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giugno 2012 - I Siciliani giovani

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www.isiciliani.it“Una partedella cittàcorteggiapersonaggiviciniai mafiosi”Quasi non ci si credeva, c’era quindi unagrande preoccupazione perché tutti ci interrogavamosull’accaduto: “Ma cosa stasuccedendo? Una strage il 23 maggio,un’altra strage il 19 luglio, sta scoppiandouna guerra!”. Eravamo tutti consapevoliche si trattava di una strage di caratteremafioso, anche se ancora non erano statiindividuati i responsabili. E da parte di tuttic’era questa grande preoccupazione, sucosa sarebbe accaduto in futuro. Avevamola consapevolezza di aver perso due colleghicome il dottore Falcone e il dottoreBorsellino che per noi erano sempre statiuna guida, dei colleghi che ci avevano insegnatotanto.“Elementi da cui si desume una trattativa”Facendo un salto temporale divent’anni, nelle motivazioni della sentenzadi condanna all’ergastolo di FrancescoTagliavia per le stragi del '93 a Firenze,Roma e Milano secondo i giudicidella Corte d'Assise di Firenze lo Statoavviò una trattativa con Cosa nostra.Alla luce delle nuove indagini su viaD’Amelio e sulla trattativa qual è la suaanalisi in merito?Non c’è dubbio che siano emersi deglielementi di fatto da cui desumere l’esistenzadi una trattativa. Questo è un datooramai acclarato. Il problema di chi svolgele indagini su questo tema è quello di appurarei contenuti di questa trattativa: chipartecipò, se questi contatti si sono realizzati,da parte di chi, qual era l’oggetto didiscussione, e soprattutto se questo comportala sussistenza di responsabilità di caratterepenale. Quello che è assolutamentepacifico è proprio che vi sono stati deicontatti. Per quanto riguarda il depistaggio,il dato certo è che Vincenzo Scarantinosi è autoaccusato incolpando determinatepersone.Poi a distanza di anni abbiamo appresoche Gaspare Spatuzza ha riferito una versionepalesemente diversa. Il compitodell’autorità giudiziaria è quello di cercaredi individuare quali siano state le motivazioniche hanno indotto Scarantino a mentire,così come quelle motivazioni chehanno spinto qualcuno che conduceva leindagini ad assumere dei comportamentiche sono stati individuati dalla Procura diCaltanissetta in riferimento alla posizionedi Scarantino, infine quali siano state lemotivazioni sottostanti e, una volte individuate,perseguire i relativi responsabili.Allo stato io mi fermo al dato oggettivo,al punto delle indagini in cui si trova laProcura di Caltanissetta e cioè avere individuatoche Scarantino ha mentito, che ledichiarazioni di Spatuzza sono state adeguatamenteanalizzate, riscontrate e quindiritenute attendibili, anche nei loro contenutidi contrasto alle dichiarazioni di Scarantinoe che sono state adottate le opportuneiniziative processuali.In merito alla questione relativa a cosaci stia dietro, se ci sono vari livelli di mentiraffinatissime, di servizi ecc. la mia posizione(da cittadino e da magistrato) èquella che fino a quando non ci sarà unprocedimento penale con un imputato eun’imputazione, resto in attesa di apprenderel’esito delle indagini.Qualche tempo prima della strageFalcone disse: “Mi sembra che questacittà stia alla finestra a vedere come finiscela corrida”; lei che idea si è fattoal proposito? Quando potrà finirà quellache oltre ad essere una corrida puòessere considerata una vera e propriaguerra?Sino a quando una parte della città continueràa stare alla finestra, sino a quandouna parte della città riterrà che la lotta allamafia sia qualcosa che riguarda altri oqualcosa che riguarda il passato (come sefosse un vecchio film), fino a quando unarilevante parte della città continuerà a corteggiarepersonaggi notoriamente viciniagli ambienti mafiosi, accogliendone subitoscuse pretestuose come se fossero tuttivittime di complotti orditi chissà da chi,fino a quando questa parte della città, checostituisce la palla al piede della lotta allamafia, non riuscirà a maturare, fino aquando questa parte della città sarà colpitada grave immaturità, da graveprovincialismo, da grave incapacità direndersi conto dove si vive, ebbene fino aquel momento continueremo a registraresuccessi del momento repressivo, ma laparola fine nella lotta alla mafia saràsempre più lontana.“Rapporti coi mafiosi? E' già tradire”Quindi in una città come Palermocosa resta da fare per invertire la rotta,per fare in modo che questi spettatorialla finestra siano sempre di meno?Bisogna sperare che questa gente comincia capire, cominci a riflettere e a rendersiconto innanzitutto sul luogo in cuivive. Questi “spettatori” si comportanocome se vivessero in una città del nordcome Belluno, Bolzano o Trieste. Qui purtropposiamo in una città che ha una storiamolto diversa. Chi vive in una storia bendiversa dovrebbe capire che, ad esempio,chi in questa terra ruba si chiama ladro,chi uccide si chiama assassino e chi harapporti con i mafiosi si dovrebbe chiamaretraditore.Chi si avvicina all’ambiente mafioso giàdi per sé è un traditore di questa terra. Senon si capisce questo passaggio saremopurtroppo condannati a convivere con lamafia e con questa gente che non riesce amaturare. La soluzione finale sarà quindisempre più lontana.(L’intervista integralesul n. 69 di Antimafia Duemila)I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong>– pag. 67

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