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giugno 2012 - I Siciliani giovani

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www.isiciliani.itDocumenti/ Gli studenti per TelejatoEgregio Signor Presidente,Le scrivonoi liceali di Bologna...Ecco la lettera dei ragazzibolognesi che,nel pieno del terremoto,hanno trovato iltempo di mobilitarsiper la tv antimafia Telejato.Conserviamola.E' un esempio da nondimenticare* * *Egregio Signor Presidente,ragazzi di tutt'Italia si rivolgono direttamentea Lei, quale massimo rappresentantedello Stato, per trovare una voceall'onda di rancore che sta seppellendo lanostra generazione.Per l'importanza del documento che Lesottoponiamo, ci auguriamo caldamenteche riterrà di renderne note alla Nazionele parole più significative.Il cuore della presente lettera consistesenza dubbio di un proposito di naturapratica. D'altro canto, la sua causa profondasta nell'impotenza in cui siamo costrettidalle attuali democrazie rappresentative,sta nell'angoscia di agire, e nellaconsapevolezza di vivere, proprio perquei principi di progresso che, sebbenecontinuamente negati da squallore e ottusità,trainano la civiltà europea da che siaprì la ricerca per un criterio di giustizia.E, in verità, il cuore amaro della nostralettera sta proprio nel valoredell'educazione, della scuola, modello divita e di politica.In principio vorremmo tuttavia parlar-Le dell'episodio che è stato l'innesco delnostro movimento, e degli interventi checi siamo auspicati sarebbero seguitiall'appello. Nel corso di un viaggiod'istruzione in Sicilia, all'interno di unitinerario organizzato dall'associazione"Addiopizzo", alcuni di noi, tra cui i redattoridella presente, hanno conosciutola piccola realtà di Telejato, una rete televisivacomunitaria totalmente deditaall'erosione del potere mafioso. Attraversolo scherno dei miti e dei bassi modellidell'illegalità, Telejato ci ha stupiti perdeterminazione, costanza, per la volontàferma di migliorare il territorio, e di essereefficace. Valore, l'efficacia, che stiamolentamente dimenticando, essendo ormaii cittadini italiani abituati a delegare leresponsabilità, a lasciare il proprio doverecivico in eredità ad anonime reti amministrative.Il confronto con Pino Maniaci, proprietariodi Telejato, curiosamente, anzichèvertere su temi riguardanti la Mafia inmodo specifico, si è concentrato propriosu questo, cioè sulla possibilità dell'individuodi partecipare al bene comune.Certamente non tutti possono gestiretelevisioni antimafia, ma l'antimafia verae propria è forse quella che si crea a partiredall'onestà e dall'interesse per il territoriodei singoli: questa la conclusionecui eravamo insieme giunti, e che, inparte, aveva placato l'insoddisfazione divederci come al solito disincantatispettatori degli equilibri di potere.Siamo stanchi, Signor Presidente, diessere disincantati. La conoscenza degliistinti meschini che sembrano dirigere lastoria oramai non può più rassicurarci.Quello che le generazioni che ci hannopreceduto ignorano, è che il nostro disimpegnonon è stato dovuto a stupidità oleggerezza, ma piuttosto al cinismo natodalla lucida osservazione della realtà, edall'abitudine alla sconfitta. Tuttavia, perl'improvvisa incombenza di un disastrosul nostro futuro, quello della crisi, quellodi un'inadeguatezza di tutte le istituzionivigenti - da quelle ideali a quelleconcrete - a fronteggiare un passaggio diepoca, guardarvi serenamente non ci èpiù possibile.Quando al termine dell'incontro siamovenuti a sapere che Telejato avrebbechiuso il 30 <strong>giugno</strong>, al momentodell'entrata in vigore del digitale terrestrein Sicilia, nuovamente siamo rimasti abocca aperta: nuovamente, le maglie dellaburocrazia, addirittura le leggi delloStato sembravano soffocare l'impegno civileda cui esse stesse erano nate.Proprio allora la figlia di Maniaci, Letizia,coraggiosa, rinomata giornalista, èsgattaiolata tra di noi per uscire dallo studiotelevisivo, a capo chino, come cercandodi non farsi notare. Proprio lei che,così giovane, riprende gli scoop e rendepossibile il servizio di informazione diTelejato, incurante del rischio.I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong>– pag. 24

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