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giugno 2012 - I Siciliani giovani

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www.isiciliani.itPeriferie/ San BerilloLa fossadegli ultimiCatania. A San Berilloin una fossa vivonouomini, donne, bambini.Sarà presto sgomberatanell'ultimo attodel “risanamento” delquartiere, cominciato(male) negli anni delboom economico eedilizio catanesedi Giovanni Carusoi CordaiDall'alto sembra un formicaio. Dalmarciapiedi, di quel corso, te ne accorgiguardando attraverso un buco nelconsunto muro di cinta. Osservandoattentamente, ti rendi conto che è soloun malsano vuoto urbano. Dal quelbuco nel muro di recinzione che costeggiail marciapiedi di corso Martiridella Libertà, nella città di Catania,noi entriamo. Quel luogo, quella fossa,è abitata!Scendendo nella fossa si perdono ifragori urbani e si ascolta uno stranosilenzio.A vivere in quella fossa saranno unatrentina fra uomini, donne e bambini, maanche qualche anziano, riuniti in nucleifamiliari. Insomma, ci rendiamo conto,questa è una comunità sociale.Scendiamo e ci accorgiamo delle primebaracche.Uguali, tutte uguali, come uguali sonole baracche nelle periferie del mondo.Lamiere ondulate arrugginite dal tempo,bancali e cartelli pubblicitari, chefino a ieri inneggiavano al consumismo,oggi coperture di povere baracche, e poi,tanto, ma tanto cartone.Ora capiamo quel silenzio, ora sentiamoquel silenzio: è quello della povertà!È il silenzio degli ultimi!Ci vengono incontro i bambini, in unmomento ricordo: sembra una scena giavissuta... Guatemala, zócalo del villaggiodi Sololà, tanti bambini, e tutti sorridentie con le mani aperte.In questa fossa urbana i bambini sorridono,ma le mani sono chiuse strette inun pugno.Con loro, due uomini ci vengono incontro:"Sono il signor Romeo, dellachiesa cristiana evangelica pentecostaledel quartiere di Picanello. Veniamo spessoa portare solidarietà, conforto e qualcheaiuto concreto, e voi chi siete?"Non abbiamo il tempo di rispondere,perché l'altro uomo interviene.Parla un italiano stentato con un accentoslavo: "Mi chiamano Bobi, e sono unpo' il portavoce di questa comunità, veniamotutti dalla Bulgaria. Tanti comevoi vengono qui a curiosare, a cercarestorie per far piangere telespettatori e lettori,a far promesse che non manterannomai! Venite a far fotografie, a riprendercicon le telecamere, venite a rubarci la nostradignità con le vostre menzogne scrittee filmate. Cosa volete da noi? Non vipermettiamo di fare altre foto!”Si, abbiamo capito, sappiamo che quelche dicono è la verità, ma tentiamo comunquedi spiegare: "È vero, vogliamoascoltarvi e raccontare la vostra storia,vogliamo denunciare l'ingiustizia che siconsuma in questo posto. Vogliamo saperese siete già informati che nel prossimoautunno inizieranno i lavori per il recuperodi questo spazio, che amministratorie imprenditori definiscono come la conclusionedel tanto atteso, risanamento diSan Berillo..."Sia il signor Romeo che Bobi ci guardano,ed insieme affermano di non saperenulla, che nessuno tranne noi li ha informati,e che comunque sapevano cheprima o poi sarebbe successo.Poi aggiungono: "per la modernità e ilprogresso qualcuno deve essere calpestato,e adesso tocca a noi."Di fronte a tanta rassegnazione nonsappiamo più cosa dire. Salutiamo e cominciamoa risalire verso la cima di quellafossa, verso quel buco che ci riportaverso “la civilizzazione".Ma ci piace immaginare i volti di quegliuomini, di quelle donne e quei bambini,che ci guardano mentre saliamo.Forse il loro sguardo mostra rabbia epovertà, ma anche tanta dignità...Adesso vi chiediamo di fermare il vostrosguardo su questa immagine. Poifacciamo un salto nella storia del quartieredi San Berillo e di questa città.* * *Otto Luglio millenovecentosessanta.Da San Cristoforo agli Angeli Custodi,dai Cappuccini all'Antico Corso e fino aSan Berillo, insomma, dai quartieri delcentro storico di Catania gli operai, gliedili e gli artigiani erano pronti.I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong>– pag. 84

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