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AREA FORESTALE: MONFERRATO ... - Sistema Piemonte

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fra l’alveo del F. Po (comune di Coniolo) fino all’altezza di S. Giorgio Monferrato, in destra<br />

del T. Stura, i rilievi collinari, modellati sulla formazione marina dei flysch calcareomarnoso-arenacei,<br />

sono uniformi, arrotondati ed a pendenza modesta, nella parte più<br />

settentrionale con andamento E-O mentre nel resto della zona non sono isorientati; la maggior<br />

parte dei terreni, soggetti ad uso agrario, si sono evoluti su un substrato costituito da argille<br />

scure plastiche che danno luogo a suoli profondi e pesanti ma caratterizzati dalla presenza di<br />

crepacciature superficiali che si spingono relativamente in profondità e da segni di self<br />

mulching (Entisuoli vertici, profilo AF510069). La presenza di orizzonti profondi compatti ed<br />

impermeabili (CR) e la chiara presenza di minerali argillosi espandibili, spiega come in<br />

quest’area siano frequentissimi i dissesti legati a fenomeni di soliflusso. Nei versanti occupati<br />

dai pochi boschi residuali, i suoli si sviluppano su materiali calcareo-marnosi giustificando<br />

così la maggior pendenza del terreno, sono sempre scuri, meno profondi ma più evoluti<br />

(Inceptisuoli) per il minor disturbo antropico, e caratterizzati da orizzonti di accumulo di<br />

carbonati (AF510072).<br />

Le forme di raccordo con i fondovalle dei corsi d’acqua principali ed i rilievi collinari formati<br />

sulle Marne di S. Agata (in sinistra del T. Stura e lungo il Rio Gaminella di Gabiano) ed i<br />

rilievi dolci delle colline argillose plioceniche (lungo il Rio Colobrio ed il T. Rotaldo) sono<br />

rappresentate da versanti uniformi e basse colline simmetriche ondulate debolmente inclinati,<br />

i cui suoli si sono originati da litologie riferibili alla Formazione gessoso-solfifera: l’uso è<br />

prevalentemente agrario. I suoli sono profondi, privi di scheletro, a tessitura limoso fine,<br />

calcarei (AF510082).<br />

I litotipi marnosi (Marne di S. Agata, Marne di Antognola) danno prevalentemente luogo a<br />

forme che vengono indicate, nella carta dei suoli del <strong>Piemonte</strong>, appropriatamente<br />

“gianduiotti”: si tratta di colline generalmente isorientate con direzione N-S, separate da valli<br />

a V svasata, con pendenza medio-bassa e limitati dislivelli soprattutto nei rilievi delle Marne<br />

di S. Agata: su questo substrato si sviluppano entisuoli a tessitura fine, calcarei, a scarsa<br />

permeabilità (AF510090). I rilievi ed i versanti derivanti dalle Marne di Antognola mostrano<br />

pendenze relativamente maggiori rispetto alle precedenti e suoli con tessiture più limose<br />

(limoso fini), sempre calcarei ma senza segni di idromorfia (AF510074). L’uso del suolo è<br />

prevalentemente agricolo.<br />

Nella parte centro-meridionale dell’area di indagine, il raccordo fra i fondovalle alluvionali<br />

degli affluenti dei corsi d’acqua principali ed i versanti dei rilievi marnosi, invece, avviene<br />

tramite le colline derivanti da sedimenti fini del mare pliocenico (Argille di Lugagnano): la<br />

morfologia e l’uso del suolo sono simili ai precedenti, i suoli sono calcarei, le tessiture fini<br />

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