30.05.2013 Views

Cosenza - Klichè

Cosenza - Klichè

Cosenza - Klichè

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

34<br />

<strong>Cosenza</strong> e provincia<br />

Diamante<br />

La bellissima città dei murales, capitale calabrese,<br />

italiana ed ormai internazionale, del peperoncino,<br />

grazie al festival che da tantissimi anni, nel mese<br />

di settembre, vi si svolge, è conosciuta anche per<br />

la caratteristica cucina e le ricette a base di cedro,<br />

agrume che si coltiva nell’omonima Riviera di cui<br />

Diamante fa parte, e che in questo lembo di terra<br />

calabrese ha trovato il suo habitat ottimale.<br />

Cedro e peperoncino, dunque, a seconda di<br />

come sono utilizzati diventano ingredienti, spezie,<br />

essenze che si ritrovano in ricette salate, dolci, gelati,<br />

liquori, yogurt, caramelle, bonbon e preparati<br />

vari che deliziano il gusto degli abitanti del luogo<br />

ma anche quello dei numerosi turisti che d’estate<br />

affollano la graziosa località balneare.<br />

Anche il cedro vede celebrare la sua notorietà e<br />

la sua diffusione sul territorio con un festival che<br />

si tiene a luglio mentre, nel corso dell’anno, diverse<br />

sagre come quelle dei broccoletti, delle patatine,<br />

della salsiccia ed ancora dei fusilli, delle freselle e<br />

dell’anguria danno risalto ai piatti della tradizione<br />

locale. Una tradizione raffinatissima, autentica<br />

gloria del luogo, conosciuta da tempo immemore<br />

e celebrata dal genio letterario di D’Annunzio, nel<br />

romanzo Leda senza cigno, sono i panicilli, piccoli<br />

involtini di foglie di cedro contenenti diversi acini<br />

di zibibbo passito misti a pezzetti di scorza di cedro,<br />

passati al forno.<br />

Girovaghiamo 2011/2012<br />

Ecco come li descrive il Vate: “…invogli di fronde<br />

compresse e risecche, venuti dalla Calabria che un<br />

giorno vi stupirono ed incantarono, quando ve li<br />

offersi sopra una tovaglia distesa sull’erba, non ancora<br />

falciata...<br />

Gli invogli erano di forma quadrilunga come volumetti<br />

suggellati d’un solitario che avesse confuso<br />

felicemente la bibliotecha e l’orto. Ci voleva l’unghia<br />

per rompere la prima buccia...<br />

Ma ecco l’ultima foglia in cui è avvolto il segreto<br />

profumato come il bergamotto.<br />

L’unghia la rompe; le dita s’aprono e si tingono di<br />

sugo giallo, si ungono di non so che unguento solare.<br />

Pochi acini di uva appassita ed incotta... pochi<br />

acini umidi e quasi direi oleati di quell’olio indicibile<br />

ove ruota alcun occhio castagno ch’io mi<br />

so, pochi acini del grappolo della vita del sole appariscono<br />

premuti l’un contro l’altro, con che di luminoso<br />

nel bruno, con un sapore che ci delizia pri-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!