Bollettino di Numismatica n. 48-49 - Portale Numismatico dello Stato
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BdN <strong>48</strong> - <strong>49</strong> (2007)<br />
Convegni e mostre<br />
In campo monetale il programma politico del nuovo Imperatore trova nella iconografia tra<strong>di</strong>zionale gli<br />
strumenti per costruire un linguaggio assolutamente originale, che trova la sua ra<strong>di</strong>ce in una raffinata rielaborazione<br />
<strong>di</strong> schemi altrimenti usuali.<br />
Ed è così che tipi monetali ben noti all’iconografia romana, come l’Aequitas Aug., la Laetitia temporum,<br />
la Libertas, la Liberalitas, recuperando antichi significati già teorizzati e schematizzati entro categorie generali<br />
dalla giurisprudenza classica, <strong>di</strong>ventano sulle monete <strong>di</strong> Pertinace parole <strong>di</strong> un linguaggio nuovo, specchio<br />
<strong>di</strong> quei concetti <strong>di</strong> equità e giustizia, che, soli, potevano far sperare nel ritorno all’età dell’oro in un clima <strong>di</strong><br />
ritrovata concor<strong>di</strong>a sociale.<br />
Nella ben progettata architettura <strong>di</strong> simboli religioso-politici messa a punto da Pertinace verrebbero ad<br />
inserirsi anche i tipi della Providentia deorum e dalla Mens, quest’ultimo ignoto all’iconografia monetale<br />
precedente, in quanto giustificazione dell’imperscrutabilità del <strong>di</strong>segno <strong>di</strong>vino la prima e segno della sua<br />
intelligente accettazione da parte dell’uomo prescelto la seconda. È infatti nell’or<strong>di</strong>ne prestabilito che governa<br />
l’universo il crogiuolo capace <strong>di</strong> ridare luminosità alla stella senza tramonto che governa l’Urbe.<br />
Il cerchio della propaganda monetale si chiude, quin<strong>di</strong>, con la piena giustificazione da parte <strong>di</strong> Pertinace<br />
del potere assunto nonostante le proprie origini libertine in forza <strong>di</strong> una volontà superiore e <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno<br />
<strong>di</strong>vino.<br />
Ma se Pertinace guardò alla moneta come ad un docile strumento per la <strong>di</strong>ffusione del programma politico<br />
del proprio governo, oggi sappiamo che non ne trascurò neppure gli aspetti più propriamente economicomonetari.<br />
Nella convinzione, infatti, <strong>di</strong> poter trovare una soluzione monetaria a parte almeno delle <strong>di</strong>fficoltà economiche<br />
<strong>dello</strong> <strong>Stato</strong>, l’Imperatore inserì tra gli interventi destinati al risanamento della finanza pubblica anche<br />
una serie significativa <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti sulla moneta.<br />
Le scelte, almeno in apparenza, poteva sembrare che andassero controcorrente. A fronte, infatti <strong>di</strong> una<br />
politica <strong>di</strong> riduzione del valore della moneta in argento adottata dai suoi predecessori, Pertinace intervenne sulla<br />
moneta in argento, il ‘denario’, migliorandone i contenuti <strong>di</strong> fino e riportandone il peso ai valori della riforma<br />
neroniana (1/96 <strong>di</strong> libbra), mentre ne mantenne invariato il rapporto <strong>di</strong> cambio legale con la moneta d’oro.<br />
Da quanto sopra evidenziato appare evidente che sia la complessità e organicità del messaggio monetale,<br />
completo, ad onta del brevissimo tempo <strong>di</strong> regno, e ben articolato in una ricca serie <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong>stribuite<br />
nei tre metalli, sia il complesso programma <strong>di</strong> riforme avviato lasciano spazio a considerazioni <strong>di</strong> carattere più<br />
generale che in qualche modo sembrano contrad<strong>di</strong>re quanti già nell’età dei Severi vedono le ra<strong>di</strong>ci profonde<br />
<strong>di</strong> una crisi destinata a minare l’impero e le sue istituzioni.<br />
Lo <strong>Stato</strong> romano, infatti, nonostante la situazione <strong>di</strong> gravissimo pericolo determinatasi subito dopo l’uccisione<br />
<strong>di</strong> Commodo, in quel lungo anno 193 dell’era volgare, funestato dalle morti violente <strong>dello</strong> stesso Pertinace<br />
e del suo successore Di<strong>di</strong>o Giuliano e dallo scontro armato fra Settimio Severo, Clo<strong>di</strong>o Albino e Pescennio<br />
Nigro, si mostrò in grado <strong>di</strong> garantire il regolare funzionamento <strong>di</strong> strutture tanto delicate e importanti per<br />
l’economia del paese, quali la zecca, senza che le stesse risentissero minimamente dei rivolgimenti politici <strong>di</strong><br />
vertice, segno inequivocabile <strong>di</strong> un organismo ancora sostanzialmente sano e vitale.<br />
silVana balbi De caro<br />
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