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Introduzione, Eutifrone, Apologia di Socrate, Critone, Fedone ...

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correre), li denominarono θεοί (theoí-dèi)”. 3- Daimon. “Chiamati dèmoni nel senso <strong>di</strong> puri,<br />

sotterranei, buoni, protettori, custo<strong>di</strong> degli uomini mortali... come anche <strong>di</strong> noi <strong>di</strong>ce che<br />

siamo stirpe <strong>di</strong> ferro... Quando un uomo buono muore, ottiene grande sorte ed onore e<br />

<strong>di</strong>viene un daimon secondo la denominazione derivante dalla sua intelligenza”. 4- Heros<br />

(eroe). “Nati da un <strong>di</strong>o innamorato <strong>di</strong> una mortale o da un mortale innamorato <strong>di</strong> una dea...<br />

Però non è questo nome <strong>di</strong>fficile a intendersi, bensì, piuttosto, quello dato agli uomini”. 5-<br />

Anthropos (uomo). “Questo nome uomo significa che, mentre gli altri animali non osservano<br />

nulla <strong>di</strong> quello che vedono, né vi ragionano sopra né lo considerano, l'uomo invece, non<br />

appena ha visto, e questo è il senso del 'ha visto' (anathrei), considera e ragiona su quello che<br />

'ha visto'. Per questo, appunto, unico tra gli animali, l'uomo è stato denominato<br />

correttamente anthropos-uomo 'colui che considera ciò che ha visto'”. *Sembra scontato che<br />

la cultura sia l'esclusiva dell'intelligenza umana e <strong>di</strong> null'altro <strong>di</strong> esistente, ma <strong>di</strong> fronte<br />

all'insistenza o<strong>di</strong>erna <strong>di</strong> mettere l'intelligenza umana “accanto” a quella animale, magari in<br />

nome dell'evoluzione, sembra opportuno riconfermarne la specificità appunto come la intende<br />

qui Platone con il suo carattere oggettivo*.<br />

6- Psyché-anima. “È causa per esso del vivere, dandogli la possibilità <strong>di</strong> respirare<br />

(anapneîn) e refrigerarsi (anapsîkon), ma appena si allontana, il corpo viene meno e muore”.<br />

7- Sôma-corpo. “Alcuni lo chiamano sêma-tomba dell'anima. Tuttavia, mi sembra che questo<br />

nome sia stato assegnato soprattutto dai seguaci <strong>di</strong> Orfeo, dato che l'anima per essi sconta la<br />

pena delle colpe che deve espiare ed ha questo involucro, immagine <strong>di</strong> una prigione, affinché<br />

si salvi (sôthêtai)... E non occorre mutare nemmeno una lettera”. *È la cosiddetta concezione<br />

negativa del corpo, concepito come tomba dell'anima, fatta propria qui esplicitamente da<br />

Platone. Su questo punto nel Timeo vedremo una presa <strong>di</strong> posizione innovativa. Alla base <strong>di</strong><br />

questa concezione è la metempsicosi o reincarnazione più o meno punitiva, ma certamente<br />

purificatrice, per le colpe commesse nella vita precedente. Potrebbe darsi che anche se l'anima<br />

s'incarna la prima volta per una qualche colpa d'“origine”, potrebbe lasciare spazio ad un<br />

“primo” rapporto più <strong>di</strong>namico, permettendo al filosofo <strong>di</strong> maturare quella “salvezza” come<br />

obiettivo della vicenda umana. Ad ogni modo l'immortalità per Platone corrisponde per così<br />

<strong>di</strong>re ad un'eternità nel senso che tutte le anime sono da sempre e la loro colpa “prima” è una<br />

pura consequenzialità del loro essere in un corpo; che si tratti <strong>di</strong> una prima caduta o <strong>di</strong><br />

successive reincarnazioni non fa <strong>di</strong>fferenza, essendo una semplice constatazione. Siamo noi<br />

tormentati da un inizio ex nihilo, mentre per Platone basta lo stato <strong>di</strong> fatto su cui si deve<br />

riflettere e decifrare e risalire all'Uno*. 8- Invocazione agli dèi. Questa parte passa in rassegna<br />

la sfera teologica e cosmologica: prima tratta <strong>di</strong> nomi <strong>di</strong> dèi della religione greca, da Estia a<br />

Pan, poi delle entità <strong>di</strong>vine impersonali, ossia gli astri, gli elementi, e le unità <strong>di</strong> misura del<br />

tempo. “Riguardo agli dèi non sappiamo nulla, né su <strong>di</strong> loro, né sui nomi con i quali<br />

chiamano se stessi; è chiaro <strong>di</strong>fatti che essi si denominano con quelli veri... Perciò<br />

mettiamoci ad indagare, dopo aver preavvisato, per così <strong>di</strong>re, gli dèi che non faremo nessuna<br />

ricerca su <strong>di</strong> loro, dato che noi non ci consideriamo in grado, bensì sugli uomini, per vedere<br />

a partire da quale opinione abbiano assegnato loro dei nomi; questo infatti non dovrebbe<br />

suscitare la loro collera”. *Questo modo <strong>di</strong> accennare al <strong>di</strong>vino è interessante perché fissa un<br />

limite al pensiero umano che non può impunemente sorpassare i confini del proprio esistere<br />

delimitato. Gli dèi non coincidono con Dio, ma ne costituiscono per così <strong>di</strong>re il contorno,<br />

l'atmosfera ed è bene che l'uomo, con quello che fa e <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> loro e tanto più <strong>di</strong> “Lui”, non<br />

esorbiti dai propri limiti, non per presunzione ma per inadeguatezza strutturale. Il<br />

cristianesimo dogmatico violerà proprio questa saggezza, scatenando contrasti del tutto<br />

pretestuosi se non perversi, perché la verità in tale chiave è <strong>di</strong>venuta una <strong>di</strong>sgrazia non una<br />

salvezza per l'umanità*. 9- Estía. “È probabile che i primi che <strong>di</strong>edero i nomi non fossero<br />

uomini <strong>di</strong> poco conto, bensì degli stu<strong>di</strong>osi del cielo e dei parlatori arguti... Questa che noi<br />

chiamiamo usía-essenza, da alcuni è denominata essía, da altri osía... Estía da estín-è... Il<br />

sacrificare ad Estía prima che a tutti gli dèi, conviene a quelli che hanno denominato essía<br />

l'usía-essenza. Quelli che a loro volta l'hanno chiamata osía, forse pensavano all'incirca<br />

come Eraclito che tutti gli enti si muovano e nulla permanga; pertanto la loro causa e il loro<br />

principio è ôthûn-ciò che si muove... Ma forse <strong>di</strong>co cose <strong>di</strong> nessun valore”. *<strong>Socrate</strong> si rende<br />

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