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Introduzione, Eutifrone, Apologia di Socrate, Critone, Fedone ...

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L'immortalità dell'anima si fonda sull'esistenza dell'essere intelligibile oltre l'essere sensibile e<br />

nella rispettiva <strong>di</strong>fferenza strutturale ne trae ulteriore conferma. *La concezione del tempo<br />

come immagine dell'eterno esige che la morte non costituisca la fine in quanto il rinascere ne<br />

ipotizza la permanenza: è la famosa “immaturità” delle concezioni <strong>di</strong> tempo ed eternità cui<br />

rime<strong>di</strong>erà in seguito la “maturità” della solita creatio ex nihilo*.<br />

IV- Breve intermezzo: il fanciullino <strong>di</strong> Cebete (77D - 78B). “Mi pare... che abbiate paura,<br />

come i fanciulli, che davvero il vento, non appena l'anima esca dal corpo, se la porti via...<br />

Bisogna fargli gli incantesimi tutti i giorni... fino a che non lo si sia placato con tali<br />

incantesimi”.<br />

V- Seconda <strong>di</strong>mostrazione dell'immortalità dell'anima (78B - 80B). 1- Differenze strutturali<br />

fra le realtà sensibili e quelle intelligibili. “Ciò che è stato composto... conviene che sia...<br />

soggetto a decomposizione e se esiste qualcosa che non sia composto... conviene ad esso... il<br />

non essere soggetto a questo... La realtà in sé... si trova sempre nelle medesime con<strong>di</strong>zioni...<br />

mentre le altre cose non sono mai identiche né rispetto a se medesime né rispetto alle altre...<br />

E mentre queste sono mutevoli e tu le puoi vedere o toccare o percepire con gli altri sensi<br />

corporei, quelle, invece, permangono sempre identiche non c'è altro modo <strong>di</strong> coglierle se non<br />

col puro ragionamento della mente... Poniamo dunque due forme <strong>di</strong> esseri: una visibile e<br />

l'altra invisibile”. Ecco formulata nella maniera più esplicita la <strong>di</strong>stinzione dei due piani della<br />

realtà. È la dottrina che segna la tappa più importante nella storia della metafisica. *Ma la<br />

vera metafisica scatta con il “raggiungimento” della Causa prima tramite l'analogia grazie alla<br />

pre<strong>di</strong>cazione dell'essere all'Uno-Dio. Il piano del pensiero in sé non è metafisico anche se<br />

<strong>di</strong>viso in “visibile” e “invisibile”. Chi vede il pensiero? E senza pensiero chi vede il<br />

visibile?*. 2- L'anima corrisponde all'essere intelligibile e il corpo al sensibile. “Ebbene che<br />

altro c'è in noi se non da un lato il corpo e dall'altro l'anima?... Dunque l'anima è più simile<br />

all'invisibile che non il corpo; questo, invece, al visibile”. *E anima e corpo costituiscono<br />

l'uomo pensante*. 3- L'anima è affine all'incorruttibile e il corpo al corruttibile. “Quando<br />

l'anima si avvale del corpo... essa è tratta dal corpo verso le cose che non permangono mai<br />

identiche e si confonde e barcolla... Ma quando l'anima, restando in sé sola e per sé sola,<br />

svolge la sua ricerca, allora si eleva a ciò che è puro, eterno, immortale, immutabile e, in<br />

quanto è ad esso congenere, rimane sempre con quello, ogni volta che le riesca essere in sé e<br />

per sé sola... E questo stato dell'anima si chiama intelligenza”. *La compresenza <strong>di</strong> anima e<br />

corpo è il seguito <strong>di</strong> una caduta dell'anima, sicché questa è ipotizzata in uno status originario<br />

ideale, libera dal corpo. Ma fin che rimane nel corpo, convive assumendone la guida*. 4-<br />

L'anima domina e il corpo è dominato. “Quando anima e corpo sono uniti insieme la natura<br />

impone al corpo <strong>di</strong> servire e <strong>di</strong> lasciarsi governare, all'anima invece <strong>di</strong> dominare e <strong>di</strong><br />

governare”. 5- Conclusione: l'anima è in sommo grado affine al <strong>di</strong>vino. “L'anima è in sommo<br />

grado simile a ciò che è <strong>di</strong>vino, immortale, intelligibile, uniforme, in<strong>di</strong>ssolubile, sempre<br />

identico a se medesimo, mentre il corpo è in sommo grado simile a ciò che è umano, mortale,<br />

multiforme, inintelligibile, <strong>di</strong>ssolubile e mai identico a se medesimo”.<br />

VI- Primo mito escatologico e riflessioni etiche (80B - 84B). 1- L'anima che si è purificata<br />

ritorna dopo la morte presso gli dèi. “Allora l'anima, che è invisibile e che se ne va in luogo<br />

<strong>di</strong>verso da questo che conviene ad essa, bello, puro, invisibile, nell'Ade nel vero senso della<br />

parola (invisibile), presso un <strong>di</strong>o buono e sapiente, dove anche l'anima mia dovrà presto<br />

andare, se al <strong>di</strong>o piaccia: ebbene... appena si allontana dal corpo non si <strong>di</strong>ssipa e non si<br />

annienta imme<strong>di</strong>atamente, come <strong>di</strong>ce la maggior parte della gente... Invece se essa si <strong>di</strong>stacca<br />

pura non trascinandosi ad<strong>di</strong>etro niente del corpo, per quanto <strong>di</strong>penda dalla sua volontà... e<br />

questo non è altro se non rettamente filosofare e prepararsi serenamente a morire... le<br />

toccherà <strong>di</strong> essere veramente felice, libera dagli erramenti, dalle stoltezze, dalle paure, dai<br />

selvaggi amori e dagli altri mali umani, passando tutto il resto del tempo con gli dei come si<br />

racconta degli iniziati”. *Dunque il corpo è una prigione <strong>di</strong> un'anima caduta, da cui quanto<br />

prima e meglio si libera tanto meglio può accedere al suo destino felice. Nel Timeo la<br />

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