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Libri antichi tra Savona e Albenga

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EDOARDO BARBIERI

stato definito come centro della biblioteca stessa. Il catalogo digitale ha però

il vantaggio di essere svincolato dalla consultazione in loco delle schede, disponibili

solo presso la singola sede. Quando poi un catalogo online si collega

a riproduzioni elettroniche di volumi antichi, si ottiene una vera e propria

biblioteca digitale: questa sviluppa tutta una serie di prospettive positive ma

anche di problematiche, che sono state oggetto di un convegno trentino di

cui è recentissima la pubblicazione 1 . Invece il catalogo cartaceo in forma libraria,

specie di un fondo antico, permette (se, come nel presente caso, è

stato redatto secondo criteri storici adeguati) di fornire una riflessione complessiva,

o quantomeno gli strumenti per una riflessione complessiva sulla

costituzione e quindi la storia stessa del fondo, la sua natura, persino le prospettive

di ricerca che da tale fondo possono nascere. Da questo punto di

vista, non ci si può che rallegrare della pubblicazione di questo catalogo

cartaceo di incunaboli e cinquecentine.

Occorre però ora aggiungere qualche nota sulla natura particolare del volume

qui presentato. In esso, infatti, la prospettiva storica evocata si esprime

declinata secondo due diverse modalità. Da una parte c’è un esame di tipo archivistico

– peraltro già in parte illustrato in precedenti ricerche – di inventari

e liste di libri appartenuti a istituzioni e personaggi più o meno noti attivi nel

territorio considerato; la pubblicazione di questo materiale, specie laddove la

trascrizione del documento è accompagnata da un tentativo di identificazione

dei volumi – propedeutico a una collocazione storica del complesso informativo

–, costituisce un capitolo importante per disegnare la storia culturale del

territorio 2 . A questo esame si aggiunge anche il catalogo vero e proprio, quello

storico e analitico di incunaboli e cinquecentine posseduti da una serie di istituzioni

ecclesiastiche insistenti sulla Liguria occidentale. E la storia culturale di

questo territorio merita certo di essere ancora esplorata: me ne sono reso conto

direttamente pochi anni fa mentre mi occupavo di un libro (peraltro citato

anche in questo volume, tra le opere a suo tempo possedute dal convento di

San Giacomo di Savona) come la Polyanthea di Domenico Nanni Mirabelli,

1

L. Bragagna - I. Franceschin (a cura di), Patrimonio librario antico. Conoscere per valorizzare

(Atti del convegno di studi. Trento, Polo culturale diocesano Vigilianum, 26

settembre 2018), Trento 2019.

2

Ottime, in questa prospettiva, le ricerche messe in campo dal progetto RICI, consultabile

al sito http://rici.vatlib.it/, cioè il database dedicato a Le biblioteche degli ordini regolari in

Italia alla fine del secolo XVI. Si veda almeno R.M. Borraccini - G. Granata - R. Rusconi,

A proposito dell’inchiesta della S. Congregazione dell’Indice dei libri proibiti di fine ’500, «Il

capitale culturale. Studies on the Value of Cultural Heritage», 6 (2013), pp. 13-45.

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