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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL MOLISE

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2.2b - Introduzione<br />

La maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti delle<br />

tematiche ambientali, ha spinto il mondo della ricerca a considerare soluzioni<br />

alternative all’uso dei fitofarmaci nella difesa delle produzioni agricole. Gli studi<br />

intrapresi, a livello mondiale, sono risultati necessari e conseguenti alle sempre<br />

maggiori restrizioni legislative riguardanti sia il livello di residui massimi ammessi<br />

nelle produzioni commercializzate, sia il numero e la tipologia delle molecole<br />

utilizzabili. La tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo sono i principi che hanno<br />

ispirato lo sviluppo e la diffusione di strategie innovative ed ecosostenibili di<br />

controllo, quali l’impiego in agricoltura dei semiochimici. I feromoni sessuali di<br />

sintesi in campo applicato hanno prodotto successi fin dai primi anni ’60, sia nella<br />

“lotta indiretta” che “diretta” verso fitofagi dannosi, soprattutto contro i lepidotteri<br />

(Maini, 1974; Celli e Maini, 1988). I feromoni sessuali attrattivi sono prodotti in<br />

ghiandole esocrine ed emessi dalle femmine, nel caso dei dei lepidotteri, per<br />

richiamare il maschio anche da distanze notevoli. Il maschio, grazie alla presenza di<br />

sensilli chemiorecettori presenti sulle antenne, percepisce le molecole dei<br />

componenti del feromone ed intraprende il caratteristico volo orientato controvento,<br />

definito chemio-clino-tattico (Kennedy et al., 1981); in prossimità della femmina<br />

percepisce anche componenti della miscela emessi in quantità minore (componenti<br />

secondari).<br />

La confusione sessuale mediata dall’utilizzo dei feromoni sessuali è<br />

un’efficace alternativa all’uso degli insetticidi per il controllo di alcuni fitofagi di<br />

notevole importanza economica (Cardè e Minks, 1995). Tale tecnica è basata sul<br />

principio per cui, in un ambiente con un’elevata densità di feromone, i maschi non<br />

riescono a localizzare le femmine rimanendo inibiti e più o meno inattivi (Birch e<br />

Haynes, 1984), con una conseguente diminuzione degli accoppiamenti e, quindi,<br />

della densità di popolazione nella generazione successiva. Le molecole volatili<br />

sintetiche biologicamente attive sono in genere diffuse nell’ambiente tramite<br />

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