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AREA FORESTALE: MONFERRATO ... - Sistema Piemonte

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• Alluvioni sabbioso-limose (Pl w ): Pluviale Würm. Si tratta di materiali depositati sul fondo della<br />

valli principali e secondarie del T. Stura, del Rio Gattola e del Rio Marca. Secondo gli autori<br />

non sono ricollegabili agli apparati morenici.<br />

• Alluvioni ghiaioso-sabbiose (fgw): Würm . Si tratta di depositi da grossolani a minuti, con lenti<br />

argillose e debole strato di alterazione brunastro. Secondo alcuni autori si tratta di depositi<br />

fluvio-glaciali e fluviali würmiani. Costituiscono, nell’area di studio, la pianura principale<br />

formata dal F. Po.<br />

• Alluvioni fluviali ghiaioso-sabbiose (a 1 ): Alluvioni antiche. Queste alluvioni, che sono talora<br />

debolmente terrazzate, sono presenti lungo gli alvei dei T. Versa e Rotaldo.<br />

• Alluvioni fluviali prevalentemente ghiaiose e ghiaioso-sabbiose (a 2 ): Alluvioni medio-recenti.<br />

Formano i terrazzi e le barre fluviali (paleoalveo) del F. Po, esondato in periodo storico ed<br />

ancora attualmente esondabile.<br />

• Alluvioni fluviali prevalentemente ghiaiose e ghiaioso-sabbiose (a 3 ): Alluvioni recenti ed attuali.<br />

Rappresentano i depositi alluvionali che riempiono l’alveo attuale del F. Po.<br />

Dal punto di vista della geologia strutturale, si denota come, il substrato collinare, partendo dai<br />

rilievi collinari e procedendo verso N e NE, sia stato dislocato e rapidamente abbassato, fino a<br />

formare un bacino subsidente, da una serie di faglie ad andamento circa parallelo al bordo collinare.<br />

Le principali faglie sono: la faglia inversa detta “Faglia di Balzola” o “Faglia del Monferrato” che<br />

si estenderebbe da Tortona a Torino (Pieri & Groppi, 1981) e la faglia diretta “Faglia di Lucedio”<br />

che si sviluppa poco più a Nord (Fisso et al., 1987). Un altro elemento strutturale è l’asse<br />

d’anticlinale sepolto avente direzione NNW-SSE, ubicato tra Morano sul Po e Balzola. Tale<br />

struttura a piegafaglia, vergente a Nord, coinvolge le formazioni oligo-mioceniche e passa lungo il<br />

margine meridionale del Rilievo Isolato di Trino (di seguito R.I.T.) (Gruppo di studio del quat.<br />

padano., 1976). Per ciò che concerne la neotettonica, in altre parole gli effetti “recenti” indotti dalle<br />

spinte geodinamiche, si osserva come le aree rilevate, costituite dal substrato marino prepliocenico,<br />

sono state interessate, durante il Quaternario, da un generale sollevamento.<br />

Quest’ultimo è stato intervallato da episodi di stabilità, cui corrisponde la mancata sedimentazione<br />

dei depositi pliocenici e l’esiguità di quelli pleistocenici. Per le aree marginali, ove sono invece<br />

diffusi i depositi pliocenici, è indicata una subsidenza iniziale seguita, dal Pleistocene mediosuperiore,<br />

da sollevamento talora interrotto da stasi” (Carraro et al., 1978).<br />

In questo contesto il R.I.T rappresenta adesso, una porzione emersa del fronte appenninico sepolto,<br />

stadio evolutivo iniziale del processo d’avanzamento verso Nord del margine collinare, di cui il<br />

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