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Libri antichi tra Savona e Albenga

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32 CAPITOLO I

Dalla documentazione relativa ai sinodi diocesani e dalle altre carte d’archivio

attualmente non ci è dato conoscere chi fu il vescovo che emanò il decreto

che obbligava i parroci a stendere gli elenchi dei libri in loro possesso.

Per coincidenza di date potrebbe essere probabile che si sia trattato di Giovanni

Ambrogio Fieschi, vescovo di Savona dal 1564 al 1576. Cesare Ferrero,

che fu vescovo dal 1576 al 1581, nel sinodo del 24 aprile 1579, cap. 64, così si

espresse: Di più ordiniamo che li clerici doppo che saranno giunti all’età delli

quatordeci anni, acciò che più facilmente possino meditare et havere notitia de la

legge del Signore, debbino havere in ogni modo almeno l’infrascritti libri, e ciò

è: il Testamento Vecchio e Novo, il Catechismo Romano, il Concilio di Trento,

le Costitutioni Provinciali di Milano et queste nostre Costitutioni Sinodali; et

che li curati, oltra le predette habbino la Postilla Maggiore, un Homeliario et la

Somma Antonina, et altro che da noi li sarà o dal nostro vicario assignato 32 .

Comunque, non sempre questi testi compaiono nei nostri elenchi, il che significa

che i nostri parroci non si preoccupavano troppo di eseguire gli ordini

superiori.

2.2. I libri negli inventari dei parroci

L’analisi degli inventari, che risultano epurati dai libri proibiti, rivela che i parroci

avevano, nell’insieme, una cultura che ben si inquadra nell’ambito del

panorama proprio del periodo di applicazione dei decreti di Riforma emanati

dal Concilio. Per la maggioranza sono testi di pastorale, manuali di comportamento,

soprattutto per i confessori, per la predicazione, per la confessione,

opere devozionali, che andavano a formare il personale patrimonio di chi si

dedicava alla cura d’anime.

In quel tempo, infatti, l’attività del prete in cura d’anime stava sempre più

acquisendo le caratteristiche di professione e nelle liste si risente dell’ondata di

riforma religiosa, conseguente al Concilio di Trento, che promosse una nuova

produzione e circolazione di testi, in particolare connessi con la predicazione e

l’insegnamento della dottrina cristiana.

Gli inventari, quindi, ci testimoniano i nuovi orientamenti della pastorale

ecclesiastica postridentina ed il passaggio dalla sommistica tardomedievale ai

casi di coscienza. Essi rispecchiano bene il rapporto del clero con il libro: se da

una parte esisteva una spinta verso la repressione e la censura, dall’altra c’era

32

ASDS, fondo Vescovi di Savona, faldone Vescovi Ferrero, Grimaldi, Centurione, fascicolo

Sinodo 1579 Cesare Ferrero, sala 1, scaffale 3.

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