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R Classica&Christiana _nr7_2_2012_curbe - Facultatea de Istorie ...

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486<br />

Enrico DI LORENZO<br />

Il Nostro ritiene sufficienti trenta bacili per ogni fila, in caso<br />

contrario bisogna disporre un numero maggiore per oliveti più estesi.<br />

Columella tra i consigli che fornisce al capulator, il travasatore<br />

di olio 14 , quando d’inverno l’olio si congela per il freddo con la morchia,<br />

vi è quello di usare un po’ di sale cotto, per sciogliere l’olio e liberarlo<br />

dalla morchia. Così quando il freddo è intenso e l’olio non si scioglie,<br />

allora si fa scaldare il nitro al fuoco, si riduce in polvere e si sparge<br />

sull’olio e si mescola e questo scioglie la morchia. Alcuni diligenti oleari<br />

sottopongono le bacche integre al prelum, quando vi è la spremitura,<br />

e l’olio porta la morchia ma anche un po’ di grasso, la pinguetudo 15 .<br />

Columella, inoltre, consiglia che né il fumo né la fuliggine siano<br />

ammessi nel torchio o nella cella olearia, perché sono ostili e gli oleari<br />

più esperti a stento permettono che tutto il lavoro avvenga alla luce di<br />

una sola lucerna. I dogli e i recipienti non siano preparati e puliti al<br />

momento <strong>de</strong>lla raccolta <strong>de</strong>lle olive, ma la massaia, subito dopo che la<br />

partita d’olio è stata venduta, provveda a pulirli dalla feccia e dalla<br />

morchia con una liscivia non troppo calda, perché non vada perduta<br />

l’inceratura e a sfregarli leggermente con acqua tiepida e asciugarli<br />

con una spugna.<br />

L’autore riferisce l’esperienza di alcuni oleari che preferiscono<br />

altre tecniche per pulire i recipienti: stemperano creta nell’acqua per<br />

ottenere una <strong>de</strong>nsità maggiore <strong>de</strong>lla feccia e, dopo aver lavato i vasi,<br />

spalmano questa poltiglia all’interno e li lasciano asciugare, poi li risciacquano<br />

con acqua pura e esaminano se i dogli <strong>de</strong>bbano avere nuova<br />

cera. Secondo la tradizione <strong>de</strong>gli antichi, ogni sei raccolte di olive i<br />

vasi <strong>de</strong>bbono essere incerati.<br />

Ma Columella osserva anche che i vasi nuovi riscaldati possono<br />

ricevere nuova cera, così non cre<strong>de</strong> che i vecchi recipienti imbevuti di<br />

olio possano ricevere una nuova inceratura.<br />

Lo scrittore ricorda l’esperienza <strong>de</strong>gli agricoltori <strong>de</strong>l suo tempo<br />

che ritengono sufficiente bagnare abbondantemente i nuovi recipienti<br />

con gomma liquida e, asciugati, suffumigarli con cera bianca per evitare<br />

cattivi odori e muffe. E questo suffumigio, la suffitio 16 si <strong>de</strong>ve<br />

praticare ogni volta che si ha cura <strong>de</strong>i vasi nuovi o vecchi per il nuovo<br />

14 Il capulator, il travasatore di olio, è un termine di antica memoria catoniana<br />

(Agr. 66, 1): cfr. TLL, s.v.<br />

15 Un termine tecnico, pinguitudo, è parola presente già in Catone, in Varrone<br />

e in altri scrittori: cfr. TLL, s.v.<br />

16 Suffitio è un termine noto anche a Plinio ( N. H. 28, 251).

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