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AREA FORESTALE: MONFERRATO ... - Sistema Piemonte

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• Marne di S. Agata Fossili (M 4 ): Tortoniano-Serravalliano sommitale. Sono riferibili a questa<br />

formazione una serie di argille e marne argillose grigio-azzurre, talora con intercalazioni<br />

sabbioso-conglomeratiche oppure interamente passanti a sabbie e argille sabbiose grigie,<br />

localmente fossilifere. La potenza si aggira intorno ai 100-150 m.<br />

• Formazione gessoso-solfifera (M 5 ): Messiniano. Poggia sulle precedenti. E’ costituita da argille<br />

e marne grigio-brunastre o biancastre, localmente gessifere, con intercalazioni di calcari marnosi<br />

e di sabbie o arenarie.<br />

I litotipi di queste ultime due formazioni affiorano lungo le incisioni e sono massicciamente<br />

presenti in sinistra del T. Stura e il Rio Gaminella di Gabiano e lungo il Rio Colobrio ed il T.<br />

Rotaldo dove le forme si raccordano con i rilievi dolci delle colline argillose plioceniche.<br />

• Argille di Lugagnano (P 2-1 ): Piacenziano-Astiano (Pliocene). Esse affiorano estesamente sul<br />

fondo delle vallecole incise dagli affluenti del T. Rotaldo e del T. Versa ed in sx del T. Grana. In<br />

destra idrografica di quest’ultimo corso d’acqua, invece, i deboli ed uniformi versanti di questa<br />

formazione si raccordano in modo netto con i rilievi collinari delle Sabbie di Asti. La facies<br />

presente è rappresentata da argille azzurrognole, a volte siltose, a cui fanno seguito orizzonti<br />

sabbiosi alternanti localmente a calcareniti arenacee.<br />

• Sabbie di Asti (Ps): Pliocene superiore/medio. Si tratta di sabbie gialle, con livelli ghiaiosi e<br />

intercalazioni marnose, calcareniti e calciruditi. Esse rappresentano la formazione collinare più<br />

presente nella zona immediatamente a sud del corso del T. Grana. Alla sommità di questa<br />

formazione si osservano depositi rossastri in litofacies continentale villafranchiana (l 1 ), costituiti<br />

da alternanze sabbioso-argillose, testimonianti l’emersione dei rilievi per la regressione del<br />

mare, di cui restano alcune limitate paleosuperfici.<br />

I depositi continentali del Bacino <strong>Piemonte</strong>se Settentrionale sono stati, invece, deposti in un<br />

intervallo di tempo che va dal Pliocene superiore all’Olocene. Nel Pliocene medio-superiore iniziò,<br />

infatti, il ritiro dell’antico bacino che occupava tali zone (regressione marina), ritiro che si protrasse<br />

fino al Pliocene superiore. In questo periodo coesistettero ambienti sedimentari eterogenei: da<br />

quello marino fino a quello fluviale. Il progressivo ritiro delle acque lasciò libere superfici<br />

subpianeggianti sempre più estese, contraddistinte da ambienti sedimentari di piana costiera<br />

lagunare deltizia, ma soprattutto da ambienti lacustri e palustri. In seguito su tali superfici si<br />

organizzò progressivamente, sotto la spinta dell’evoluzione geodinamica, un reticolato fluviale<br />

embrionale, scarsamente gerarchizzato, caratterizzato da corsi d’acqua a bassa energia. I sedimenti<br />

deposti in questo lasso temporale corrispondono al cosiddetto “Villafranchiano”: presentano una<br />

facies inferiore sabbioso-argillosa con rare intercalazioni ghiaiose ed una superiore,<br />

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