UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL MOLISE
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sostanza feromonica può agire in contemporanea da messaggero chimico<br />
intraspecifico ed interspecifico ed attrarre non solo il partner ma anche i suoi<br />
parassitoidi o predatori, agendo in tal caso da cairomone. Ogni “blend” attrattivo si<br />
contraddistingue per composizione e concentrazione delle sostanze contenute ed è<br />
strettamente specie-specifico (Birch e Haynes, 1984). Nel 1977 Shorey suddivise i<br />
feromoni in funzione delle loro modalità di azione e, tra i più comuni, ricordiamo<br />
quelli di aggregazione, dispersione, aggressione, riconoscimento e, soprattutto, quelli<br />
sessuali.<br />
I feromoni sessuali regolano l’accoppiamento, caratterizzato da una prima<br />
fase di localizzazione del partner, in cui agiscono attrattivi sessuali a distanza, ed un<br />
successivo step di corteggiamento, in cui entrano in gioco specifici feromoni con<br />
effetto ravvicinato. Il riconoscimento della specie è un processo molto importante,<br />
poiché non sarebbe vantaggioso disperdere energie e tempo nel conseguire un<br />
accoppiamento non conspecifico e, quindi, improduttivo. Pertanto, i segnali di<br />
riconoscimento sessuale devono essere altamente specifici. Per evitare che il<br />
corteggiamento possa avvenire tra individui appartenenti allo stesso sesso, alcuni<br />
insetti emettono anche feromoni di contatto. Questa efficace strategia di selezione è,<br />
ad esempio, adottata dai maschi di Glossina morsitans Westwood che, prima di<br />
iniziare il corteggiamento, si toccano con i tarsi. Se il contatto avviene tra due maschi<br />
si libera un feromone (astinone) che inibisce il corteggiamento (Birch e Haynes,<br />
1984).<br />
Da un punto di vista chimico i feromoni sessuali sono spesso miscele di<br />
alcoli, aldeidi ed esteri, che possono essere sintetizzati dalle femmine, come avviene<br />
nella maggior parte dei Lepidotteri notturni, o dai maschi, come si verifica, ad<br />
esempio, in Ceratitis capitata Wiedemann, o coinvolgere entrambi i sessi, in un vero<br />
e proprio “colloquio chimico”, come accade in Bactrocera oleae (Rossi) (Celli e<br />
Maini, 1988).<br />
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