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Introduzione, Eutifrone, Apologia di Socrate, Critone, Fedone ...

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il viaggio in modo più sicuro e con minor rischio su più solida nave, cioè affidandosi a una<br />

rivelazione <strong>di</strong>vina”. 2- Il dubbio <strong>di</strong> Simmia. “Io credo, o <strong>Socrate</strong>, che anche tu sappia che noi<br />

pensiamo dell'anima all'incirca questo, e cioè che, come il corpo è costituito e tenuto insieme<br />

dal caldo, dal freddo, dal secco e dall'umido, così anche l'anima sia una mescolanza <strong>di</strong><br />

questo genere e un'armonia <strong>di</strong> questi elementi, quando essi si mescolano in modo appropriato<br />

e giusta misura. Dunque, se l'anima è armonia, è chiaro che, quando il corpo sia rilassato,<br />

oppure sia teso oltre misura dalle malattie e da altri mali, è necessario che l'anima, anche se<br />

<strong>di</strong>vinissima, imme<strong>di</strong>atamente perisca, come tutte le altre armonie, sia quella che è nei suoni,<br />

sia quella che è nelle opere degli artefici”. 3- Il dubbio <strong>di</strong> Cebete. “Che l'anima nostra<br />

esistesse anche prima che entrasse in questa forma umana, non nego che sia <strong>di</strong>mostrato in<br />

modo garbato... ma che essa, dopo che siamo morti, possa ancora esistere in qualche luogo...<br />

non mi pare <strong>di</strong>mostrato in modo altrettanto sod<strong>di</strong>sfacente... Ebbene, se la cosa sta in questi<br />

termini, nessuno deve credere che, affrontando la morte con fiducia, non la affronti con<br />

un'assurda fiducia, se egli non è in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare che l'anima è totalmente immortale e<br />

in<strong>di</strong>struttibile; se no, è necessario che colui che sia sul punto <strong>di</strong> morire tema della sua anima,<br />

ossia che essa, nel momento in cui si separerà dal corpo che ora ha, perisca del tutto”. 4- Lo<br />

smarrimento dei presenti e il sacrificio dei capelli <strong>di</strong> <strong>Fedone</strong>. “Echecrate:... Ora come sempre<br />

mi affascina in maniera straor<strong>di</strong>naria la dottrina che la nostra anima sia una certa armonia...<br />

<strong>Fedone</strong>: Te lo <strong>di</strong>rò. Io mi trovavo seduto alla sua destra... Ora, accarezzandomi il capo e<br />

prendendomi i capelli sopra il collo... <strong>di</strong>sse: '<strong>Fedone</strong>, forse domani ti taglierai questi bei<br />

capelli'”. <strong>Fedone</strong>, secondo il costume della sua città, portava i capelli lunghi. In Atene solo i<br />

ragazzi fino ai <strong>di</strong>ciotto anni portavano i capelli lunghi. Ora <strong>Fedone</strong> è ancora giovane, ma ha<br />

certamente più <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto anni e dunque i suoi capelli lunghi in Atene erano una cosa fuori<br />

dell'usuale. “Ce li taglieremo oggi... io i miei e tu i tuoi, se ci morirà il ragionamento e se non<br />

potremo farlo rivivere”. Questo per <strong>Socrate</strong> sarebbe il più grave dei lutti: un lutto ben più<br />

grande della morte, perché sarebbe lo scacco matto della filosofia. 5- Esortazione <strong>di</strong> <strong>Socrate</strong> a<br />

non lasciarsi cogliere dalla sfiducia nei ragionamenti. “Guar<strong>di</strong>amoci... dal prendere in o<strong>di</strong>o i<br />

ragionamenti come coloro che prendono in o<strong>di</strong>o gli uomini, in quanto non esiste male<br />

maggiore che un uomo possa patire... E l'o<strong>di</strong>o contro i ragionamenti e quello contro gli<br />

uomini nascono nella stessa maniera. Infatti, l'o<strong>di</strong>o contro gli uomini sorge in noi dall'avere<br />

posto troppa fiducia in qualcuno senza adeguata considerazione, credendo costui<br />

assolutamente verace, schietto e fedele, e poi dall'averlo scoperto, <strong>di</strong> lì a non molto, malvagio<br />

e infido, e poi daccapo <strong>di</strong>verso... Gli uomini buoni e malvagi sono molto pochi, sia gli uni<br />

come gli altri, e i più stanno nel mezzo fra gli uni e gli altri... come si verifica per le cose<br />

molto piccole e molto gran<strong>di</strong>;... sono rari e scarsi <strong>di</strong> numero gli estremi, mentre ciò che sta<br />

nel mezzo è abbondante e numeroso... Tu sai benissimo che specialmente coloro che passano<br />

il loro tempo a ragionare pro e contro ogni cosa, finiscono col convincersi <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>ventati<br />

i più sapienti <strong>di</strong> tutti e <strong>di</strong> avere essi soli compreso che non esiste alcuna cosa né alcun<br />

ragionamento sicuro e saldo, ma che tutti gli esseri si rivoltano in su e in giù... e in nessun<br />

momento e in nessun luogo rimangono mai fermi... Dunque in primo luogo dobbiamo<br />

guardarci bene da questo... e non lasciare entrare nell'anima la convinzione che non esiste<br />

alcun ragionamento sano, ma dobbiamo convincerci piuttosto che noi non siamo ancora sani<br />

e che dobbiamo farci forza e preoccuparci <strong>di</strong> essere sani in tutti i mo<strong>di</strong>... Io non mi preoccupo<br />

che ciò che io <strong>di</strong>co sembri vero a coloro che qui sono presenti - se mi riuscisse, tanto meglio -<br />

ma mi preoccupo che paia vero soprattutto a me”. *Questo è il punto più delicato del<br />

“ragionamento”, la solitu<strong>di</strong>ne del “convinto” o l'in<strong>di</strong>spensabile con<strong>di</strong>visione degli<br />

interlocutori. Quello che importa in questo <strong>di</strong>battito è che il ragionamento ha un suo solido<br />

fondamento nella verità oggettiva, anche se il raggiungerlo comporta l'impegno <strong>di</strong> un<br />

esercizio costante come espressione <strong>di</strong> una vita saggia e de<strong>di</strong>ta alla virtù: la verità come ascesi<br />

<strong>di</strong> una logica perfetta*.<br />

VIII- Confutazione dell'obiezione <strong>di</strong> Simmia (91C - 95A). 1- Le tesi <strong>di</strong> Simmia sono fra loro<br />

in contrad<strong>di</strong>zione. “Simmia... dubita... che l'anima... possa perire prima del corpo;... a<br />

Cebete... resta oscuro... se essa, dopo aver consumato più volte molti corpi, alla fine<br />

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