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28° Congresso Internazionale ICOH - Giornale Italiano di Medicina ...

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174 G Ital Med Lav Erg 2006; 28:2<br />

www.gimle.fsm.it<br />

CS-06<br />

IDENTIFICAZIONE E CONTROLLO DEI LAVORATORI<br />

RISCHIOSI PER GLI ALTRI NELLE ATTIVITÀ SANITARIE<br />

N. Magnavita1 , G. De Lorenzo2 , A. Fileni3 ,<br />

G. Magnavita4 , F. Mammi5 , E. Marchi6 , D. Mazzullo7 ,<br />

F. Monami6 , S. Monami6 , V. Puro8 , G. Ricciar<strong>di</strong>9 ,<br />

A. Sacco10 , S. Squarcione8 , e il gruppo La.R.A.<br />

1 Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina del Lavoro, Università Cattolica del Sacro<br />

Cuore, Largo Gemelli 8, 00168 Roma, nmagnavita@rm.unicatt.it;<br />

nicolamagnavita@tiscali.it;<br />

2 Servizio Sanitario dell’Arma dei Carabinieri, Roma<br />

3 INRCA, Roma<br />

4 Giurista<br />

5 Me<strong>di</strong>co del Lavoro<br />

6 Policlinico Italia, Roma<br />

7 Psichiatra<br />

8 INMI L. Spallanzani, Roma<br />

9 Istituto <strong>di</strong> Igiene, UCSC, Roma; (10) SPRESAL, ASL FR, Frosinone<br />

RIASSUNTO. INTRODUZIONE: Il lavoratore della sanità affetto da<br />

malattie infettive o turbe della capacità <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio può essere<br />

rischioso per gli altri.<br />

METODO: È stata condotta una revisione della letteratura.<br />

Risultati:<br />

La letteratura affronta soprattutto il tema dei lavoratori della<br />

sanità con malattie infettive, e quello del me<strong>di</strong>co con<br />

compromissione della capacità professionale.<br />

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI: Sono in<strong>di</strong>cate le strategie per<br />

l’identificazione e la gestione del lavoratore rischioso per gli altri<br />

da parte del me<strong>di</strong>co competente.<br />

ABSTRACT. BACKGROUND: Working in health care increases the<br />

probability that an impaired worker be hazardous for third persons.<br />

METHODS: A literature review concerning identification, intervention,<br />

and treatment of hazardous health care workers is here reported.<br />

RESULTS: Published reports of health care worker-to-patient<br />

transmission of bloodborne infections, and papers concerning the<br />

so-called “impaired physician”, have been reviewed.<br />

DISCUSSION: Accor<strong>di</strong>ng to European <strong>di</strong>rectives on workers’ health<br />

and safety, the occupational health physician charged of me<strong>di</strong>cal<br />

surveillance of hospital workers is often mandated to manage<br />

impaired professionals.<br />

CONCLUSIONS: Strategies for early identification, treatment and<br />

rehabilitation of impaired physicians are reviewed and suggestions<br />

for preventive action are given.<br />

INTRODUZIONE<br />

I lavoratori “rischiosi per gli altri” sono coloro che,<br />

a causa del proprio stato <strong>di</strong> salute, nel corso <strong>di</strong> talune<br />

attività lavorative determinano un rischio apprezzabile<br />

per la salute o sicurezza <strong>di</strong> terzi (colleghi <strong>di</strong> lavoro o<br />

pubblico) o compromettono il ren<strong>di</strong>mento dell’unità<br />

produttiva (11). I lavoratori della sanità, per la specificità<br />

del proprio compito, possono trovarsi frequentemente<br />

nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> determinare un rischio per la<br />

salute dei pazienti, con ciò contravvenendo al principio<br />

fondamentale della propria missione (“primum non nocere”).<br />

L’identificazione e la gestione dei lavoratori<br />

con problemi <strong>di</strong> salute è un compito prioritario dei servizi<br />

<strong>di</strong> sanità.<br />

MATERIALE E METODI<br />

È stata condotta una revisione della letteratura scientifica.<br />

RISULTATI<br />

Benché i problemi correlati ai “lavoratori rischiosi”<br />

della sanità siano spesso al centro delle preoccupazioni<br />

dell’opinione pubblica, la letteratura è povera <strong>di</strong> contributi<br />

in merito, se si eccettuano due specifici aspetti: il chirurgo<br />

portatore <strong>di</strong> infezioni trasmissibili con il sangue, ed<br />

il me<strong>di</strong>co con compromissione della capacità <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio.<br />

È noto che i lavoratori della sanità sono a rischio <strong>di</strong><br />

contrarre infezioni virali a trasmissione ematogena (epatite<br />

B, C, HIV) per esposizione professionale a sangue e<br />

liqui<strong>di</strong> organici <strong>di</strong> pazienti infetti. Una volta contratta la<br />

malattia, i lavoratori della sanità possono <strong>di</strong>ventare essi<br />

stessi fonte <strong>di</strong> infezione, e conseguentemente porre a rischio<br />

la salute dei pazienti.<br />

Per prevenire tale rischio sono state emanate lineeguida<br />

negli Stati Uniti e nei principali paesi europei,<br />

compresa l’Italia (1, 2, 5, 6, 8, 9, 12, 15, 16). Le modalità<br />

pratiche <strong>di</strong> gestione del problema, tuttavia, sono tuttora<br />

oggetto <strong>di</strong> controversie.<br />

Il problema del me<strong>di</strong>co con compromissione, transitoria<br />

o permanente, della capacità <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio, è stato posto<br />

nei paesi della cosiddetta “anglosfera” già negli anni<br />

‘70. In tali paesi sono oggi <strong>di</strong>sponibili specifici programmi<br />

<strong>di</strong> assistenza sanitaria per gli operatori sanitari (3, 4,<br />

7, 13, 14, 17, 18). Tra i paesi europei solo la Spagna ha<br />

recentemente messo in atto con successo un programma<br />

<strong>di</strong> recupero per lavoratori della sanità con patologie neuropsichiatriche<br />

o <strong>di</strong>pendenze. In altri paesi europei, viceversa,<br />

tali servizi sono inesistenti, per cui l’onere <strong>di</strong> tradurre<br />

in pratica le in<strong>di</strong>cazioni delle linee-guida e dei co<strong>di</strong>ci<br />

etici grava sulle aziende sanitarie e sui loro me<strong>di</strong>ci<br />

competenti.<br />

DISCUSSIONE<br />

La politica sanitaria riferita al tema del lavoratore<br />

della sanità rischioso per gli altri dovrebbe far parte del<br />

documento <strong>di</strong> valutazione dei rischi dell’unità operativa.<br />

Le procedure specialistiche messe in atto dal me<strong>di</strong>co<br />

competente dovranno essere perio<strong>di</strong>camente sottoposte a<br />

verifica <strong>di</strong> qualità, secondo il metodo A.S.I.A. (10).<br />

CONCLUSIONI<br />

Le procedure per l’identificazione del lavoratore rischioso<br />

per gli altri dovrebbero essere definite dal me<strong>di</strong>co<br />

competente sulla base della politica dell’azienda sanitaria,<br />

così come riportate dal documento <strong>di</strong> valutazione<br />

dei rischi. Esse devono essere ovviamente rispettose delle<br />

leggi dello stato, in particolare <strong>di</strong> quelle che riguardano<br />

la riservatezza dei dati personali.<br />

Per quanto riguarda il rischio <strong>di</strong> trasmissione ai pazienti<br />

<strong>di</strong> infezioni ematogene, considerato il fatto che tali<br />

malattie decorrono sovente a lungo in modo clinicamente<br />

inapparente, sembrano esserci poche alternative allo<br />

screening obbligatorio dei lavoratori. Sarà da decidere:<br />

(1) se tale screening debba essere limitato ad uno o a più<br />

agenti patogeni, secondo un gra<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> frequenza dell’infezione<br />

negli operatori sanitari (maggiore per l’epatite<br />

B, interme<strong>di</strong>a per l’epatite C, bassa per l’HIV), ovvero<br />

<strong>di</strong> trasmissibilità dell’agente patogeno (la scala è analoga<br />

al caso precedente, B>C>HIV), ovvero per la gravità del-

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