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Introduzione, Eutifrone, Apologia di Socrate, Critone, Fedone ...

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<strong>Eutifrone</strong>... E chi accusi? -Mio padre-”. Mentre presso i Romani non era giuri<strong>di</strong>camente<br />

possibile intentare una causa contro il padre, in Atene lo era in linea <strong>di</strong> principio, ma, <strong>di</strong> fatto,<br />

era considerata una cosa empia. Il padre <strong>di</strong> Eutifronte lasciò morire incatenato un <strong>di</strong>pendente<br />

<strong>di</strong> suo figlio, colpevole <strong>di</strong> aver ucciso, in stato <strong>di</strong> ubriachezza, un suo schiavo. “Per Eracle!<br />

Certo, o <strong>Eutifrone</strong>, i più ignorano in che cosa consista il giusto... Ma tu... sei convinto <strong>di</strong><br />

conoscere con tanta precisione in che cosa consistano le cose <strong>di</strong>vine, che... non hai timore <strong>di</strong><br />

rischiare <strong>di</strong> commettere, a tua volta, un'azione empia”. 4- Posizione del problema del<br />

<strong>di</strong>alogo: che cos'è il santo? “Ora <strong>di</strong>mmi dunque, per Zeus... che cosa tu affermi che sia il<br />

santo e l'empio... Non è forse vero che il santo è sempre identico a se medesimo in ogni<br />

azione? E l'empio non è forse il contrario <strong>di</strong> tutto ciò che è santo? E, a sua volta, non è forse<br />

sempre uguale a se medesimo e non ha forse un'unica Idea, relativamente alla sua empietà,<br />

tutto ciò che è empio?". Si intenda il termine Idea non nel senso <strong>di</strong> concetto mentale, ma nel<br />

senso metafisico <strong>di</strong> essenza, in <strong>di</strong>mensione ontologica. *Le espressioni metafisico e<br />

ontologico vanno sempre prese con riserva, nel senso che Platone, mentre afferma che l'Idea<br />

sempre-è cioè non muta come la sensazione, considera l'Uno come “sopra l'essere”, non<br />

coinvolto come causa efficiente che metterebbe in moto appunto ontologie metafisiche. L'idea<br />

come essere perfetto corrisponde al concetto <strong>di</strong> Aristotele, con la <strong>di</strong>fferenza che mentre l'Idea<br />

fa parte dell'essere delimitato, il concetto invece accede al Motore immobile o causa prima,<br />

sconvolgendo completamente l'assetto filosofico <strong>di</strong> Platone. Non è possibile conoscere se non<br />

si ha come referente un modello (il simile conosce il suo simile) o per riflesso proporzionale o<br />

per astrazione dagli accidenti grazie all'intelletto agente. Le idee e concetti rivestono la stessa<br />

funzione e vanno incontro alle stesse <strong>di</strong>fficoltà, anche se sono gli espe<strong>di</strong>enti inevitabili per<br />

affrontare il caos del sensibile permettendo la conoscenza. Non possiamo misurare senza un<br />

riscontro convenzionale come ad esempio il metro quale simile*.<br />

II- Prima definizione (5D - 6E). 1- Santo è ciò che <strong>Eutifrone</strong> sta facendo, accusando il padre.<br />

"Dico, afferma <strong>Eutifrone</strong>, che santo è ciò che io sto facendo ora... Ed ecco la prova. Gli<br />

uomini ritengono che Zeus sia il migliore e il più giusto <strong>di</strong> tutti gli dèi. E tutti sono d'accordo<br />

nel credere che egli incatenò suo padre Crono, perché contro giustizia aveva trangugiato i<br />

figli... Ma è proprio questa, o <strong>Eutifrone</strong>, la ragione per cui sono accusato: perché, quando<br />

uno mi narra cose simili intorno agli dèi, duro fatica ad accettarle. E per questa ragione,<br />

evidentemente, si <strong>di</strong>rà che io sono in colpa”. 2- Critica metodologica della definizione data da<br />

<strong>Eutifrone</strong>. “Alla mia domanda 'che cos'è il santo?', tu rispondesti che santo è ciò che stai<br />

facendo ora, accusando tuo padre <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o... Io ti chiedevo <strong>di</strong> farmi conoscere proprio<br />

quella forma per cui tutte le azioni sante sono sante... Allora devi farmi conoscere che cosa<br />

sia, precisamente, questa Idea, affinché guardando ad essa e <strong>di</strong> essa servendomi come<br />

modello, io possa qualificare come santa quell'azione - tua o d'altri - che ad essa sia<br />

somigliante, e non santa quella che non le sia somigliante". *Se nella teologia metafisica noi<br />

acce<strong>di</strong>amo <strong>di</strong>rettamente a Dio per “sapere” e per “conoscere”, nella gnoseologia platonica ci<br />

si ferma all'Idea che nella sua immutabilità ricopre la stessa funzione, ma con la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />

essere un motore mobile, capace cioè <strong>di</strong> muoversi da sé e <strong>di</strong> essere causa del movimento del<br />

referente. Il tempo come immagine dell'eternità <strong>di</strong>ce che fra le due <strong>di</strong>mensioni si ripete la<br />

stessa funzione dell'Idea <strong>di</strong> fronte alla cosa e come questa partecipa nella sua essenza<br />

dell'essenza dell'Idea, così il tempo che scorre, scorre per opera dell'eterno; partecipano tutti e<br />

due della realtà, dell'essere delimitato, percepibile dal nostro intelletto. Quando si spezzerà<br />

questo rapporto, sempre a causa della pre<strong>di</strong>cazione dell'essere all'Uno, allora nasceranno i<br />

concetti innovativi dell'eterno Uno-Dio e del tempo contingente, del creatore dal nulla, e delle<br />

cose e dell'uomo contingente compresa la sua anima. Notiamo pure i rilievi sugli dèi che<br />

corrispondono <strong>di</strong> fatto al Dio unico essere assoluto-infinito tipico delle religioni in particolare<br />

la cristiana che nella sua pluralità e più ancora nella sua "parola" or<strong>di</strong>na tutto ed il contrario <strong>di</strong><br />

tutto in un bellum omnium contra omnes, appunto perché il mio è vero ed il tuo è falso*.<br />

III- Seconda definizione (6E - 9B). 1- Santo è ciò che è caro agli dèi. "Santo è ciò che è caro<br />

agli dèi; empio invece è ciò che non è caro agli dèi. Dunque il santo e l'empio non sono la<br />

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