AREA FORESTALE: MONFERRATO ... - Sistema Piemonte
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L’ultimo sistema, (contrassegnato dal codice 5 in Figura 52), individua la parte più “steppica”<br />
dell’area di studio. Due delle tre specie che lo contrassegnano significativamente (allodola e<br />
fagiano) sono caratteristiche proprio delle estese aree coltivate, mentre per il merlo i valori di<br />
abbondanza e frequenza, pur massimi, non si discostano molto da quelli registrati nei sistemi<br />
1, 2 e 4. A conferma della caratterizzazione “steppica” di questo sistema, troviamo qui le<br />
uniche presenze registrate di strillozzo, quaglia, saltimpalo e ortolano, tutte specie tipiche dei<br />
vasti sistemi di coltivi in aree asciutte. Appare importante soprattutto la presenza<br />
dell’ortolano, specie di interesse comunitario, oggi divenuta assai rara in tutta Italia. Proprio<br />
questi sistemi di colline asciutte ospitano ancora una delle poche popolazioni significative<br />
presenti nell’Italia settentrionale. In queste aree non sembra pertanto il bosco la maggiore<br />
priorità per la conservazione, quanto le formazioni lineari, le siepi ed i boschetti, dalla cui<br />
conservazione (insieme al mantenimento di pratiche agricole idonee) dipende la<br />
sopravvivenza di importanti popolazioni di uccelli. Si può, a questo proposito, citare il caso<br />
dell’assiolo. Questa specie è caratteristica di zone a mosaico (boschetti, filari, piccoli coltivi),<br />
e nidificando in cavità degli alberi, necessita di alberi vecchi per la sua riproduzione.<br />
Analisi dei fattori che determinano la biodiversità ornitica forestale<br />
La possibilità di disporre di informazioni sulla struttura del paesaggio circostante i punti di<br />
rilevamento, e le caratteristiche del mosaico ambientale, così variabili nell’area indagata, ci ha<br />
portato a tentare di elaborare modelli descrittivi della biodiversità ornitica forestale, allo scopo<br />
di individuare i fattori ambientali responsabili della complessità del popolamento di uccelli<br />
forestali.<br />
Abbiamo prima di tutto definito una serie di variabili ambientali, a differenti fattori di scala.<br />
Le variabili considerate sono:<br />
copertura del bosco (in percentuale) nell’intorno del punto<br />
copertura degli impianti di arboricoltura da legno nell’intorno del punto<br />
estensione in lunghezza delle formazioni lineari nell’intorno del punto<br />
per “intorno del punto” abbiamo considerato quattro aree di raggio crescente, circostanti i<br />
punti di rilevamento. Le dimensioni delle aree sono le seguenti: raggio 150 m (area 7.07 ha);<br />
300 m (28.27 ha); 600 m (113.1 ha); 1200 m (452.4 ha). Si tratta pertanto di quattro livelli di<br />
scala, che dovrebbero permettere di individuare quale di questi, nelle condizioni dell’area<br />
indagata, descrive meglio la diversità del popolamento di uccelli forestali.<br />
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