Cosenza - Klichè
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Crotone e provincia<br />
Cirò Marina<br />
Il territorio cirotano, ormai nel mondo, è sinonimo<br />
di vino. La tradizione enologica del luogo che, in<br />
una storia mista a leggenda, si fa risalire al periodo<br />
della Magna Grecia - quando la colonia aveva il<br />
nome greco di Krimissa e i vincitori delle Olimpiadi<br />
venivano premiati con il vino qui prodotto - da qualche<br />
decennio ha ritrovato nuovo vigore grazie all’impegno<br />
e agli studi di alcuni enologi di fama nazionale<br />
e alla dedizione di diverse aziende, cresciute<br />
di numero e dimensioni nel tempo, che hanno<br />
dato un decisivo impulso alla produzione.<br />
Anni di ricerche e sperimentazioni hanno consentito<br />
anche il recupero di antichi vitigni, primo fra<br />
tutti il caratteristico e nero Gaglioppo, e la produzione,<br />
del tutto nuova, di apprezzati passiti che<br />
non appartenevano alla tradizione produttiva regionale.<br />
Oggi, il vino è il prodotto di punta nell’economia,<br />
nell’occupazione e nelle tradizioni alimentari di Cirò<br />
Marina, nella cui tavola si ritrovano il gusto del<br />
mare e quello della campagna.<br />
La vasta gamma di pesce azzurro - soprattutto sarde,<br />
alici, sauri, vope, la famosa sardella o “caviale<br />
dei poveri”- la fa da padrone nelle preparazioni<br />
tradizionali ed anche nelle sagre alimentari e le ricette<br />
sono una felice e gustosissima miscela di mare<br />
e terra. Uno dei piatti più caratteristici, infatti, è il<br />
Girovaghiamo 2011/2012<br />
“Pipe e pisci”, peperoni e pesce azzurro che si prepara<br />
friggendo dei peperoni, a cui si aggiunge, a<br />
metà cottura, un po’ di pomodoro fresco e il pesce<br />
azzurro, pulito e salato.<br />
Un’altra golosità è la sardella che si prepara con<br />
il novellame di pesce azzurro condito con sale,<br />
pepe e finocchietto selvatico, che si mette a conserva<br />
e al momento di essere consumato si condisce<br />
con l’olio d’oliva di straordinaria qualità in tutta la<br />
regione.<br />
La tradizione, a tavola, continua con le tipiche conserve<br />
estive a base di ortaggi - melanzane, peperoni,<br />
pomodori secchi e freschi, olive verdi e<br />
nere, intere o schiacciate - che sbollentati in aceto,<br />
seccati, in salamoia finiscono in barattolo, sottolio<br />
e forniscono un fragrante contorno o secondo<br />
durante la stagione invernale.<br />
Senza parlare delle conserve ittiche, come sardella,<br />
alici sotto sale e pepe o tonno sott’olio.<br />
Ed anche nelle pietanze dolci, Cirò non manca di<br />
osservare la tradizione per la preparazione.<br />
Ne sono un esempio i crustuli, dolci per lo più natalizi<br />
realizzati con un impasto a base di farina,<br />
vino ed olio, che viene tagliato a tocchetti, fritto e<br />
poi addolcito col miele o le cudduredde ‘e Santu<br />
Catavuru (il patrono san Cataldo), piccole ciambelle<br />
impastate con uova, farina, zucchero e latte<br />
e ricoperte di glassa.<br />
Patrimonio architettonico<br />
• Cappella di Santa Lucia<br />
• Chiesa San Michele<br />
• San Cataldo<br />
• Santa Croce<br />
• Sant'Antonio<br />
• San Nicodemo Abate<br />
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