella prima<br />
parte, sarebbe stato utile richiamare nelle singole schede, specie per i casi più complessi. Nella scheda del<br />
Catalogo, si parla semplicemente <strong>di</strong> ‘comunità emittente’, termine che risulta inadeguato ad una realtà spesso<br />
più articolata e complessa all’interno della storia istituzionale del dominio catalano-aragonese in Italia.<br />
A proposito della storia del dominio catalano-aragonese in Italia, la ricerca dell’A. viene svolta in funzione<br />
<strong>di</strong> una ‘riappropriazione’ della specifica identità catalano-aragonese dell’intera produzione medaglistica<br />
<strong>di</strong> questo periodo, noto soprattutto per le ricerche da parte <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi italiani <strong>di</strong> ‘memorie locali’. Ad esempio,<br />
quelle che Tommaso Siciliani pubblicò a più riprese negli anni Cinquanta del secolo scorso sul <strong>Bollettino</strong> del<br />
Circolo <strong>Numismatico</strong> Napoletano, e che lo stesso Crusafont cita sia nei saggi introduttivi che nelle schede del<br />
Catalogo.<br />
Il consistente gruppo delle medaglie realizzate in Italia per la <strong>di</strong>nastia catalano-aragonese comprende due<br />
principali gruppi. Il primo raccoglie le medaglie napoletane <strong>di</strong> età aragonese, a partire da un’approfon<strong>di</strong>ta analisi<br />
della produzione <strong>di</strong> Pisanello per i regnanti catalani, con la raccolta delle tipologie basilari e delle rispettive<br />
varianti. In questo gruppo vengono inserite, come in<strong>di</strong>cheremo più precisamente, anche le medaglie realizzate<br />
per il ramo dei <strong>di</strong>scendenti che presero il cognome <strong>di</strong> Aragona, e quin<strong>di</strong> anche i Borgia, papi e <strong>di</strong>scendenti.<br />
Per questa prima fase del periodo rinascimentale, l’A. si sofferma sulle medaglie <strong>di</strong> Alfonso il Magnanimo<br />
(Cat. nn. 1-6). In particolare, sul prototipo proveniente dal monastero <strong>di</strong> Poblet ora al Museo Archeologico<br />
<strong>di</strong> Madrid, da attribuire senz’altro a Pisanello, considerata la sua stretta anologia stilistica con la medaglia<br />
n. 1 del Catalogo. E sul nucleo delle medaglie <strong>di</strong> Pisanello per Alfonso il Magnanimo, la cui collezione <strong>di</strong><br />
monete antiche greche e romane dovette fornire un’inesauribile fonte <strong>di</strong> ispirazione per quelle tipologie più<br />
<strong>di</strong>rettamente ispirate all’iconografia monetale antica (v. ad es., Cat. nn. 4-14). L’A. ci ricorda che egli scrisse<br />
persino un’opera Advertencias sobre medallas antigas (p. 106). Anche i motti largamente utilizzati sulle medaglie<br />
vengono ispirati dalla colta passione <strong>di</strong> Alfonso, che affonda le ra<strong>di</strong>ci nella cultura astrologica già espressa<br />
dal suo antenato Alfonso il Saggio in un’opera come Le gemme e gli astri. Vi allude il motto raffigurato sulla<br />
medaglia n. 1 del Catalogo: Vir sapiens dominabitur astris.<br />
Tra le medaglie <strong>di</strong> questo primo periodo segnaliamo quelle particolarmente interessanti dei successori<br />
<strong>di</strong> Alfonso il Magnanimo (Cat. nn. 7-23): Ferrante I (1458-1<strong>49</strong>4); Alfonso II (1<strong>49</strong>4-1<strong>49</strong>5); Ferrante II<br />
(1<strong>49</strong>5-1<strong>49</strong>6); Federico III <strong>di</strong> Napoli (1<strong>49</strong>6-1501). Tra le medaglie <strong>di</strong> quest’ultimo, quella che ricorda la nomina<br />
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