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giugno 2012 - I Siciliani giovani

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www.isiciliani.it“Tutti ci passano, e tuttifanno finta di nulla...”Attento alle sue parole, il neoassessoreregionale alle infrastrutture, come dire “ilnuovo che avanza”, Andrea Vecchio,punta di diamante dell’imprenditoria siciliana,o meglio, della “nuova imprenditoriaantimafia”. Presenti anche i dirigentidell’ANCE (Associazione NazionaleCostruttori Edili).La superstar enuncia il suo progetto epromette solennemente che questa voltasarà tutto diverso, che progettazione epolitica andranno d’accordo, che non cisarà nessuna variante. Aree verdi, teatri,un “no” secco ai centri commerciali, edificia misura d'uomo che vengono integraticon quel che rimane del vecchioSan Berillo; divisi solo da quelle cheadesso chiamano le ramblas, ovvero CorsoMartiri della Libertà. I giornalisti, de “La Repubblica” e de “La Sicilia” sonoattenti, prendono appunti e il giornodopo nelle pagine dei loro quotidiani appaionoarticoli che elogiano il progetto,approvandolo.Anche il partito democratico catanesesi è espresso favorevolmente al progetto,e di massima ha dato il suo beneplacito,sappiamo bene per quali interessi e quali“comitati d’affari” e inciuci tra destra esinistra: ma questa è un’altra storia.Ma nessuno, proprio nessuno, ha dettoo ha scritto una sola parola su quegli uominie quelle donne di nazionalità bulgarache vivono in uno di quei vuoti urbani.Quell’area chiusa fra via Ventimiglia, viaArchimede, Corso Martiri della Libertà evia Crispi non è solo un luogo malsano,un deposito di immondizia, ma è ancheun luogo abitato. Tutti ci passano, pedoniautomobilisti, e tutti fanno finta di nulla.Tutti, compresi i bravi giornalisti, amministratorie imprenditori presentiall'incontro: perfino la superstar Cucinella,che non li menziona di certo nella suaintervista rilasciata a Ctzen.* * *Come concludere questa storia lungacinquant’anni? Come legare l’otto lugliomillenovecentosessanta e la morte di SalvatoreNovembre con la comunità bulgarache oggi vive nella “fossa degliultimi”? C’è un filo rosso che può legarele due storie e i due fermo immagine?Io credo di si. Hanno in comune duemorti: la morte fisica di Salvatore Novembre,ucciso dalla polizia di Stato,operaio edile che sperava in una societàmoderna e democratica che smettesse disfruttarlo, e la morte civile di questa piccolacomunità bulgara, indesiderata datutti e scomoda per tutti .Cosa accadrà questo autunno, quandodovranno iniziare i lavori in Corso Martiridella Libertà? Nella migliore delle ipotesil’amministrazione invierà un messocomunale, che notificherà lo sfratto allacomunità bulgara, con l'ingiunzione disgomberare entro una certa data. Nellapeggiore delle ipotesi potrebbe accadereciò che tante volte abbiamo già visto:un’alba autunnale, due blindati della poliziao dei carabinieri, gli uomini in assettoantisommossa scendono e si schieranoArrivano due ruspe, che si posizionanodavanti l’area da sgomberare. Unavoce che parla al megafono. Un funzionariodelle forze dell’ordine che indica aquegli uomini e a quelle donne di sgomberareentro un’ora.Vorrei poter concludere in un modo diversoquesta storia, questa storia di povertàe prepotenza, ma non trovo di meglioche le parole del direttore GiuseppeFava: “La povertà definitiva, l’infelicitàsconosciuta di quelle miglialia di bambiniche abitavano laggiù ed era come sevivessero sottoterra, e Catania camminassesopra le loro teste…”.Foto di Alessandro RomeoI <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong>– pag. 87

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