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TERRE SOTTO I MARI NELL’ENEIDE
romana 15 , si tratterebbe del nimbus descendentis numinis; secondo
quella physica, una sorta di «scienza meteorologica», la scia accompagna
invece sempre il movimento delle stelle quando sta per sopraggiungere
una bufera, come dimostra georg. 1,365. Sembrerebbe che
la netta distinzione tra ratio physica e ratio theologica ripercorra le
strade già segnate dall’uso oppositivo fusikÒj vs qeolÒgoj di matrice
aristotelica 16 , con il primo termine ad indicare quei «filosofi della natura»
17 che ne studiano i problemi esplorando la realtà sensibilmente
15 Per i theologi, esperti delle cose divine (cf. Serv. Aen. 8,84 MAXIMA IVNO
quaesitum est quae sit ‘Iuno maxima’ … et dicunt theologi ipsam esse matrem
deum, quae terra dicitur), da intendere come categoria distinta da philosophi e
poetae cf. e.g. Serv. Aen. 5,735 PIORVM CONCILIA ELYSIVMQVE COLO elysium est ubi
piorum animae habitant post corporis animaeque discretionem …. quod secundum
poetas in medio inferorum est suis felicitatibus plenum … secundum philosophos
elysium est insulae fortunatae … secundum theologos circa lunarem circulum,
ubi iam aër purior est e Serv. Aen. praef. 6, p. 1, ll. 1-4 Totus quidem Vergilius
scientia plenus est … et dicuntur aliqua simpliciter, multa de historia, multa per
altam scientiam philosophorum, theologorum, Aegyptiorum). In Serv. Aen. 6,645
theologus è sinonimo di sacerdos, appellativo sacrale di Orfeo (cf. anche Serv. ecl.
4,58 nam satis excesserat dicendo Linum poetam, Orphea theologum), dopo il
quale ‘teologo’ fu detto anche il vate Museo (cf. Serv. Aen. 6, 667 e Serv. Aen. 6,
669).
16 Aristotele impiega i due termini in opposizione quando, in un’analisi diacronica
della storia del pensiero filosofico, contrappone ai «fisici», cioè ai «filosofi
più antichi», i «teologi», ovvero gli antichi poeti che, avendo riferito di teorie sulla
vita degli dei e la sorte dell’anima umana attingendo alla tradizione mitica, rappresentano
quello stadio pre-filosofico del pensiero che soltanto nelle epoche successive,
con i fusiko… appunto, diventa più radicale e scientifico (per un uso analogo di
theologus si veda Macrobio nella sua esposizione sugli Inferi in somn. 1,10,17, per
cui cfr. Macrobio. Commento al Somnium Scipioni. Libro I, intr., testo, trad. e
comm. a c. di M. Regali, Pisa, 1983, 311). Con W. Jaeger, La teologia dei primi pensatori
greci, op. cit. 6 andrà tuttavia ricordato che in altri contesti, ovvero al di
fuori di un discorso storico sul pensiero filosofico, la «teologia» resta per Aristotele
la filosofia pura, «la scienza filosofica fondamentale».
17 Non si tratta di semplici osservatori dei fenomeni naturali, come potevano
esserlo, ad esempio, i contadini, la cui sapientia Servio distingue da quella più
specificamente filosofica attraverso la formula chiarificatrice physica rusticanorum
(cf. Serv. ecl. 1,69 POST ALIQVOT ARISTAS post multa tempora. et quasi rusticus per
aristas numerat annos: nam physica rusticanorum est in paleis et in messibus).
Che si trattasse di «filosofi» nel senso di «pensatori» siamo portati a crederlo sia
sulla scorta dell’aggiunta danielina ad Aen. 2,488 (secundum philosophos physicos,
qui dicunt, vocem corpus esse), da cui si ricava l’implicita equivalenza physici
= philosophi, che per la iunctura ‘physica philosophia’ con cui il Vulgato nelle note
ad georg. 2,483 (NATVRAE ACCEDERE PARTES physicae philosophiae, unde sunt illa
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