28° Congresso Internazionale ICOH - Giornale Italiano di Medicina ...
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212 G Ital Med Lav Erg 2006; 28:2<br />
www.gimle.fsm.it<br />
Tabella I. In<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> gravità sud<strong>di</strong>visi per Settore lavorativo<br />
me<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>ana proporzione<br />
industria 11,55 7 3,08<br />
agricoltura 11,77 7 0<br />
commercio 11,52 7 0<br />
pesca 11,95 8 0<br />
servizi 11,49 7 0,69<br />
no settore 11,99 8 0<br />
Effettuando un confronto tra le <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> frequenza<br />
delle classi <strong>di</strong> età tra il totale e le femmine si evidenzia<br />
una quota percentuale maggiore <strong>di</strong> donne in età<br />
inferiore/uguale a 29 anni, dovuto ad una quota importante<br />
<strong>di</strong> eventi accaduti ad alunne durante le ore <strong>di</strong> attività<br />
<strong>di</strong> educazione fisica.<br />
La <strong>di</strong>stribuzione per Settori e Sesso mostra che nel<br />
settore Industria gli infortunati sono quasi tutti maschi<br />
(n° 397), mentre nel settore Servizi una quota consistente<br />
(n° 103) sono femmine - anche in questo caso occorre<br />
considerare la quota consistente <strong>di</strong> infortuni scolastici -.<br />
CONSIDERAZIONI<br />
Gli infortuni sul lavoro sono ancora un problema sanitario<br />
rilevante sia per gli aspetti <strong>di</strong> salute pubblica che<br />
per i costi economici sociali.<br />
Dalla casistica riportata è possibile fare alcune considerazioni.<br />
Sarebbe certamente proficuo stabilire modelli e procedure<br />
standard per la raccolta dei dati all’interno dei<br />
Servizi <strong>di</strong> Pronto Soccorso così da ottenere in<strong>di</strong>catori<br />
che possano sintetizzare al massimo il fenomeno infortunistico,<br />
possano sfruttare al massimo la ricchezza dei<br />
dati e possano essere <strong>di</strong> facile consultazione da parte dei<br />
fruitori.<br />
È evidente in particolare che maggiore attenzione occorrerebbe<br />
nella descrizione del settore lavorativo e sarebbe<br />
auspicabile ottenere anche il sub-settore <strong>di</strong> appartenenza<br />
(prevedendo una griglia <strong>di</strong> sub-settori che descriva<br />
al meglio la realtà lavorativa territoriale), al fine <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>viduare le prioritarie aree <strong>di</strong> intervento delle attività<br />
<strong>di</strong> prevenzione.<br />
L’Industria resta il settore a più alto rischio infortunistico,<br />
sia per incidenza che per gravità degli eventi, ed in<br />
particolare l’e<strong>di</strong>lizia è il sub-settore in cui avvengono più<br />
infortuni. Da non trascurare il comparto agricolo (13%<br />
degli infortuni).<br />
Gli arti risultano maggiormente interessati dalle lesioni.<br />
L’analisi delle modalità <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento in<strong>di</strong>cano<br />
che nel 26% dei casi non è stato possibile ricavare il dato<br />
mentre le modalità più frequenti sono caduto in piano<br />
e colpito da. Tali risultati suggeriscono la necessità <strong>di</strong> intervenire<br />
in particolare nella formazione, scelta ed utilizzo<br />
<strong>di</strong> idonei D.P.I. (in particolare scarpe e guanti).<br />
L’età al momento dell’infortunio (circa la metà degli<br />
infortunati risulta in età compresa tra 30 e 49 anni) in<strong>di</strong>ca<br />
probabilmente una bassa percezione del rischio dovuta<br />
ad una presunta consolidata esperienza lavorativa.<br />
CONCLUSIONI<br />
È estremamente utile per la pianificazione delle attività<br />
degli S.P.E.S.A.L. avere in<strong>di</strong>catori del fenomeno<br />
infortunistico relativi al proprio territorio <strong>di</strong> competenza.<br />
Continuando l’attività <strong>di</strong> registrazione dei dati, opportunamente<br />
standar<strong>di</strong>zzati, sarà possibile anche effettuare<br />
analisi statistiche <strong>di</strong> confronto nei <strong>di</strong>versi anni per<br />
ottenere il trend temporale nel tempo anche in seguito ad<br />
attività <strong>di</strong> prevenzione mirati per settore/sub-settore lavorativo.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
1) Istituto Nazionale <strong>Italiano</strong> per l’Assicurazione contro gli Infortuni<br />
sul Lavoro (INAIL): banca dati <strong>di</strong>sponibile al sito internet<br />
www.inail.it 2004.<br />
2) Baarts C, Mikkelsen KL, Hannerz H, Tuchesen F. Use of national<br />
hospitalization register to identifiy industrial sectors carrying high<br />
risk of severe injuries: a three-year cohort study of more than<br />
900,000 danish men. Am J Ind Med 2000; 38: 619-627.<br />
3) ISTAT Classificazione delle professioni - Meto<strong>di</strong> e norme. Serie C<br />
- N. 9 E<strong>di</strong>zione 1991.<br />
4) O. Pasqualini: Nota metodologica. Med Lav 2005; 96 (suppl):<br />
s161-s164.<br />
Richiesta estratti: Dr. Salvatore Cesareo - c/o Dipartimento <strong>di</strong><br />
Prevenzione - S.P.E.S.A.L. ASL FG/1 - via Bellini 38 - 71016<br />
San Severo (FG), Italy - e-mail: salvatore.cesareo@libero.it -<br />
tel. 0882-200708<br />
CS-26<br />
IL RISCHIO BIOLOGICO E CHIMICO IN EMODIALISI<br />
D. De Gran<strong>di</strong>s, F. D’Orsi, R. Narda, E. Pietrantonio,<br />
F. Scarlini, P.S. Soldati<br />
Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti <strong>di</strong> Lavoro-ASL RMC<br />
RIASSUNTO. La tecnica dell’emo<strong>di</strong>alisi è stata introdotta nel<br />
1965 e ha permesso <strong>di</strong> aumentare notevolmente la<br />
sopravvivenza dei pazienti affetti da insufficienza renale<br />
cronica. L’emo<strong>di</strong>alisi consente <strong>di</strong> purificare il sangue del<br />
paziente attraverso tecniche <strong>di</strong> filtrazione. Nel lavoro sono stati<br />
analizzati i rischi da agenti biologici (principalmente virus a<br />
trasmissione ematica come HIV, HBV, HCV) e chimici (esempio<br />
prodotti per la <strong>di</strong>sinfezione) per i lavoratori del settore (me<strong>di</strong>ci,<br />
infermieri, ausiliari, manutentori). Lo stu<strong>di</strong>o analizza in<br />
particolare i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> prevenzione e protezione adottati e le<br />
soluzioni per ridurre i rischi. Il Servizio Pre.S.A.L (Prevenzione<br />
e Sicurezza negli Ambienti <strong>di</strong> Lavoro) della ASL RMC ha<br />
verificato sei centri <strong>di</strong> emo<strong>di</strong>alisi del territorio <strong>di</strong> competenza,<br />
valutando l’applicazione delle misure <strong>di</strong> prevenzione e<br />
protezione e delle leggi sulla salute e sicurezza sul lavoro. I dati<br />
ottenuti sono organizzati in “adempimenti legislativi” e<br />
“soluzioni tecniche”. Lo scopo del nostro lavoro è stato quello<br />
<strong>di</strong> incrementare i livelli <strong>di</strong> sicurezza dei lavoratori del settore<br />
dell’emo<strong>di</strong>alisi proponendo le migliori soluzioni tecniche per<br />
realizzare tale obiettivo.<br />
Parole chiave: emo<strong>di</strong>alisi, rischio biologico, rischio chimico, rischi<br />
professionali.<br />
ABSTRACT. BIOLOGICAL AND CHEMICAL RISKS IN HAEMODIALYSIS<br />
CENTRES. Haemo<strong>di</strong>alysis technique was introduced in 1965 for<br />
people afflicted to chronic renal insufficiency, permitting them to<br />
survive. The method purifies patient blood who is connected to the