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Libri antichi tra Savona e Albenga

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IL MONDO DEI LIBRI NELLA SAVONA DEL ’500

31

Sempre nell’orazione del 1568, San Carlo comunicò di aver istituito un ricovero

per i preti più vecchi e più ignoranti: rudiorum sacerdotum, qui aetate

provecti sunt, Collegium sumptibus nostris instituimus: voleva che studiassero

teologia, casi di coscienza, storia della Chiesa e grammatica 27 .

Per quanto riguarda Savona, sappiamo che in quegli anni i vescovi avevano

il compito di esaminare i maestri ed i precettori privati prima che questi intraprendessero

la loro attività. Ci è rimasto un elenco del 1569 in cui figurano 12

ludimagistri, stilato in occasione della loro professione di fede, secondo quanto

stabilito dal Concilio 28 . Di essi, cinque erano preti. Nessuno di loro possedeva

l’Indice dei libri proibiti; a dir la verità, uno ce l’aveva, ma se l’era perso. I testi

che usavano erano comuni a quasi tutti i maestri del tempo: le grammatiche

erano presenti con il Despauterio e il Donato; gli autori latini più letti erano:

Cicerone, Virgilio, Ovidio, Orazio, Lattanzio, Terenzio. Tra i testi di uso meno

frequente: le opere di Catone, Giovenale, Properzio, Livio, Plutarco, Cesare,

Aristotele, la Dialettica di Pietro Ispano, il Carmen Scolastico, le Regole dello

Spontino e la Grammatica del Melantone. Essi venivano interrogati an habeant

penes se aliquos libros prohibitos vel suspectos et an omnium librorum quos habent

catalogum confecerint et cancellario curie episcopalis exhibuerint iuxta edictum

publicatum pro parte Reverendissimi D. Episcopi 29 .

Quindi, nel 1569 a Savona era già in vigore l’obbligo, da parte dei preti e

laici, che facevano scuola, di stilare e consegnare al vescovo l’elenco dei libri di

loro proprietà.

Dagli elenchi dei vicari del vescovo e dei cancellieri dei giudici sinodali

evinciamo che qualche prete era iuris utriusque doctor, ma pochi erano i teologi

30 .

Uno di quei pochi, molto stimato al suo tempo, fu Domenico Grimaldi, vicario

generale del vescovo Giacomo Fieschi (1537-1546). Il suo successore,

Nicolò Fieschi (1546-1564), ebbe tra i suoi vicari: il dottore in diritto Cristoforo

Marenco, il dottor di leggi Domenico Bossano, il teologo Antonio dei conti

di Cogorno ed Agostino Rocchetta, iuris utriusque doctor 31 .

Non abbiamo notizie circa la cultura dei vicari generali di Giovanni Ambrogio

Fieschi, sappiamo, invece, che Cesare Ferrero fu assistito dal magnifico

dottor di leggi Alessandro Sorleone.

27

Ibidem, col. 846.

28

L. Botta, La Riforma tridentina, pp. 243-244.

29

Ibidem, p. 244.

30

Ibidem, pp. 36-37.

31

Ibidem, p. 37.

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