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Introduzione, Eutifrone, Apologia di Socrate, Critone, Fedone ...

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contrario della vita... è la morte... e l'anima non potrà mai accogliere il contrario <strong>di</strong> ciò che<br />

essa apporta”. *L'anima, che si muove da sé, come causa della vita, non può morire,<br />

esattamente come <strong>di</strong>remmo noi metafisici Dio creatore non può morire*. 9- Perché non può<br />

accogliere l'Idea <strong>di</strong> morte, l'anima è immortale. “Ciò che non accoglie la morte lo chiamiamo<br />

immortale... Se l'impari fosse necessariamente incorruttibile, dovrebbe essere incorruttibile<br />

anche il tre... Se l'immortale è anche incorruttibile, sarà impossibile che l'anima, quando su<br />

<strong>di</strong> essa sopraggiunga la morte, perisca; infatti... non potrà ricevere morte e non potrà essere<br />

morta così... come il tre non potrà essere pari... Se noi ammettiamo che l'immortale è anche<br />

incorruttibile, ne consegue che l'anima, oltre a essere immortale, dovrebbe essere anche<br />

incorruttibile”. 10- Conclusioni sulla terza <strong>di</strong>mostrazione dell'immortalità dell'anima e<br />

rimando alla dottrina dei Principi. “La <strong>di</strong>vinità e l'Idea stessa della vita e qualsiasi altra cosa<br />

immortale, penso, tutti dovranno ammettere che non possono mai perire... E dal momento che<br />

l'immortale è altresì incorruttibile, non è possibile che l'anima, se ha la prerogativa <strong>di</strong> essere<br />

immortale, non sia incorruttibile... Davvero le nostre anime esisteranno nell'Ade... Se i<br />

postulati li approfon<strong>di</strong>rete <strong>di</strong>aletticamente quanto si conviene, come credo, li comprenderete<br />

nella misura in cui un uomo li possa comprendere. E, se questo vi risulterà chiaro, allora non<br />

dovrete cercare niente più oltre”. Si tenga presente che qui Platone non esprime un dubbio<br />

critico sui postulati che portano alla teoria delle Idee, quasi con uno spirito aporetico, ma<br />

torna a ripetere che dalla teoria delle Idee bisogna passare a quella dei Principi primi e<br />

supremi, che fondano le Idee medesime, oltre i quali non c'è più nulla da ricercare. Al vertice<br />

della metafisica platonica non stanno dunque le Idee, ma, appunto, i Principi primi e supremi.<br />

*A <strong>di</strong>re il vero è questo il punto delicato su cui ci <strong>di</strong>scostiamo da G. Reale, non nel senso che<br />

non ammettiamo i fruttuosi Principi primi e supremi, ma nel senso che non inten<strong>di</strong>amo<br />

usufruirli come basi d'appoggio per la razionalità <strong>di</strong>alettica, quasi che altrimenti ci si trovi<br />

nell'impossibilità <strong>di</strong> pervenire a qualsiasi esito razionale e ragionevole. Le Idee infatti sono le<br />

ultime che possiamo raggiungere con la nostra ragione e le possiamo pure “adoperare” per<br />

rendere efficace la <strong>di</strong>alettica razionale. Infatti le Idee, nel loro status <strong>di</strong> essere perfetto, ma non<br />

assoluto e tanto meno infinito come <strong>di</strong>rà per primo Gregorio Nisseno nel IV secolo,<br />

costituiscono la risposta all'esigenza <strong>di</strong> un fondamento del nostro pensiero, senza con questo<br />

precludere l'accesso ad ulteriori progressi grazie all'intuizione, all'illuminazione, alla<br />

contemplazione ecc. dei Principi primi e supremi. Non <strong>di</strong>menticare mai che vanno considerati<br />

come “sopra l'essere” in quanto l'unico oggetto adeguato al nostro pensiero è l'essere determinato,<br />

il solo conoscibile*.<br />

X- Secondo mito escatologico e riflessioni etiche conclusive (107C - 115A). 1- Le anime<br />

dopo la morte. “Se l'anima è immortale bisogna aver cura <strong>di</strong> essa... per la totalità del tempo...<br />

Se la morte fosse totale liberazione da tutto sarebbe un bel guadagno per i malvagi liberarsi,<br />

quando muoiono, dal corpo e, nello stesso tempo, liberarsi, insieme con l'anima, anche delle<br />

loro malvagità! Ma ora, dal momento che ci è risultato che l'anima è immortale non le<br />

rimane nessun altro modo per sottrarsi ai mali e salvarsi, se non <strong>di</strong>ventare buona e saggia<br />

quanto più è possibile. Infatti l'anima se ne va all'Ade, non portando nient'altro con sé se non<br />

la sua formazione spirituale e il modo in cui ha vissuto... E si racconta questo: subito dopo<br />

che uno è morto, il suo demone... si accinge a condurlo verso un certo luogo, da dove le<br />

anime, dopo essersi raccolte e aver subito il giu<strong>di</strong>zio, partono per il viaggio dell'Ade... E<br />

dopo essere rimaste tutto il tempo in cui debbono rimanere, un'altra guida le accompagna<br />

nuovamente <strong>di</strong> qua, dopo molti e lunghi cicli <strong>di</strong> tempo... Dunque l'anima temperata e saggia<br />

segue la propria guida... Invece quella che è avida del corpo... dopo molti contrasti e<br />

sofferenze... va via... L'anima che si sia macchiata <strong>di</strong> impurità... <strong>di</strong> ingiuste uccisioni o <strong>di</strong><br />

altre azioni malvagie... resta sola, abbandonata e fuggita da tutti... fino a che non siano<br />

passati quei tempi, compiuto i quali dalla necessità viene portata alla <strong>di</strong>mora che ad essa<br />

conviene. Quell'anima invece che ha vissuto la vita nella purezza e nella misura, avendo<br />

ottenuto come compagni e come guide gli dèi, se ne va nel luogo che a lei si ad<strong>di</strong>ce”. *È una<br />

concezione del destino immortale dell'uomo con<strong>di</strong>viso in tutti i tempi e che viene a quadrare il<br />

cerchio del dare e dell'avere nella storia umana. Anche non fosse vero è in<strong>di</strong>spensabile che sia<br />

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