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giugno 2012 - I Siciliani giovani

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www.isiciliani.itMusicaI nuovicantautoriLa definizione che nedava lo Zingarelli eraquanto mai cauta esbrigativa: “chi cantacanzoni scritte o musicateda lui stesso.”di Antonello OlivaUna banalità, ma era una pubblicazionedel 1971 e il fenomeno, e di conseguenzail termine, erano ancora invia di formazione, per cui la leggerezzaè perdonabile. In realtà la parola“cantautore” nasce e assume un significatoben preciso già tra la fine deglianni ’50 e l’inizio degli anni ’60, quandosull’onda del boom economico e diuna più capillare diffusione della televisionee della scolarizzazione, si assisteal passaggio definitivo dalle tradizionaliculture popolari regionali e localia una nazionale unificata.Nella musica, jazz e rock & rolldall’America e il beat dall’Inghilterra,erano enzimi potenti che venivano adagitare la rassicurante tradizione melodicadel bel canto, e ai nomi di Luciano Tajoli,Nilla Pizzi e Claudio Villa, si sostituivanodi prepotenza quelli diBuscaglione, Modugno, Celentano eMina.In questa ondata di nuovo trovò peròspazio anche un filone che più che alrock & roll si rifaceva al jazz, a Dylan, ein Europa a Brel e Brassens. Questi “alternativi”per i quali venne coniato il termine“cantautore” si chiamavano UmbertoBindi, Gino Paoli, Luigi Tenco,Bruno Lauzi, Sergio Endrigo, PieroCiampi, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber,Fabrizio De André… e in sostanza, furonoquelli che inaugurarono in Italia il filonedella canzone d’autore, quella stessache, assumendo poi più marcati connotatisociali, conobbe negli anni ’70 il suo periododi massima espressione ed espansione,e fu la voce stessa di quel tempo,autenticamente popolare, ma al contempocolta e raffinata.Fu in quegli anni quindi che la figuradel cantautore venne definitivamentestigmatizzata e consegnata all’uso dei dizionari.Gli anni ’70 però come sappiamofinirono con i successivi e tragici ’80(di cui paghiamo ancora pesantissimetare culturali e non solo), e tra un aperitivoe l’altro i vecchi, noiosi, poetici e malinconicicantautori, furono accantonatiinsieme alle loro introspettive problematiche,per far spazio ai nuovi brillanti,emergenti, vuoti e sorridenti cantori rappresentantidel nuovo.Dei vecchi, esclusi il “lontano e inafferrabile”De André e pochi altri, quelliche sopravvissero lo fecero a rappresentanzadi sé stessi, non più di una generazioneportante. I veri cantautori neglianni ’80, quelli che più fedelmente ne rispecchiavanola vacuità e ne cantavanole forme, erano altri, ai quali neseguirono anonimamente negli anni altriancora. Ma tutti sostanzialmente tali danon lasciare tracce, se non di superficie.Da un po’ di tempo a questa parte peròla situazione sembra essere cambiata, ipaletti sono saltati tutti, ed è evidenteche per definire realisticamente la figuradel cantautore non sono più sufficienti néla vecchia descrizione che ne dava loZingarelli, né tanto meno quella relativaai vari Paoli, Lolli o Guccini.Ne esistono ancora di quella specie, eanche di raffinati (Gianmaria Testa, PippoPollina, Piero Sidoti, Flavio Giurato,per non dire del prof. Vecchioni e di DeGregori), e tanti altri ne nascono ognigiorno, ma non è più la stessa cosa, lepagine che questi autori stanno scrivendosono individuali, appartengono al prosièguodi un percorso divenuto privato econsegnato ormai, nel migliore dei casi,alla classicità.Gli unici con qualcosa da direI veri cantautori di oggi, gli unici forseche hanno davvero qualcosa da dire, chefanno a pugni col presente perché delpresente ne fanno un mucchio e lo vedonovecchio schifoso e inaccettabile, ancorauna volta sono altri, e ora si chiamanorapper. Difficile accettarli musicalmente,sgraziati come sono, per chi è incanutitoal docile accompagnamento diuna chitarra acustica, difficile perfino saperlise li si cerca inseguendo forme accettabili,ancora più difficile scovarli perchéil tempo ha una sua direzioneinconvertibile, e loro vivono ancora, perloro fortuna, nell’unico mondo reale possibile,quello dei sogni e delle illusioni.Ma questo, finché avranno vent’anni,nessun dizionario lo scriverà mai.I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong>– pag. 57

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