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Libri antichi tra Savona e Albenga

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174 CAPITOLO IV

Dalle note di possesso si evince che vi furono lasciti da parte di alcuni vescovi

albenganesi: Filippo Allegro, Alessandro Piazza e in particolare Carmine

Cordiviola, ma anche Giovanni Lercari, arcivescovo di Genova. All’interno

della collezione di libri antichi confluirono anche donazioni di canonici della

Cattedrale.

3.2. La Biblioteca Capitolare di Albenga

Le prime notizie pervenuteci della Biblioteca Capitolare di Albenga risalgono

al XVII secolo, fornite dagli inventari dei libri conservati tra le carte dell’Archivio

Capitolare. È ricca non solo di testi sacri, ad uso dei sacerdoti per la liturgia

e lo studio delle Sacre Scritture, ma anche di libri di argomento non religioso,

in particolare di diritto e medicina, provenienti da collezioni private.

Segue le sorti dell’Archivio Diocesano e dai primi anni del ’900 è ospitata

nel Palazzo Vescovile mentre nel 1980 è stata trasferita nella sede attuale (già

Uffici della Vecchia Curia).

La nuova destinazione dell’Archivio e della Biblioteca Capitolare fu decisa da

mons. Alessandro Piazza all’inizio dei lavori di restauro della Cattedrale (1965).

La Biblioteca Capitolare fu inventariata per la prima volta dal canonico Pietro

Menini nel 1972.

Le note di possesso ci testimoniano come la formazione delle raccolte bibliografiche

sia in parte dovuta a illustri personaggi della vita della città e della

diocesi, in particolare ad alcuni vescovi, tra i quali sono da ricordare Carlo

Cicada, autorevole membro del Concilio di Trento, a cui si deve l’istituzione

del Seminario Vescovile, e soprattutto Pier Francesco Costa, vescovo di Albenga

dal 1624 al 1655, cui si deve un significativo impulso nel rinnovamento del

palazzo vescovile; quest’ultimo commissionò il Sacro, e vago Giardinello, opera

manoscritta conservata presso l’Archivio Diocesano, redatta dal canonico Gio

Ambrogio Paneri, fondamentale per la conoscenza dello stato della diocesi di

Albenga nella prima metà del XVII secolo, in cui il vescovo Costa ricostruisce

la storia delle sue chiese nell’anno 1624 (si tratta di un resoconto delle visite

pastorali compiute dal vescovo Costa durante il suo Ufficio). Il canonico Paneri

donò un fondo cospicuo di suoi incunaboli e cinquecentine alla Biblioteca

Capitolare.

Presso l’Archivio Diocesano di Albenga sono conservati due cataloghi che

testimoniano la volontà di conservazione del patrimonio librario del Capitolo:

il primo, 10 privo di data, è sicuramente ascrivibile agli inizi del XVIII secolo se

10

Archivio Diocesano di Albenga, Fondo del Capitolo, n. 136 (10/04/25).

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